Le origini. Verso la fine del sec. XII, all'epoca
della III Crociata 1189 -1192 – non ci fu un Fondatore bene identificato, ma un
gruppo di pellegrini-penitenti di
origine latina che si raccolsero sul M. Carmelo, presso la Fonte detta "di Elia" per vivere una vita
eremitica.
La loro identità carismatica era data:
a)
dall'abitazione
di un "luogo sacro" (il
Monte Carmelo), ritenuto il Monte della "bellezza paradisiaca",
dell'Alleanza e della Gelosia di Dio; luogo della Decisione dove era sceso il
fuoco di Jahvè (1Re cc 17-20); Monte profetico e dimora dei primi monaci; Monte
della familiarità con Maria "sorella", "madre" e
"quasi genitrice";
b)
dalla
"Norma di Vita" (Regola) scritta da Alberto di Gerusalemme (sec.
XIII) che affidò ai Carmelitani il compito più radicale del Cristianesimo,
quello di "Amare Dio con tutto il cuore, I'anima e le forze per mezzo di
una preghiera ininterrotta che occupi tutta la vita";
c)
da
un'altissima concezione della vita Mistica;
d)
da
un’intensa Devozione Mariana con
particolare attenzione all' Annunciazione, all'Immacolata Concezione, alla
Vergine Purissima, alla Vergine Madre, alla Madre di TUTTI attraverso,
soprattutto la tradizione dello Scapolare, segno del rapporto privilegiato che
i carmelitani intrattenevano con la Vergine Santa.
Nel 1238 gli "Eremiti
Carmelitani" dovettero abbandonare la Terra santa culla originaria per un traumatico "passaggio in Europa". La trasmigrazione
in Occidente, incominciata nel 1235 terminò nel 1291 con la caduta del Regno
Latino di Gerusalemme. Nella fase di adattamento nella nuova situazione in
Occidente i Carmelitani giunsero a ottenere da Papa Innocenzo IV una "Regula
confirmata et bullata" che riconosceva i "Fratelli
del Carmelo" come vero e proprio Ordine Religioso.
Nel frattempo,
I'originale struttura eremitica senza essere rinnegata, veniva adattata e
aperta anche a una certa "forma di vita apostolica" simile a quella
allora in uso tra gli Ordini "Mendicanti". La convivenza fra le due "anime causò un periodo
di particolare sofferenza:l'impronta
eremitica iniziale che chiedeva al carmelitano di "meditare giorno e notte
la legge del Signore e di vegliare nella preghiera continua" mentre le condizioni
concrete della vita quotidiana occidentale sembravano negarla.
La Riforma Carmelitana di S. Teresa di Gesù e
di S. Giovanni della Croce offrì una
soluzione particolarmente significativa. Nell'agosto del 1562 S. Teresa di
Gesù, trovò il modo di attuare "dentro la città" e non più soltanto
"nel deserto" I'antica vocazione eremitica del Carmelo. Fondò un
nuovo piccolo monastero totalmente difeso dal mondo (per mezzo della totale
clausura), ma anche totalmente abbracciato e custodito dalla Chiesa (per mezzo
di una sobria ma intensa vita comunitaria) nel quale rese possibile alla
creatura di restare totalmente sola col suo Creatore e immersa in un continuo
rapporto sponsale con Cristo, ma anche totalmente spalancata alle necessità
della Chiesa e dell'umanità. Affinché la Riforma del Carmelo si estendesse
anche al ramo maschile, con S. Teresa di Gesù collaborò S. Giovanni della
Croce.
Nel 1568, Teresa, con l'aiuto di
S. Giovanni della Croce, insegnò anche ai Frati Carmelitani a coniugare la più
alta esperienza contemplativa (Vita di Orazione) con forme semplici, ma
fruttuose di dedizione apostolica. Nel compimento di quest'opera – che diede
origine alle Monache Carmelitane Scalze e ai Frati Carmelitani Scalzi – e per
mezzo degli Scritti in cui diedero ragione della loro esperienza, ambedue
diventarono Dottori della Chiesa Cattolica, cioè "Maestri nella fede" per
tutti i cristiani. Dopo di loro, con S. Teresa del B. G., la B. Elisabetta
della Trinità, S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)
e altri Santi e Beati, il Carmelo ha continuato e continua a offrire alla
Chiesa la vivente esperienza Mariana della grandezza della creatura inabitata
dalla Trinità e chiamata alla Comunione col Dio Vivente.