sabato 9 agosto 2025

Edith, la stella cadente che brillò nel cielo di Auschwitz

L'uomo non esplora mai integralmente il suo intimo.
E' un segreto di Dio,
un segreto che unicamente Lui può rivelare
nella misura che vuole...
... rimani perciò... in raccoglimento
per tutto il tempo di cui ha bisogno
per trovare pace e quiete:
non sarai la sola a esserne avvantaggiata,
perché ne beneficeranno anche il tuo lavoro
e coloro con cui hai a che fare"

(Edith Stein _Teresa Benedetta della Croce)

 Oggi il Carmelo e la Chiesa universale ricordano S. Teresa Benedetta della Croce, carmelitana scalza.  La sua è la storia di un bellissimo cammino spirituale dalla fede ebraica alla fede in Cristo, complice il libro della Vita di Teresa d'Avila in cui Edith Stein, giovane filosofa husserliana, trova la Verità cercata per tutta la vita.

Era nata a Breslavia il 12 ottobre 1891. Ultima di 11 figli. Perse presto il papà e la madre tenne le redini della famiglia. Un esempio di forza per la piccola Edith. E lei? “La mia vivacità era irrefrenabile... e quando qualcosa non procedeva secondo i miei desideri dimostravo una caparbietà e una collera indomabili”, ma “a 7 anni la ragione ebbe in me il predominio”. Volle frequentare la scuola con un anno di anticipo, poi, ancora adolescente, pretese d'interrompere gli studi e raggiunse la sorella Else ad Amburgo. Abbandonò la religione. Sincera, ma non fino a ferire, riservata e con uno spiccato senso dell’humor, lottò da sola contro l’apatia, riprese gli studi e sostenne la maturità. Nel 1911 s'iscrisse alla facoltà di Germanistica, Storia e Psicologia dell'Università di Breslavia.  La sete di verità l’orientò verso la filosofia del fenomenologo Edmund Husserl. Seguì i suoi corsi nell’Università di Gottinga e questi studi raffinarono il suo spirito di osservazione: “Ci veniva continuamente raccomandato di considerare ogni cosa con occhio libero da pregiudizi, di gettare via qualsiasi tipo di paraocchi”, scrisse. Ma Dio l’attrasse un po’ per volta, rispettando la sua sete di verità, il suo inconsapevole bisogno di arrivare a Lui.

Entrata nel 1933 nel Carmelo di Colonia, visse con grande umiltà la nuova vita, nella clausura. Il suo epistolario mostra, da un lato la sua capacità di aver cura degli altri anche a distanza dall’altro la conferma di essere arrivata laddove il suo desiderava. E come amava dire a Dio uno sei suoi santi preferiti, S. Agostino, “ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te”. Proprio a proposito delle “Confessioni” del santo d’Ippona, Edith Stein scrisse di non aver letto nulla di più importante. E lei aveva seguito il consiglio di S. Agostino: “V'è un essere più elevato della nostra mente e della nostra ragione. Ecco, è la verità stessa: abbracciala, se puoi, e godila”.

Il nazismo, però, imperversava prendendo di mira tutti gli ebrei e, dopo la protesta dei vescovi olandesi, anche quelli convertiti al cattolicesimo. Così Teresa Benedetta della Croce, trasferitasi per volontà della Priora nel Carmelo di Echt, fu arrestata dalle SS il 2 agosto 1942. Iniziò un lungo viaggio verso la morte. Arrivò prima nel campo rifugiati di Westerbork. In quei giorni nei campi, come testimoniarono alcuni sopravvissuti, si distinse per la serenità e la forza che irradiava: "si distingueva dalle altre religiose del campo per il suo silenzio...non pensava alla propria sofferenza, perché era troppo calma, ma a quella degli altri". Quando, con altri ebrei deportati dall'Olanda tra cui la sorella Rosa Stein, arrivò ad Auschwitz, fu probabilmente tra le prime persone ad essere condotte nella camera a gas e poi bruciata nel forno crematorio.

Solo nel 1947 le carmelitane scalze del monastero olandese di Echt si rassegnarono all'idea che suor Teresa Benedetta non sarebbe più tornata, perché vittima della crudeltà nazista. Avevano atteso invano la notizia del suo ritrovamento. Alla fine scrissero una comunicazione per tutto l'Ordine: "Non la cerchiamo più sulla terra, ma presso Dio che ha gradito il suo sacrificio e ne ha accordato il frutto al popolo per il quale ella pregò, soffrì e morì". La comunicazione ufficiale della morte di Edith Stein giunse dopo poco al monastero di Echt, lapidaria: N. 44074, Edith Theresia Hedwig Stein nata il 12 ottobre 1891 a Breslavia, residente in Echt, deceduta il 9 agosto 1942. Morì proprio prima della notte in cui si guarda il cielo per vedere le stelle cadenti. E c'è una bellissima lettera che la benedettina Anna Maria Cànopi le indirizzò idealmente e in cui scrisse:

Non  posso pensare alla notte di San Lorenzo del 1942 senza vederla come la notte del pianto delle stelle. Lacrime di stelle erano quelle di luce che si spegnevano nella notte sopra il lager di Auschwitz e sopra tutte le altre fucine di morte. Il tuo corpo Edith come quello di mille e mille altri ebrei era già ridotto a un pugnetto di cenere, ma la tua anima vivida luce più alta delle stelle nel divino splendore.

Della nostra santa carmelitana restano gli scritti (tra cui “Il problema dell’empatia”, “Essere finito ed Essere eterno”, “Dalla vita di una famiglia ebraica”, “La donna. Il suo compito secondo la natura e la grazia”, “Il Castello dell’anima” e “Scientia Crucis”) che offrono, a credenti e no, una lezione vita, intrisa di dignità, rispetto, coerenza.

Ci fa piacere ricordare che nell'ambito del Giubileo S. Teresa Benedetta della Croce e è una delle sei sante di riferimento (fra dottori della Chiesa e patrone d’Europa) per un itinerario di arte e spiritualità fra le basiliche giubilari.  (Stedb)