domenica 2 ottobre 2022

Solo Dio basta - 9



 Sono passati poco più di 3 anni da quando Teresa ha fondato il suo primo monastero ad Avila “S. Giuseppe”, lasciando il vecchio monastero dell'Incarnazione per fondare una piccola comunità in cui ci si potesse conoscere ed aiutare.

        Le giovani monache chiedono ed insistono perché Teresa scriva per loro delle norme di vita, puntualizzazione e commento della Regola, delle Costituzioni....che insomma lasci per iscritto degli insegnamenti, quelli che lei dava loro a voce.

        Teresa innanzi tutto desiderava far affezionare le sue figlie all'orazione. A questo proposito aveva già dedicato nel libro della Vita dei capitoli sull'orazione, ma il suo confessore Padre Banez, domenicano riteneva inopportuno che arrivasse nelle mani delle sue monache. Fu lui a spingerla a scrivere “Il Cammino di Perfezione.”

        Al termine della stesura dirà: "Ho letto con attenzione questo libro: contiene gli avvisi e i consigli che la Madre Teresa di Gesù, fondatrice dei monasteri delle Carmelitane scalze, impartisce alle sue figlie. Non ho trovato nulla che mi ripugni riguardo a bontà e santità di dottrina. Molto, anzi, quasi tutto non fa che eccitare a virtù, specialmente alla preghiera vocale, alla mentale e alla contemplazione”.

     Teresa prende in mano la penna e scrive come se stesse parlando, come in una conversazione famigliare. La Madre scrive come è: rimprovera, incoraggia, insegna, talvolta ironica nei riguardi dei difetti delle sue lettrici. Quando parla di sé, dei suoi peccati, fa delle confidenze personali; polemizza con teologi allergici all'orazione e quando critica i teologi del tempo che vedono in ogni contemplativa una visionaria, dice: "So che sei un giusto giudice, non fai come i giudici del mondo, i quali essendo figli di Adamo, e in definitiva tutti uomini, non esiste virtù di donna che non ritengono sospetta.”

       In questo libro, che chiama “Cammino di Perfezione” ella conduce le anime alla fonte dell'acqua viva che è la perfezione dell'orazione.

      Il quaderno scritto da Teresa va nelle mani del teologo censore, Padre Garcia di Toledo per l'approvazione. Egli cancella il paragrafo in cui l'autrice fa l'apologia delle donne, è infastidito dalle confidenze personali, dal tono famigliare usato e non appone la firma al manoscritto che Teresa dovrà rifare moderando il tono polemico contro i signori teologi, eliminare paragoni ameni, battute umoristiche, allusioni confidenziali.

      Guardando la prima edizione e confrontandola con la seconda vediamo ampie differenze (addirittura la prima consta di 73 capitoli, la seconda di 42).
La prima redazione prende il nome di “codice di El Escorial” poiché si conserva nella biblioteca dell'Escorial; la seconda “codice di Valladolid” perché si conserva nel monastero delle carmelitane scalze di Valladolid. La prima edizione italiana del “Cammino di Perfezione” di s. Teresa tale e quale fu stesa dall'autrice è comparsa in Italia nel 1980.

      La spiegazione va cercata nel fatto che a 6 anni dalla morte di Teresa il letterato Luis de Leon si trovò di fronte 2 manoscritti, entrambi autografi, ma diversi del ”Cammino di Perfezione”. Egli si limita a fondere i 2 manoscritti insieme, completando l'uno con l'altro.
Il testo rimane così finché non arrivano gli editori critici del secolo scorso che si propongono di separare e restaurare i 2 quaderni autografi. Il primo viene considerato come brutta copia e così viene stampato solo il secondo, tradotto nelle principali lingue.
Ora, ci è data la possibilità di leggere la prima stesura fatta da Teresa, che con grande umiltà diceva: "se nel mio libro vi è qualcosa di buono è tutto per l'intervento di Dio”.