La storia è accaduta da qualche parte in Medio Oriente. Una comunità di sorelle religiose molto giovani viveva davvero il voto di povertà. L'orto del convento ben curato produceva tutto ciò di cui avevano bisogno.
Permetteva loro di nutrirsi in modo sobrio ma sufficiente e di provvedere a tutte le altre spese indispensabili. Andavano in città a vendere fagioli, pomodori, cipolle, patate, insalate, peperoni al mercato cittadino. Essendo troppo povere per avere un veicolo, portavano le ceste a piedi e il monastero era piuttosto lontano dalla città. Un giorno, pensarono che sarebbe stato bello avere un asino per il trasporto. Per ottenerlo, decisero di fare una novena a San Giuseppe.
Per farglielo capire, la sorella più artistica del convento disegnò un asinello e attaccò il disegno ai piedi della statua di San Giuseppe nella cappella. Ogni mattina e ogni sera per nove giorni, alla fine degli uffici di Lodi e di Vespri, aggiungevano una piccola preghiera: «San Giuseppe, tu sei stato attento alle necessità della tua Famiglia di Nazareth, vedi la nostra difficoltà e procuraci un asino che ci aiuti a portare la verdura al mercato». Il nono giorno al mattino, il campanello alla porta del convento tintinnò.
La sorella portinaia aprì e si trovò davanti un vicino. Tiene in mano un asino all'estremità di una corda e spiega che è disposto a darlo alla comunità se ne hanno bisogno. La sorella non riesce a credere ai suoi occhi e alle sue orecchie. Lo ringrazia calorosamente. «Però, avverte il generoso vicino, questo asino ha un difetto: gli manca la coda. È nato così, non è molto estetico.
Ma questo non gli impedisce di essere docile e forte». Naturalmente la suora si affretta a dire che lei e la sua comunità non vedono alcun danno in questo leggero handicap, e che accettano questo "novizio" che sarà loro tanto utile.
Certo, nel convento c'è un'esplosione di gioia e di stupore per la risposta di San Giuseppe. Questo dono del cielo sarà trattato con grande rispetto. I giorni passano.
L'asino si rivela molto docile e molto coraggioso e anche molto felice della sua famiglia adottiva. Una mattina, la sorella artista si accorge improvvisamente di non aver tolto il foglietto che aveva messo ai piedi della statua di San Giuseppe all'inizio della novena.
Questo piccolo promemoria è ormai inutile. Quanto fu sorpresa quando dispiegò il foglio per ricordare il disegno che aveva fatto tre settimane prima: nella fretta si era dimenticata di disegnare una coda all'asino ... In quel giorno le sorelle impararono che il Signore non manca né d'attenzione, né d'umorismo…
"L'Amore, quando è perfetto, ha pur la forza di farci dimenticare
ogni nostra soddisfazione per far piacere all'Amato."
(S. Teresa di Gesù)