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martedì 15 agosto 2023

Lettera all'ocds di p. Miguel Calle

Venti anni fa l' approvazione delle Costituzioni per l'Ordine Secolare dei Carmelitani scalzi. Il nostro Padre Generale ci ha inviato una lettera da scaricare qui o qui


sabato 19 maggio 2018

Accetta, ama e collabora

L’OCDS è presente in tutto il mondo e si definisce come “OCDS NAZIONALE” – “OCDS PROVINCIALE” e “COMUNITA’ LOCALE” soggetto al Superiore Generale del Carmelo (coadiuvato da un Delegato Generale e dai Superiori Provinciali). Questa gerarchia  ha una sua ragione di essere come si spiega nella settima scheda di approfondimento delle nostre Costituzioni.

mercoledì 18 aprile 2018

Tendere alla piena maturità di Cristo

La formazione è il tempo e lo spazio del cammino verso la maturità umana e morale. Non nasciamo maturi; ma siamo obbligati a diventarlo. E nella misura in cui ne percepiamo la necessità, accettiamo anche l’impegno e la fatica.Questo è l'argomento della sesta scheda. Per scaricarla clicca qui

mercoledì 28 febbraio 2018

Non dimenticare che il tuo modello è Maria

Ecco la quinta scheda del nostro percorso di approfondimento delle Costituzioni che ci ricorda l'origine mariana dell'Ordine cui apparteniamo e come la figura della Vergine sia il nostro costante riferimento La presenza di Maria, mentre anima la nostra vita spirituale, informa anche il nostro apostolato. Perciò, con lo studio accurato delle Scritture, ci sforziamo di conoscere sempre più intimamente Maria, mossi da filiale amore, per quanto dipende da noi, attiriamo i fratelli ad amarla con vero amore, mostrandola modello e maestra di comunione con Cristo e con la Chiesa.

martedì 20 febbraio 2018

VA ANCHE TU A LAVORARE NELLA MIA VIGNA!

Ecco la scheda n 4. del nostro percorso per approfondire le Costituzion ocdsi.
 Ogni cristiano è amato – perdonato – riempito di grazia e di verità (di Spirito Santo) perché possa annunciare e testimoniare la presenza del Regno di Dio nelle realtà terrene (È giunto a voi il Regno di Dio!). 
Clicca qui per scaricare la scheda

martedì 9 gennaio 2018

Terza scheda sulle Costituzioni

Ogni uomo è immagine e somiglianza di Dio, quindi deve testimoniare in tutto quello che fa questo rimando a Dio; se no, non sa da dove viene e dove va: senza origine e senza meta! Vita senza senso.
Il cristiano ha la rivelazione certa della sua storia; e quindi deve comportarsi sempre come colui che sa che viene da Dio, che vive per Dio, e che torna a Dio. Il Vangelo gli dice continuamente come deve comportarsi per  non tradire questa sua vocazione: camminare con Gesù verso la pienezza della vita.
Il Carmelitano Secolare, oltre al Vangelo, ha altri due importanti sostegni per vivere con Gesù: la Regola con le Costituzioni e la Comunità.

Per la terza scheda clicca qui e per l'intero percorso clicca qui 

mercoledì 6 dicembre 2017

GUARDA BENE CHI STAI SEGUENDO!

Il Vangelo ci mostra come è stato accolto e seguito Gesù e  come possiamo seguirlo noi: da una superficiale e benevola simpatia, senza impegni e decisioni  a una totale consegna di tutto se stessi. Vediamo che cosa significa seguire Gesù per un carmelitano scalzo secolare, nella terza scheda sulle Costituzioni. Clicca qui
Nel box in alto a destra troverete via via tutto il nostro percorso formativo, curato da Brigida Silvana De Grandi ocds
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giovedì 5 giugno 2014

“LA COMUNIONE FRATERNA”



             
Costituzioni OCDS III – B,  nuovi paragrafi aggiunti al punto n° 24
“Diportiamoci sempre con VERITA’, perché Dio è somma VERITA’” 
 (S. Teresa, cfr Castello VI, 10, 6)       

I nuovi paragrafi aggiunti al n° 24 delle  COSTITUZIONI OCDS III–B, approvati con decreto dal Vaticano in data 07-01-2014 e  controfirmati dal Preposito Generale OCD Padre Saverio Cannistrà e dal Delegato generale per l’OCDS Padre Alzinir F. Debastiani, rappresentano un provvidenziale contributo per aiutare i Carmelitani Teresiani Secolari a vivere e testimoniare in modo più autentico e concreto la COMUNIONE FRATERNA, da porre a fondamento di ogni nostra relazione. 
 Al n° 24-a), viene chiaramente ribadito che ”La persona di Cristo è il centro della Comunità”.       Teoricamente siamo tutti concordi nell’affermare l’importanza di tale “centralità”, ma realizzarla, poi, a livello pratico non è davvero facile.  Occorre, innanzi tutto, che ogni membro OCDS si senta fortemente attratto dalla bellezza e dall’amore Gesù e si renda capace di amarlo,  ascoltarlo ed accoglierlo  nella propria vita. E’ necessario, perciò, che ciascuno si apra con fiducia a Lui, si impegni a conoscerlo, a capire chi è, e si disponga ad entrare nella sua intimità, instaurando con Lui un coinvolgente rapporto personale. Con il perseverante supporto della Parola di Dio, l’amorosa amicizia coltivata nei confronti di Cristo, si tradurrà in sicura fonte di conoscenza della sua Persona. In tal modo, i Carmelitani Secolari, potranno dare testimonianza di Lui ai fratelli, non a motivo di un indottrinamento esteriore, ma per averlo incontrato all’interno del proprio spirito,  essersi lasciati conquistare ed aver sperimentato che solo in Lui potranno trovare la vera libertà e salvezza. 
 Pertanto, i membri OCDS così formati, nei loro periodici incontri, sapranno trarre ispirazione dagli Apostoli riuniti nel Cenacolo con la B.V. Maria ed imitare i gruppi delle prime comunità cristiane,  seriamente impegnate a vivere l’UNITA’ nella TRINITA’, in conformità alla preghiera rivolta al Padre da Gesù: “Perché tutti siano una cosa sola, come tu, Padre sei in me e io in te”  (Gv 17, 21) . Ogni Comunità OCDS locale, quale segno visibile della Chiesa e dell’Ordine, deve farsi portatrice di Gesù e sentirsi chiamata a testimoniare nel proprio ambiente la COMUNIONE FRATERNA esistente tra i suoi membri, interpellati ad assumere e a dar prova di vivere tale realtà comunionale.  Con l’emissione della PROMESSA, i Carmelitani Secolari si impegnano a “tendere alla perfezione evangelica, nello spirito dei consigli evangelici, delle beatitudini e delle virtù cristiane” (n° 24–a). Tutto questo comporta un itinerario di crescita e di maturazione spirituale, da seguire ed osservare quotidianamente, affidandosi alla Grazia di Dio ed all’intercessione della B. V. Maria.  Come ben sappiamo, la nostra S. Madre Teresa di Gesù, con la Riforma da Lei operata, ha dato inizio ad un nuovo modello di vita in comunità.   Per godere di quella pace interna ed esterna tanto raccomandata dal Signore, Ella suggerisce alle sue Monachelle tre importanti cose da osservare, molto valide ancora oggi e da mettere in pratica  nelle nostre attuali  Comunità OCDS: “La prima è l’amore che dobbiamo portarci vicendevolmente; la seconda il distacco dalle creature; la terza la vera umiltà, la quale, benché posta per ultimo, è prima ed abbraccia le altre. L’amore sincero che ci dobbiamo portare scambievolmente, è assai importante, perché non vi è nulla di così difficile che non si sopporti facilmente quando si ama”    (S. Teresa di Gesù, Cammino di perf. 4, 4-5). In linea con il pensiero della nostra S. Madre, al punto n° 24-b) dei paragrafi aggiunti alle nostre Costituzioni, si evidenzia “l’importanza del mutuo aiuto  nel cammino dell’orazione e del valore dell’amicizia con gli altri nella comune ricerca di Dio”.          Viene inoltre chiarito che le RELAZIONI FRATERNE vanno segnate “dalle virtù dell’amore vero, gratuito, libero, disinteressato, da promuovere ed elevare attraverso la cultura, le virtù umane, la dolcezza, l’empatia, la prudenza, la discrezione, la semplicità, l’affabilità, l’allegria, la disponibilità”. Purtroppo, per la debolezza e fragilità della nostra condizione umana, contrassegnata da egoismo, amor proprio, desiderio di prevalere e di affermarsi, ci porta molto spesso, non verso un necessario cammino di spogliamento, ma a pretendere solo dagli altri l’esercizio di quei fondamentali valori sopra menzionati. Se ciascuno di noi non si sottopone quotidianamente ad un attento esame di coscienza, attraverso un severo ed obiettivo conoscimento di sé  al fine di scoprire i propri limiti e difetti, si incorre nel rischio di trasformarsi in giudici implacabili delle mancanze altrui, provando un gusto particolare a denunciare ogni pur minimo errore notato nel comportamento dei confratelli. In proposito, S. Teresa così ci mette in guardia: “L’andare osservando negli altri certe piccolezze, nuoce alla pace dell’anima e inquieta le sorelle. Il maligno potrebbe molto guadagnare, introducendo l’abitudine della mormorazione”       (1 M 2, 18).   All’interno delle comunità, non mancano persone sempre pronte a criticare, di solito insoddisfatte, immature e frustrate da inconfessate carenze, ma abili nel presentare ai superiori le loro rimostranze, magari unite anche a lacrime, per rendere più credibili le loro “litanie delle lamentele”. Così le definisce Papa Francesco che, nel discorso al Regina Caeli del 18 maggio scorso, ha rivolto e fatto ripetere per tre volte al popolo riunito in Piazza S. Pietro, questo ammonimento: “Niente chiacchiere, niente invidie, niente gelosie”. Coloro che hanno il compito di guidare, per non lasciarsi coinvolgere e strumentalizzare, hanno bisogno di tanto discernimento e di grande prudenza, rifuggendo dalla velleità di potersi ergere a paladini di coloro che falsamente si presentano come più deboli, mentre invece  sono, non di rado, mossi da invidia e gelosia. Prima di giudicare, occorre sempre ascoltare anche il parere di chi viene fatto, per invidia, oggetto di maldicenze, spesso mascherate da chi le pronuncia con il pretesto del “fin di bene”. Non si dia mai ascolto alle chiacchiere, altrimenti anziché farsi promotori di pace, può capitare che siano proprio i capi ad alimentare contrapposizioni, divisioni  e contrasti all’interno del proprio gruppo.  Meditiamo quanto in proposito ci viene ricordato al n° 24-d): ”L’autorità locale presti il suo servizio nella fede, nella carità e nell’umiltà. Aiuti a creare convivenza familiare e favorisca la crescita umana e spirituale di tutti i membri. Spinga al dialogo, al sacrificio di sé, al perdono e alla riconciliazione”. Pur tenendoci radicati e ben inseriti nella nostra realtà ambientale, non smettiamo mai di volare alto e di guardare a Gesù, la cui proposta non invecchia mai, poiché, come afferma Papa Francesco al n°11 della sua ”Evangelii gaudium”: - Egli sempre può, con la sua novità, rinnovare la nostra vita e la nostra comunità. – Più avanti, al n° 264, il Papa aggiunge:  -Abbiamo bisogno d’implorare ogni giorno Gesù, di chiedere la sua grazia perché apra il nostro cuore freddo e scuota la nostra vita tiepida e superficiale-. Per vivere la comunione fraterna, occorre rifiutare ogni falsità e camminare sempre  nella verità innanzi a Dio e innanzi agli uomini, sostenuti dalla vita eucaristica, dalla Parola di Dio, dall’orazione contemplativa e soprattutto dall’incontro con Gesù, per lasciarci affascinare da Lui e realizzare tra noi quella santità e fratellanza universale  che Egli , con la sua Incarnazione, Morte e Risurrezione è venuto a donarci.
 Caprarola, giugno 2014                Maria Teresa Cristofori  (Presidente provinciale OCDS romano)
                        
         

giovedì 30 gennaio 2014

Approvate le integrazioni alle nostre Costituzioni: il testo


Carissimi  sono stati approvati dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica della Santa Sede i numeri delle Costituzioni sulla Comunione fraterna e San Giuseppe. Accompagna questa integrazione la lettera del Padre Generale qui pubblicata (che potete scaricare assieme a tutti i documenti qui elencati).
Ringraziamo il Signore per aver portato a termine il lavoro fatto nelle Comunità OCDS Italiane.
Si di consiglia di consultarli spesso nelle Comunità e di tenerli sempre insieme alle Costituzioni.
Fraternamente e in comunione.
Silvana Brigida De Grandi Presidente del Coordinamento dell'Ocds d'Italia

 
                                                                                         


sabato 9 febbraio 2013

A dieci anni dalle Costituzioni, due proposte di integrazione


CASA GENERALIZIA CARMELITANI SCALZI
Segretariato per l’Ordine Secolare e Istituti Aggregati

Roma, 21 gennaio 2.013


Carissimi Fratelli e Sorelle nel Carmelo Teresiano,

La grazia dello Spirito di verità e di comunione sia con ciascuno di voi!
Il prossimo 16 giugno 2013 si compiranno 10 anni dall’approvazione delle Costituzioni dell’OCDS da parte della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata. 
Questo decennio ha portato dei frutti nelle Comunità e Provincie del Carmelo Secolare. Come legislazione, abbiamo l’Assistenza pastorale al Carmelo Secolare (1996) e la Ratio Institutionis per l’OCDS (2009). In tante Provincie sono stati elaborati gli Statuti Particolari e il Programma di formazione. Altre iniziative sono state portate avanti, come Congressi nazionali, provinciali o regionali, che sono iniziative valide e importanti per lo scambio fraterno di esperienze e la ricerca comune di mezzi per affrontare le sfide dei nostri tempi. D’altra parte, in altre realtà si stanno ancora organizzando. Oltre a queste iniziative, rimane il compito di vivere l’orazione che porta alla trasformazione della vita, la buona qualità della formazione e delle  relazioni  fraterne nelle Comunità, la cura delle nuove vocazioni per il rinnovamento delle Comunità, nonché il collaborare attivamente all’evangelizzazione del mondo dove ognuno vive, secondo i particolari talenti ricevuti.
Per tutti noi e come meta perenne, è bene avere un giusto equilibrio nell’autonomia e collaborazione tra i frati e i laici, come afferma l’Introduzione al documento Assistenza pastorale all’Ordine Secolare: “Ci sono eccessi che possono deformare l’autonomia dell’Ordine secolare: indipendenza eccessiva o dipendenza eccessiva da parte dei secolari, e da parte dei religiosi: la mancanza di interesse o volontà di controllo. In queste condizioni si verifica l’impossibilità di collaborazione sotto la direzione dei superiori legittimi dell’Ordine, come è scritto nelle Costituzioni”.
Le Costituzioni dell’OCDS del 2003 avvertono la mancanza di un capitolo sulla Comunità. Questo già fu rilevato da molti di voi, sia per il fatto dell’importanza della comunità nella vita e dottrina di S. Teresa, sia per la natura stessa della Chiesa in quanto popolo adunato nel nome della Trinità. Per questo il Definitorio Generale nel suo raduno di Dicembre del 2012 (cf. Lettera del Definitorio n. 15 )  ha chiesto di inserire un nuovo capitolo sulla Comunità nelle Costituzioni del 2003  e un paragrafo su s. Giuseppe (31-a  e ciò che è  sottolineato nel 58-j). Il nuovo Capitolo verrà inserito dopo l’attuale terzo capitolo e porta il n. III.A  (con i paragrafi 24-a, b, c, d, e).
La numerazione dei paragrafi prende l’ultimo numero del cap. 3, aumentando di una lettera; questo aiuterà a inserire un foglio nelle edizioni già fatte e a fare delle citazioni senza confondere con i  numeri dei paragrafi già esistenti. Il testo proposto come base è alla fine: La comunità del Carmelo secolare.
Però, prima di presentare un testo nuovo al Definitorio nel raduno di settembre 2013,  chiederei la vostra gentile collaborazione, della quale vi ringrazio in anticipo:
1. Le Comunità studieranno e rifletteranno su questi paragrafi fino al mese di maggio 2013, proponendo eventuali modifiche o aggiunte che dovranno essere inviate al Consiglio Provinciale OCDS.  Nel caso  non ci fosse  il Consiglio Provinciale, inviare all’e-mail scritto sotto.
2. Il Consiglio Provinciale farà una sintesi con le proposte o aggiunte al testo da parte delle Comunità e invierà alla Segretaria dell’OCDS entro il 30 giugno 2013. Saranno prese in considerazione quelle arrivate  fino a  questa data,  all’e-mail: ocd4ocds@gmail.com.
3. Verrà fatta una nuova sintesi per essere presentata al Definitorio a Settembre.

In questa occasione, vi ringrazio per l’invio dei dati statistici delle vostre Provincie e Comunità. Come informazione, a partire dai dati inviati e di quelli del 2003, le Comunità OCDS erette canonicamente sono  un totale di circa 1.506 e più 227 in formazione, con un totale di 24.492 membri con promesse definitive e temporanee, sparsi in circa 74 nazioni. Un grazie anche per  la collaborazione economica dei Consigli provinciali alla Segreteria dell’OCDS; ricordo che, secondo le leggi dell’Unione Europea, in futuro gli assegni bancari devono essere intestati con il nome di “Casa Generalizia dei P. Carmelitani Scalzi”. Il Signore vi benedica e ricompensi.
Concludendo, esprimo la mia gratitudine ai Consigli delle Comunità e ai Provinciali, ai PP. Provinciali OCD e ai loro Delegati e  Assistenti  per i contributi a questo nuovo capitolo sulla Comunità. 
Chiedo alla Vergine e Madre del Carmelo di intercedere il Signore finché ci guidi, quale Stella della nuova evangelizzazione a una comunione vera e fraterna tra di noi, finché arriviamo alla comunione totale con la Trinità.
Vi saluto cordialmente nel Signore,

Fr. Alzinir Francisco Debastiani OCD

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(III –A)           LA COMUNITÀ DEL CARMELO SECOLARE

24- a) La Chiesa in quanto mistero di comunione, è un “un popolo adunato dall'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo"[1]; è famiglia di Dio. All'interno di questo  mistero, nelle varie vocazioni, “si rivela l'«identità» dei fedeli laici, la loro originale dignità”[2]. Inoltre, “la rivelazione in Cristo del mistero di Dio come Amore trinitario è insieme la rivelazione della vocazione della persona umana all'amore[3]. La persona umana, per la sua natura spirituale, si realizza nelle relazioni interpersonali. Più a vive in modo autentico, più matura anche la propria identità personale, nell’essere in relazione con gli altri e con Dio[4]. Perciò, le comunità dell’Ordine Secolare, in quanto portatrici del carisma del Carmelo Teresiano, sono  dei luoghi per vivere la comunione e promuovere l’incontro personale e comunitario con Cristo, che si fa presente dove due o tre si radunano in suo nome (cf. Mt 18,20) e vi cercano di vivere il comandamento dell’amore (Gv 13,34) e le virtù cristiane (cf.: Col 3, 12-17; Fil 2,1-5).
24 - b) S. Teresa di Gesù, consapevole dell’importanza dei rapporti di amicizia nella ricerca di Dio[5], propone “un ideale di vita comunitaria configurato da  tre fattori:  una comunità che è anzitutto il «collegio di Cristo»[6], sul modello della Chiesa primitiva, perché Egli è presente in mezzo alla comunità[7]; una comunità che vive le esigenze dell’uguaglianza e dell’amore vero[8] e dove tutto è diretto da uno stile evangelico di amore effettivo, gratuito, disinteressato[9]; una comunità segnata dall’umanesimo: la cultura, le virtù umane, la soavità, la prudenza e la discrezione;  la semplicità, l’affabilità e l’allegria”[10]. Da parte sua, S. Giovanni della Croce dà dei precisi orientamenti per vivere in comunità, soprattutto a partire dall’ effetto purificante e unificante delle virtù teologali, in particolare l’amore attivo verso gli altri: “Dove non v’è amore, metta amore e ne ricaverà amore”, secondo il modo di operare del Signore, che ci ama e ci rende capace di amare[11].
24 – c) La comunità locale dell’Ordine Secolare  è un segno visibile della Chiesa[12]. Il fedele cristiano viene inserito nella comunità secolare con la promessa fatta alla comunità davanti al Superiore dell’Ordine o al suo Delegato[13]. Perciò, ogni membro  del Carmelo secolare è chiamato ad impegnarsi personalmente a vivere in comunione con la Chiesa, con l’Ordine, con la Provincia e soprattutto con quelli che gli sono accanto, amandoli  e stimolandoli nella pratica delle virtù[14]. Per questo occorre la partecipazione assidua ed attiva alla vita e agli incontri della comunità; le assenze sono ammesse solo per gravi motivi.
 24- d) Le comunità sono chiamate ad essere luoghi dove la “spiritualità della comunione”[15] svolge un ruolo educativo. In quanto formatrici[16] dei loro membri, puntano chiaramente ad essere comunità oranti e fraterne, alimentate nell’Eucaristia, secondo lo stile laicale fatto di raduni periodici. Così educano i membri alla fraternità e carità vicendevole e  collaborano attivamente all’evangelizzazione e missione della Chiesa e dell’Ordine in mezzo al mondo con la loro testimonianza, “perché la comunione è missionaria e la missione è per la comunione"[17]. In questo è di grande importanza l’autorità nella comunità: un servizio umile e di amore ai suoi membri (Cf. Mt 20,28; Mc 10,43-45; Gv 13,14), che aiuta a creare una convivenza familiare, spinge al dialogo, al perdono e alla riconciliazione. La preghiera vicendevole degli uni per gli altri, la sollecitudine per gli ammalati e gli anziani, i suffragi per i defunti sono alcuni altri segni concreti di fraternità. Inoltre, i diritti dei singoli membri devono essere salvaguardati e rispettati secondo le leggi della Chiesa; nello stesso modo i membri devono assolvere fedelmente i propri doveri verso la comunità. D’altra parte, nessuna insistenza eccessiva e ostinata sui propri diritti individuali può aver luogo in una comunità che ricerca devotamente Dio.
24 –e) I nostri santi fondatori, Santa Teresa di Gesù e S. Giovanni della Croce hanno fatto l’esperienza di vivere in comunità numerose. Tutti e due offrono orientamenti per vivere la vita fraterna in comunità più piccole. In queste è possibile stabilire un vero e profondo rapporto di amicizia umana e spirituale, di appoggio mutuo tra i membri nella comune ricerca di Dio. S. Teresa di Gesù insiste sull’importanza dell’aiuto degli altri nella vita spirituale: la carità cresce nel dialogare con l’altro[18], o anche nell’ “avanzare proposte circa il possibile emendamento” e compiacimento di Dio, nella conoscenza di sé, quando viene fatto “con amore” puntando al “profitto”[19] del fratello o della sorella. Questo è possibile quando c’è fiducia e conoscenza reciproca tra i membri della comunità, che sono il fondamento di una condivisione spontanea della vita spirituale[20]. Per questo, quando una comunità è troppo numerosa, e ci sono le condizioni per dividerla e formarne un’altra, questo deve essere fatto, con il consenso del Consiglio della Comunità e del Provinciale o del suo Delegato, ascoltato il parere dell'Assistente.
………………………………………..
31- a) Per il Carmelitano secolare l’amore alla Regina e Madre del Carmelo è inseparabile dalla devozione al suo sposo San Giuseppe, che il divino disegno associò al mistero dell’Incarnazione di suo Figlio Gesù Cristo. Sull’esempio di S. Teresa[21] il secolare trova in S. Giuseppe un modello per una vita in adorazione e comunione con Gesù uomo[22], un maestro di preghiera[23], esempio di disponibilità alla volontà di Dio e di cura della famiglia. In comunione con la Chiesa e con la tradizione dell’Ordine, di cui egli è Padre e Signore, il secolare trova in San Giuseppe un protettore incomparabile a cui affidare le speranze, le fatiche e i lavori di ogni giorno[24].
…………………………………………..
58 – j) le pratiche di mortificazione e le espressioni di devozione a Maria Santissima, a San Giuseppe e ai Santi dell’Ordine.




[1] Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, n. 4; cf. Giovanni Paolo II, Christefidelis Laici,  19.
[2] Giovanni Paolo II, Christefidelis Laici, 8.
[3] Pontificio Consiglio della giustizia e della pace, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, n. 34.
[4] Cf.: Benedetto XVI, Caritas in veritate n. 54. Cf:. n. 34.
[5] Cf. S. Teresa di Gesù, Vita 15,5; 23,4.
[6] S. Teresa di Gesù, Camino di perfezione (Escorial), 20,11.
[7] Cf. S. Teresa di Gesù, Vita 32,11; Camino di perfezione (Valladolid = CV) 17,7; 1,5; 3,1)
[8] Cf. S. Teresa di Gesù, Camino  di perfezione (V) 4,7; 7,9.
[9] S. Teresa, CV 4,11; 6-7;  5 Mansioni 3,7-12
[10] Cf. S. Teresa, CV 41, 7-8;  Vita Consecrata, 42;  Novo millenio ineunte, 43. 90º Capitolo Generale OCD, Per Voi sono nata, Fatima, 2009, n. 30.
[11] Lettera a M. Maria dell’Incarnazione, 6 luglio 1591; cf.: Lettera 30, a una religiosa di Segovia.
[12] Cf. Costituzioni OCDS, 40.
[13] Cf. Costituzioni OCDS, 12.
[14] Cf.: S. Teresa, Castello Interiore, 7 Mansioni, 4,14-15.
[15] Giovanni Paolo II, Novo millennio ineunte, n. 43 (2001).
[16] Cf.: Ratio Institutionis OCDS, 24-29.
[17] CL 32; Cf. Benedetto XVI, Deus caritas est, 20.
[18] Nel Libro della Vita 7,22 Teresa scrive: “Perché oggi si serve Dio in modo così superficiale che è necessario che coloro che lo servono si aiutino a vicenda per progredire… è necessario procurarsi compagnia per difendersi… La carità, inoltre, cresce in virtù di questa comunicazione, e ci sono ancora innumerevoli beni che non oserei menzionare, se non avessi una grande esperienza dell’importanza che è in essi”.
[19] Cf.: S. Teresa di Gesù, Vita 16,7
[20] Cf. Costituzioni OCDS, 18)
[21] Cf. S. Teresa di Gesù, Vita 6,6-8; 33,12.
[22] Cf.: Giovanni Paolo II, Redemptoris Custos, 25 (15.08.1989).
[23] Cf.: S. Teresa di Gesù, Vita 6,8.
[24] Giovanni Paolo II, Redemptoris Custos, 24: “San Giuseppe è la prova che per essere buoni ed autentici seguaci di Cristo non occorrono «grandi cose», ma si richiedono solo virtù comuni, umane, semplici, ma vere ed autentiche”  (cit. di Paolo VI).