mercoledì 16 aprile 2025
Esercizi spirituali sulla speranza che dona S. Teresina
Dal 24 al 27 aprile l'ocds del Commissariato di Sicilia parteciperà agli Esercizi Spirituali guidato da p. Gianni Iacono ocd sul tema "S. Teresa di Gesù Bambino segno di speranza per il mondo di oggi".
Piccole storie per l'anima
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.
Voi siete miei amici»
(Vangelo di Giovanni 15,12-14).
"Lo confesso francamente: morire d'amore,
come nostro Signore è morto d'amore sulla croce,
mi sembra ciò che io sto provando".
(S. Teresa di Gesù Bambino)
BUONA PASQUA!
martedì 15 aprile 2025
Il 27 giugno sarà presentato il testo di p. Aloysius Deeney
Carissimi, ecco a voi l'invito all'incontro di presentazione del libro di P. Deeney del 27 giugno p.v. con il link e il QR Code per il collegamento. Ringraziamo di cuore Lorenzo per l'impegno profuso con risultati sempre perfetti dal punto di vista grafico.
lunedì 7 aprile 2025
La Scuola di formazione nazionale: GLI ELEMENTI DI DISCERNIMENTO VOCAZIONALE NELL’OCDS
Il
secondo incontro della scuola di formazione nazionale on line dell’Ocds
d’Italia, svoltosi lo scorso 28 marzo (con p. Fausto Lincio ocd), forte del
primo step affrontato con la guida di p. Aldo (identità e fedeltà al carisma),
ci ha suggerito con quale consapevolezza e senso di responsabilità il formatore
deve approcciarsi al candidato alla formazione al Carmelo secolare. Non basta
conoscere bene il carisma carmelitano per essere formatori.
È importante
comprendere che la spiritualità carmelitana può attrarre in vari modi ma che
essere chiamati a far parte di un Ordine religioso, anche da laici, ci porta a
vivere all’interno di una “cornice”, così l’ha definita p. Lincio. C’è l’esigenza
di rispettare ciò che comporta quest’appartenenza.
La difficoltà di formare.
Non è svolgere il programma indicato il vero scoglio. P. Fausto ha individuato
per il ruolo di formatore due livelli di difficoltà che a volte sviluppano un
senso di inadeguatezza: una società che vive tutto a ritmo accelerato in cui il
candidato è immerso e il compito conferitogli in cui da un lato deve misurarsi
con la libertà del formando dall’altro ha la responsabilità di inserirlo in una
“cornice istituzionale che ha i suoi
paletti e perimetri che devono essere assunti e integrati”, nel rispetto
della singolarità della persona che “irrora
e rinnova la pianta su cui ci si è innestati”.
La
prima cosa da tener presente quando parliamo di discernimento vocazionale è ogni
cammino di consacrazione richiede quotidianamente una verifica e come ci
insegnano i nostri santi possiamo chiamare il nostro percorso cammino di perfezione o salita al Monte Carmelo esso ha comunque
un movimento dinamico. La stessa Teresa
D’Avila - lo ricordiamo – a un certo punto si rivolge al Signore con queste
parole: “Sono tua. Per te sono nata.
Dimmi che vuoi da me. Dimmi Signore”. P. Fausto osserva che chiedersi cosa
il Signore desideri da noi è una domanda positiva da porre non solo all’inizio
ma “anche dopo 50 anni di promesse
definitive o di voti”.
Con
quali criteri allora dobbiamo misurarci?
-
Il nodo vero del discernimento è qui: l'OCDS UNA REALTA' ISTITUZIONALE. Spiega p. Fausto “l’Ocds
non è un gruppo di preghiera mentale, non è il posto dei devoti della Madonna
del Carmine, non è il circolo degli amanti della spiritualità carmelitana… l’OCDS
è un ramo di un Ordine, una espressione di Chiesa pubblicamente riconosciuta
dalla Chiesa stessa (le promesse come ‘vincolo’ giuridico) che fa assumere
diritti e doveri ai suoi membri”. Ci diciamo orgogliosi di essere il terzo
ramo dell’Ordine, ma sappiamo che cosa vuol dire davvero?
Un
formatore consapevole di ciò comprende e fa comprendere al candidato durante un
adeguato tempo di discernimento che un conto è la sua motivazione personale un
altro è la chiamata vocazionale donata da Dio. Questo è il motivo per cui esistono
tappe, tempi, contenuti che guidano, senza spersonalizzare il candidato, a un’approfondita
immersione nel Signore. P. Lincio ha
lanciato anche una provocazione: sappiamo rispondere alla domanda “ma la
persona che sto imbarcando è adatta a questo viaggio o meno?” “Faccio un po’ provocatoriamente questa
sottolineatura per dire che l’identificazione di questo cammino non risolve di
per sé stesso tutte le questioni inerenti al cammino vocazionale”.
_
UN
CAMMINO DI FORMAZIONE IMPOSTO.
Il
grande lavoro svolto per la definizione del percorso formativo pensato è stato
veramente un passo importante. Un primo passo che “fa percepire che il cammino della formazione iniziale deve conoscere un
suo sviluppo progressivo armonico per dare ai candidati tutti gli elementi per
poter poi vivere in piena consapevolezza le Promesse”, ha detto p. Lincio.
Ma noi siamo pronti a dire, se il candidato fa resistenza a rivedere il suo
modo di vivere la preghiera e il cammino spirituale, se ha difficoltà a seguire
docilmente le tappe formative… che, benché sia una brava e devota persona, non
è chiamata al tipo di vita che il Carmelo propone?
Una
cosa è certa: chi è chiamato al Carmelo riesce a superare le proprie abitudini perché
nelle parole che al Carmelo trova, soprattutto quelle dei nostri santi, si riconosce,
si sente interpretato e allo stesso tempo illuminato, cioè capisce meglio chi è
lui come persona e chi è il Signore. P. Fausto indica anche questa ‘reazione’
di fronte ai testi dei nostri santi credo possa essere un criterio ulteriore
di discernimento vocazionale.
- LA COMUNITÀ È IL LUOGO VERO DEL
DISCERNIMENTO.
Come
ha ricordato p. Saverio Cannistrà in ‘Essere carmelitani scalzi oggi’,
l’esperienza teresiana ha come fulcro la dimensione comunitaria, il modo nuovo
di pensarsi, sostenersi e accompagnarsi:
-
comunità come luogo della pluralità armonica: persone tutte tra loro
molto diverse (età, esperienze di vita, maturazioni del cammino…) che hanno
trovato come un punto di ancoraggio comune, e questo è ciò che le rende
comunità. Se una comunità non vive ciò, è divisa, diventa difficile anche per
il formatore chiedere al candidato di rinunciare a qualcosa di suo per far
parte della comunità?
-
comunità come luogo del servizio: l’esperienza della comunità fa entrare
il candidato in un consesso di estranei che però sono anche suoi fratelli e
sorelle. La domanda vocazionale del candidato, se vera, dovrebbe piano piano
sostenere questo cambio di sguardo (da estranei a fratelli).
-
comunità come luogo di disinganno: è il luogo in cui la persona è messa
di fronte alla inadeguatezza di tanti suoi aspetti, di tanti suoi pensieri e
desideri, non perché questi siano necessariamente cattivi, ma perché lo stare
in comunità obbliga il singolo a una ricostruzione interiore che è possibile
nella misura in cui si confronta con l’argine che la comunità è.
Chiariti
i criteri, P. Fausto c’invita a rendere più espliciti, meno generici gli
orizzonti di senso della forma di vita dei carmelitani scalzi secolari, in modo
che possano essere riconosciuti e capiti, dal formatore e dal candidato. È la
nuova sfida, non facile, da affrontare insieme.
Prossima tappa sarà il 30 maggio: si svolgerà la tavola rotonda sul tema “Come vivo il senso di appartenenza e corresponsabilità nell’OCDS”.
Stefania De Bonis
ocds
domenica 6 aprile 2025
Pellegrini con Maria nel santuario Madonna delle Neve
Carissimi confratelli e consorelle ben ritrovati!
Accogliendo le indicazioni del nostro Statuto Provinciale, in cui si sottolinea che uno dei compiti principali del Consiglio Provinciale è quello di promuovere ed organizzare convegni ed incontri formativi intesi a favorire la comunione e la crescita spirituale delle Comunità della Provincia tutti i membri delle comunità dell'Ordine Secolare Teresiano della Provincia Veneta e del Commissariato Lombardo, sono invitati al PELLEGRINAGGIO MARIANO di Sabato 3 Maggio 2025 - Santuario “Madonna della Neve” di Adro (BS)10.15 « Pellegrini con Maria, Stella di speranza » [P. Fabio Roana, Delegato Provinciale OCDS ]
11.00 Pausa
11.30 Entrata insieme nel Santuario giubilare
S. Messa - Indulgenza Plenaria
(durante l’omelia Padre Aldo racconterà la storia dell’apparizione dell’Avvocata dei Peccatori al Pastorello)
12.30 Pranzo al sacco
14.30 Rosario meditato
15.30 Vespri
16.00 Buon ritorno!
CONVEGNO DELLA PROVINCIA VENETA OCDS
“COME DISCERNERE ALLA LUCE DELLO SPIRITO NEL RISPETTO DEL CARISMA E DELL’UNICITA’ DELLA PERSONA” CON P. RAMIRO CASALE - Delegato Generale OCDS.
L’atmosfera che si è creata
subito fra noi partecipanti, fin dalle prime battute di P. Ramiro, è stata di
grande gioia nel cuore, anche se l’argomento richiedeva riflessione,
concentrazione e uno sguardo serio alla propria interiorità. Ma è sempre
allettante e gioioso poter riflettere insieme e scoprirsi capaci di migliorare
se stessi e le nostre relazioni con il Signore e con i nostri fratelli e
sorelle nelle nostre comunità.
Ma come riconoscere se
un’ispirazione viene da Dio oppure no? Se viene da Dio, contiene un costante
incoraggiamento a continuare o a ricominciare nonostante gli ostacoli; S.
Teresa ce lo insegna: <<Non fermatevi, anche se crolla il mondo, non
fermatevi!>> Se non viene da Dio, allora prevarranno pensieri di
scoraggiamento e di sfiducia che indurranno a lasciar perdere.
Impariamo a riconoscere la voce
sottile e leggera dello Spirito Santo nel nostro cammino di discernimento, ben
sapendo che nel Carmelo abbiamo elementi spirituali e carismatici che ci guidano
in questo.
Dopo averli ampiamente analizzati, P. Ramiro ci ha invitato a rielaborare in gruppo quanto ci aveva illustrato perché non basta ascoltare (in quanto si dimentica quanto ascoltato), ma serve riflettere insieme per ricordare e per immaginare un modo migliore di essere e di relazionarsi.
Curiosando fra gli appunti presi
in uno dei gruppi, riportiamo:
1. Il
ciclo del pensiero
Dal pensiero derivano le nostre
emozioni che ricadono sulle nostre azioni, ma anche sui nostri comportamenti
verso l’altro. Dobbiamo fare attenzione a quella che è l'istintività che
dobbiamo imparare a contenere conoscendo noi stessi, conoscendo gli altri all'interno
della comunità ed entrando in un meccanismo di autoeducazione. È necessario
ricordarsi che è presente nell’essere umano sia una parte corporea che una
parte spirituale e quindi diventa necessario porre attenzione sempre e comunque
alla persona nella sua integralità.
2. Le
distorsioni cognitive
Le distorsioni cognitive sono
quei procedimenti mentali, dettati a volte anche da emozioni o stati d'animo,
che proviamo in un determinato momento e che ci
fanno percepire una realtà diversa da quella che potrebbe essere realmente,
solitamente conducendoci a pensieri e atteggiamenti negativi. Esse potrebbero
diventare un pericolo quando continuano ad essere presenti nella nostra mente. La
comunità ci aiuta a superare queste difficoltà e a capire quando sbagliamo;
nel confronto e nella ricerca comune della verità possiamo raggiungere la
serenità, senza mai dimenticare ciò
che caratterizza l'ordine carmelitano cioè la preghiera che ci mette in
un atteggiamento di ascolto e ci fa comprendere e capire i nostri fraintendimenti.
3.
Gli elementi spirituali più importanti nel
discernimento.
La comunità ci permette di
operare e iniziare un cammino di continuo discernimento, ma quello che ci aiuta
a comprendere ciò che è bene e ciò che è male e, dunque, a discernere
sicuramente è la parola di Dio. Essa è
sempre la migliore risposta alla situazione che stiamo vivendo, alle opere che
dobbiamo compiere, alle scelte da fare. Questo perché la parola del Signore è
sempre nuova e opera in noi, guidandoci sulla retta via e sul cammino che il
Signore ha pensato per noi chiamandoci al
Carmelo. È grazie all’orazione, altro aspetto che caratterizza il Carmelo, che
riusciamo ad entrare in un silenzio profondo, silenzio che non incute timore,
ma anzi invita all'ascolto di quanto il Signore ci vuole trasmettere. Questo è
il sacro silenzio che è da considerare come il respiro dell'anima;
attraverso l’orazione si riesce a
sentire e percepire quanto il Signore vuole da noi e ad affrontare la
sofferenza sull'esempio di nostro Signore Gesù Cristo.
4.
La conoscenza di sé nel processo di
discernimento
La conoscenza di sé è
fondamentale per arrivare ad un processo di discernimento, ci fa percepire i
nostri limiti e le nostre capacità e grazie alla condivisione con l’altro ci
permette di accettare serenamente “come siamo fatti” e ascoltare i consigli dei
nostri fratelli e sorelle.
Sicuramente oltre alla preghiera
e al silenzio, un elemento che
caratterizza il discernimento per la vocazione all'interno dell'Ordine Secolare
è l'esame di coscienza che viene suggerito anche da Santa Teresa
d'Avila, nostra madre, quando ci dice di recitare un confiteor prima di
iniziare l'orazione. L'altra caratteristica carismatica per la vocazione OCDS è
il pregare per tutti, per la redenzione del mondo, cogliendo il
suggerimento di Edith Stein di “Stare davanti a Dio per tutti”, affidando le
nostre suppliche per il mondo e quindi aprendo il nostro cuore a Dio per tutti
coloro che abitano questa terra.
Nella ocds e Silvia
ocds
mercoledì 2 aprile 2025
Quarta scheda: L'amore di Teresina per Maria
Possiamo considerare questo bellissimo testo di Santa Teresina, pubblicato integralmente nella quarta scheda formativa il suo testamento spirituale. Nel processo Apostolico si legge infatti: “Ho ancora qualcosa da fare prima di morire”, confida Teresa, “già molto malata”, alla sorella Celina: “Ho sempre sognato di esprimere in un canto alla Santa Vergine tutto ciò che penso di lei” (Processo Apostolico, Roma, 268). Clicca qui per scaricare la scheda
sabato 22 marzo 2025
Scuola Laboratorio.di formazione- II appuntamento
giovedì 20 marzo 2025
Piccole storie per l'anima
"Rimanete in me ed io in voi.
Come il tralcio non può dare frutto,
se non è unito alla vite, così neppure voi se non siete uniti a me.
Io sono la vite, voi i tralci.
Colui che rimane in me ed io in lui, costui dà molto frutto,
poiché senza di me non potete far nulla …"
(Gv 15,1-5)
domenica 9 marzo 2025
Dalla preghiera alla fraternità, dalla fraternità alla preghiera
“DALLA PREGHIERA ALLA FRATERNITA',
DALLA FRATERNITA' ALLA PREGHIERA”
PROGRAMMA
9.15 Accoglienza
9.30 Lodi
9.45 Intervento di Padre Renato Dall'Acqua OCD
10.45 Risonanza, Condivisione
11.15 Pausa
11.30 Orazione mentale ( Gv7,40-53 )
12.00 S. Messa
13.00 Pranzo al sacco
Pomeriggio
14.30 Il Significato Spirituale del Giubileo: lo conosciamo?
Intervento di Angelo Berna OCDS
15.15 Comunicazioni della Presidente Rosa Pellegrino a seguire Vespri
Portare con sé: la Liturgia delle Ore e Scapolare
lunedì 3 marzo 2025
Piccole storie per l'anima
C’era una volta un sovrano potente. Sapeva che il numero dei giorni che gli restavano da vivere diminuiva inesorabilmente. Che cosa sarebbe diventato il suo bel impero, quando sarebbe stato costretto ad abbandonarlo con tutti i nemici che lo circondavano da ogni lato?
Che avrebbe potuto fare il giovane principe, quel figlio troppo giovane e inesperto che il sovrano aveva avuto, ahimé, in tarda età? Dove poteva rifugiarsi? Chi lo avrebbe protetto?
Questi pensieri tormentavano il vecchio re, tanto che un giorno disse al principe: "Figlio mio, io non regnerò più per molto tempo e ignoro ciò che accadrà dopo la mia morte. Ci sono molti nemici intorno al trono. Ho tanta paura per l’impero che ho costruito e anche per te.
Morirei tranquillo se sapessi che hai un rifugio sicuro che ti protegga in caso di pericolo. Per questo ti consiglio di andare per il regno e di costruire fortezze in tutti gli angoli possibili, per tutti i confini del paese".
Obbediente, il giovane si mise immediatamente in cammino. Percorse tutto il Paese, per monti e per valli, e dove trovava il posto conveniente, faceva costruire grandi fortezze solide e imponenti. Le fortezze sorsero nelle profondità delle foreste, nelle valli più nascoste, sulla sommità delle colline, nei deserti, in riva ai fiumi e sui fianchi delle montagne .
Questo costò molto denaro, ma il principe non badava a spese: erano in gioco la sua vita e il suo trono. Dopo un certo tempo, il giovane ritornò nel palazzo del re suo padre. Stanco, dimagrito, ma soddisfatto d’aver portato a termine il compito, corse a presentarsi dal padre.
"Ebbene, figlio mio, com’è andata? Hai fatto ciò che io ti avevo detto?" gli domandò il re. "Si, padre", rispose il principe. "In tutto il paese si innalzano fortezze imprendibili: nei deserti, sulle montagne, nel profondo delle foreste".
Ma il vecchio re, il più potente che la storia abbia mai conosciuto, invece di congratularsi con il figlio per tutti i suoi sforzi, scuoteva la testa come in preda ad un forte dispiacere. "Non è questo, figlio mio, che avevo in mente io. Devi tornare indietro e ricominciare", disse.
"Le fortezze che tu hai costruito non ti proteggeranno assolutamente in caso di pericolo: tu sarai solo e non per quei muri e quelle pietre potrai sfuggire alle imboscate e alle trappole dei tuoi nemici. Tu devi costruirti dei rifugi nel cuore delle persone oneste e buone.
Devi cercare queste persone, e guadagnarti la loro amicizia: soltanto allora saprai dove rifugiarti nei momenti difficili. Là dove un uomo ha un amico sincero, là trova un tetto sotto cui ripararsi".
Il principe si rimise in cammino. Non più per i deserti, i dirupi, le foreste selvagge, ma per andare verso la gente, tra loro, per costruire dei rifugi come immaginava suo padre, il vecchio re pieno di saggezza. E questo richiese molti più sforzi e fatiche.
Ma il principe non li rimpianse mai. Perché, quando dopo un certo tempo il vecchio sovrano si spense e lasciò questo mondo, il principe non aveva più nessun nemico da temere.
E tu, quanti rifugi hai costruito fino ad oggi nella tua vita?
"Gesù non vuole che la nostra amicizia.
E chi si rifiuterà di concedergliela,
quando Egli non ha rifiutato di spargere tutto il suo sangue per noi,
sacrificando la sua vita?
E' un nulla quanto domanda- pensate!
E ascoltarlo è di sommo nostro interesse."
(S.Teresa D'Avila)