Visualizzazione post con etichetta Cammino di perfezione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Cammino di perfezione. Mostra tutti i post

giovedì 20 aprile 2023

Dio solo basta - 16

 


Dal Cammino di perfezione:

Cap. 40

       Dobbiamo essere coscienti di ciò che diciamo. Allorché io dico ”credo” mi sembra giusto sapere che cosa credo, e quando dico “Pater”, mi pare che l'amore esiga si sappia chi è questo Padre. Inoltre, sarà bene che cerchiamo anche di vedere chi sia il Maestro che c'insegna questa orazione, voglia Iddio che recitandola ci ricordiamo spesso di un Maestro come il nostro.
       In primo luogo voi sapete che il nostro celeste Maestro ci insegna a pregare in solitudine: così faceva sempre lui stesso quando pregava, non perchè vi fosse costretto dalla necessità, bensì per impartire un insegnamento a noi....il Signore ha insegnato e continua ad additare quest'orazione a ciascuna di noi, giacchè il maestro non è mai così lontano dal discepolo da dover instaurare un dialogo a voce alta, ma anzi gli è vicinissimo....per recitare bene il Pater Noster vi conviene non allontanarvi mai dal Maestro che ve l'ha insegnato.

Cap.41
       E' possibile che mentre state recitando il Pater Noster, se lo recitate bene, Dio vi elevi a contemplazione perfetta. Il soggetto capisce che il Maestro sta operando senza rumore di parole all'interno della sua anima, e che a quanto ne comprende non sono più le sue proprie potenze ad agire. Questa è la contemplazione perfetta.
        Pensare e capire quello che diciamo, con chi stiamo parlando e chi siamo noi che osiamo rivolgerci a un così gran Signore...rammentando ad esempio quanto poco l'abbiamo servito e quanto invece saremmo obbligate a servirlo, è orazione mentale.
Recitare il Pater Noster o qualsiasi altra prece vorrete è orazione vocale. 
      Quelle che non sono arrivate (alla contemplazione) non occorre si affannino: cerchino di accumulare meriti...e di far pressione sul Signore per ottenere da Lui l'elevazione. Il resto dovrà darcelo il Signore stesso, il quale non lo nega mai a chiunque continui a marciare combattendo sino al termine della strada.

Cap. 42
         Per pregare in modo giusto è noto che la prima cosa da compiere è l'esame di coscienza, la recita d'un atto di confessione e il farsi il segno della croce. Raffiguratevi quindi il Signore al fianco e osservate con quale amore e con quanta umiltà vi stia istruendo. Fate tutto il possibile, credetemi, per non restar prive di un così buon amico. Se vi abituerete a tenervelo vicino, se egli vedrà che lo fate con amore e vi date da fare per contentarlo, non potrete più togliervelo d'attorno.
        O anime che non riuscite ad imbastire molti ragionamenti discorsivi con l'intelletto, né a concentrare il pensiero in Dio senza cadere in un'infinità di distrazioni abituatevi a stare in compagnia di questo vero Maestro. 
      

 Non vi chiedo di concentrare completamente il pensiero su di lui, né di sviluppare alte e sottili considerazioni con la vostra mente; vi chiedo unicamente di guardarlo. Badate che Egli non sta aspettando altro che un vostro sguardo. Appena proverete il desiderio di vederlo, lo troverete. Egli ci tiene tanto a che torniate a guardarlo, da non lasciare nulla d'intentato a tale scopo. Se vi sentite allegre, contemplatelo risorto. Se invece siete tristi e immerse nei travagli, contemplatelo legato alla colonna, pieno di dolori, con tutte le carni a brandelli per il grande amore che vi porta...egli vi guarderà a sua volta e dimenticherà i suoi dolori per consolare i vostri...E se è vero, Signore, che tutto questo lo vuoi sopportare per me, cos'è mai il poco che patisco per te?.. intendo sopportare tutti i travagli che mi piomberanno addosso, considerandoli una gran fortuna pur di imitarti almeno in qualcosa. Accollatevi parte del peso di quella croce; pur inciampando e cadendo col vostro Sposo non allontanatevi mai da sotto la croce.

venerdì 27 gennaio 2023

 









Cap. 20


       ll nostro onore, sorelle, dev'essere solo quello di servire Dio. Chi pensasse di distogliervi da questo, resti pure a casa sua col suo bravo onore....i Padri nostri hanno fissato un anno di prova, che nel nostro Ordine c'è libertà di prolungare fino a quattro, e nel caso nostro io la protrarrei fino a dieci. Una monaca umile si angustierà poco di non esser professa, in quanto sa di già che se è buona non la manderanno via; e se non lo è, perché si ostina con la sua presenza a danneggiare questo collegio di Cristo?....designo con la frase ”non essere buona” il non esser mortificata, il portarsi dietro l'attaccamento alle cose del mondo o a se stessa.

      Colei che non scorgesse in sé un alto grado di tale bontà, mi creda: non faccia la professione. Questa casa è un paradiso, se uno ce ne può essere sulla terra, per chi brama solo contentare Dio e non bada alla soddisfazione propria....Desiderando qualcosa in più, siccome in pratica non si può assolutamente averlo, si finisce col perdere tutto. In un altro ambiente un'anima del genere potrà salvarsi più facilmente, e a poco a poco arriverà magari a quella stessa perfezione che qui non è riuscita a tollerare perchè affrontata in blocco.

Cap. 21

         Credo sinceramente che il Signore favorisce chi fa le sue scelte con decisione. Importante appurare quale intenzione abbia la giovane che entra fra noi. Qualora si tratti di persona di sano criterio, bene, diversamente non la si prenda nella maniera più assoluta. Una persona di sano criterio saprà giovare alle altre con un buon consiglio e aiutarle in tanti altri campi, senza stancare nessuno e creando anzi un'atmosfera distensiva. Ci sono infatti anime d'una santa semplicità, che s'intendono poco di affari e di usi del mondo, ma molto di rapporti con Dio.
        Allorchè il superiore guarda spassionatamente e senza simpatie personali al bene della casa, credo che Dio non lo lascerà sbagliare; mentre nel dimostrare pietosi riguardi e nel seguire considerazioni fallaci, io ritengo non si vada mai immuni dall'errore.


Cap.22

         Vedo che il non discolparsi è un'abitudine perfettissima, fonte di grande edificazione e merito. A me non manca mai il motivo per coltivare l'idea che sia maggior virtù scusarmi. E' davvero indice di grande umiltà vedersi condannare senza aver da rimproverarsi alcuna colpa, ed è una fedele imitazione del Signore. Vorrei proprio persuadervi a mettere grande impegno in questa impresa, perchè porta con sé consistenti vantaggi. Credo sia molto importante allenarsi a questa virtù. Chi è veramente umile infatti deve desiderare sinceramente di essere tenuto in poca considerazione, di essere perseguitato e condannato senza colpa anche in cose gravi, perchè se vuole imitare il Signore, dove può farlo meglio che in questo campo?

         Partendo dalle cose più piccole, si può allenarsi in modo da uscirne poi vittoriosi anche nelle più grandi. Il guadagno principale consiste nel seguire almeno in qualcosa il Signore... perchè non ci accusano mai del tutto senza colpa, giacchè il giusto cade sette volte al giorno, e quindi sarebbe una menzogna dire che siamo senza peccato...quand'anche non lo siamo proprio nel settore in cui ci accusano, non siamo mai del tutto esenti da colpa come lo era il buon Gesù.
Dio mio, ...fammi desiderare che tutti mi aborriscano, per il fatto di aver tante volte abbandonato te, che mi hai sempre amata con ininterrotta fedeltà.

Dal Cammino di perfezione, Teresa di Gesù

domenica 2 ottobre 2022

Solo Dio basta - 9



 Sono passati poco più di 3 anni da quando Teresa ha fondato il suo primo monastero ad Avila “S. Giuseppe”, lasciando il vecchio monastero dell'Incarnazione per fondare una piccola comunità in cui ci si potesse conoscere ed aiutare.

        Le giovani monache chiedono ed insistono perché Teresa scriva per loro delle norme di vita, puntualizzazione e commento della Regola, delle Costituzioni....che insomma lasci per iscritto degli insegnamenti, quelli che lei dava loro a voce.

        Teresa innanzi tutto desiderava far affezionare le sue figlie all'orazione. A questo proposito aveva già dedicato nel libro della Vita dei capitoli sull'orazione, ma il suo confessore Padre Banez, domenicano riteneva inopportuno che arrivasse nelle mani delle sue monache. Fu lui a spingerla a scrivere “Il Cammino di Perfezione.”

        Al termine della stesura dirà: "Ho letto con attenzione questo libro: contiene gli avvisi e i consigli che la Madre Teresa di Gesù, fondatrice dei monasteri delle Carmelitane scalze, impartisce alle sue figlie. Non ho trovato nulla che mi ripugni riguardo a bontà e santità di dottrina. Molto, anzi, quasi tutto non fa che eccitare a virtù, specialmente alla preghiera vocale, alla mentale e alla contemplazione”.

     Teresa prende in mano la penna e scrive come se stesse parlando, come in una conversazione famigliare. La Madre scrive come è: rimprovera, incoraggia, insegna, talvolta ironica nei riguardi dei difetti delle sue lettrici. Quando parla di sé, dei suoi peccati, fa delle confidenze personali; polemizza con teologi allergici all'orazione e quando critica i teologi del tempo che vedono in ogni contemplativa una visionaria, dice: "So che sei un giusto giudice, non fai come i giudici del mondo, i quali essendo figli di Adamo, e in definitiva tutti uomini, non esiste virtù di donna che non ritengono sospetta.”

       In questo libro, che chiama “Cammino di Perfezione” ella conduce le anime alla fonte dell'acqua viva che è la perfezione dell'orazione.

      Il quaderno scritto da Teresa va nelle mani del teologo censore, Padre Garcia di Toledo per l'approvazione. Egli cancella il paragrafo in cui l'autrice fa l'apologia delle donne, è infastidito dalle confidenze personali, dal tono famigliare usato e non appone la firma al manoscritto che Teresa dovrà rifare moderando il tono polemico contro i signori teologi, eliminare paragoni ameni, battute umoristiche, allusioni confidenziali.

      Guardando la prima edizione e confrontandola con la seconda vediamo ampie differenze (addirittura la prima consta di 73 capitoli, la seconda di 42).
La prima redazione prende il nome di “codice di El Escorial” poiché si conserva nella biblioteca dell'Escorial; la seconda “codice di Valladolid” perché si conserva nel monastero delle carmelitane scalze di Valladolid. La prima edizione italiana del “Cammino di Perfezione” di s. Teresa tale e quale fu stesa dall'autrice è comparsa in Italia nel 1980.

      La spiegazione va cercata nel fatto che a 6 anni dalla morte di Teresa il letterato Luis de Leon si trovò di fronte 2 manoscritti, entrambi autografi, ma diversi del ”Cammino di Perfezione”. Egli si limita a fondere i 2 manoscritti insieme, completando l'uno con l'altro.
Il testo rimane così finché non arrivano gli editori critici del secolo scorso che si propongono di separare e restaurare i 2 quaderni autografi. Il primo viene considerato come brutta copia e così viene stampato solo il secondo, tradotto nelle principali lingue.
Ora, ci è data la possibilità di leggere la prima stesura fatta da Teresa, che con grande umiltà diceva: "se nel mio libro vi è qualcosa di buono è tutto per l'intervento di Dio”.

lunedì 11 gennaio 2016

Andare con gioia incontro al Signore


Per trovare un aiuto a condurre una vita autenticamente cristiana, è importante porci in ascolto della Parola di Dio, sempre viva, efficace ed in grado di guidarci a realizzare in pienezza le finalità del nostro essere. Papa Francesco, ha dato inizio alla sua esortazione apostolica “EVANGELII GAUDIUM” con queste consolanti parole: “LA GIOIA DEL VANGELO riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” (n° 1). Per questo invita ogni cristiano, “in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta” (n° 3).

L'anima, per cercarlo non ha bisogno di ali, perché basta che si ritiri in solitudine e lo contempli in se stessa. Gli parli umilmente come a Padre, gli racconti le pene che soffre, gliene chieda il rimedio, riconoscendosi indegna di essere chiamata sua figlia” (Cammino di Perfezione 28 , 2).
Sono due momenti della  riflessione di Maria Teresa Cristofori Ocds ( clicca qui per leggerla integralmente) sulla gioia di essere cristiani e di vivere alla presenza del Signore, atteggiamento tipico carmelitano.
Buona lettura