sabato 25 febbraio 2023

Meditazione sul Vangelo della Domenica

 

Sembra incredibile che sia lo stesso Spirito Santo a condurre Gesù nel deserto e, per di più, per esservi tentato dal Diavolo. Ma se il Vangelo dice così, questo strano dettaglio vuol significare qualcosa. “Allora” scrive Matteo, “Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo”. Marco, scrivendo che “E subito” [dopo essere disceso su Gesù nel battesimo] lo Spirito lo sospinse nel deserto” (Mc 1,12), è forse ancora più scioccante.

Mentre Marco, nel suo Vangelo, dice semplicemente che Gesù “fu tentato", senza aggiungere altro, Matteo e Luca le fanno coincidere con tre tentazioni concrete, perché vogliono contrapporre la vittoria di Gesù ad altrettante cadute del suo antico popolo di Israele. I quaranta giorni di Gesù nel deserto corrispondono, infatti, ai quarant’anni in cui Israele fu tentato nel deserto (Dt 8,2). L’adorazione che il diavolo chiede a Gesù, ricorda l’adorazione dei falsi dei da parte di Israele (Es 32). Non lo fecero, ma avrebbero dovuto rispondere al tentatore come Gesù, ossia, con le parole di Dt 6,13: “Temerai il Signore, tuo Dio, lo servirai e giurerai per il suo nome”.

Anche la risposta alla seconda tentazione di gettarsi dal punto più alto del tempio, fidandosi di ciò che è scritto nel Salmo 91,12 (“sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede”), corrisponde a un detto antico. “Sta scritto anche”, disse Gesù al diavolo tentatore, “non tenterete il Signore, vostro Dio” (Dt 6,16).

Quanto alla risposta di Gesù sul pane (Non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”), il riferimento è al libro del Deuteronomio, in cui leggiamo queste parole: “[Il Signore] ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l'uomo non vive soltanto di pane, ma che l'uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore” (Dt 8,3).

Abbiamo così dato spiegazioni sul perché Luca e Matteo abbiano scelto queste tre tentazioni e non altre. Ma non abbiamo ancora spiegato perché sia lo stesso Spirito Santo a spingere Gesù nel deserto e, oltretutto, per essere tentato dal Diavolo. Un’affermazione strana, dal momento che, a noi lo Spirito è stato dato per vincere le tentazioni e non perché ci spinga ad essere tentati. “Non abbandonarci nella tentazione”, supplichiamo, in una delle richieste del Padre Nostro.

Benché, tuttavia, ci sembri strano, è proprio a capire un’altra cosa importante che vogliono portarci gli evangelisti! Il deserto rappresenta, infatti, la vita e, così come Gesù, pur senza peccato, ha voluto entrare nelle acque del Giordano con i peccatori, lo stesso ora, nel momento in cui sta per manifestarsi a tutti. I quaranta giorni di deserto anticipano la vita reale, dove non mancheranno, neppure a Gesù, le tentazioni. E il fatto che, a differenza di noi, non cada in esse, è proprio perché portato (sospinto) dallo Spirito.

Entrando nel deserto come il maggiore di noi, suoi fratelli, ci insegna che, se ci lasciamo portare dallo Spirito, anche noi avremo la stessa capacità di non cadere. Perché? Perché i figli di Dio [come tali] non peccano. Continuiamo a peccare, e, per grazia di Dio, “se qualcuno ha peccato abbiamo un Paraclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto” (1Gv 2,1), di per sé, tuttavia, “chiunque è stato generato da Dio non pecca: chi è stato generato da Dio preserva se stesso e il Maligno non lo tocca” (1Gv 5,18).

E chi ci dà la certezza di essere veramente figli di Dio, se non lo Spirito che spinge e guida Gesù e i santi che lo seguono?