giovedì 25 agosto 2022

Solo Dio Basta - 7 - La contemplazione


Da "VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesu' bambino OCD

LA CONTEMPLAZIONE

 

Dono di sé, umiltà e silenzio non solo abbandonano l'anima all'azione diretta di Dio, ma esercitano una pressione quasi irresistibile sulla libertà divina perché intervenga sulla vita spirituale della persona per mezzo dei doni dello Spirito Santo. Nel Libro della sua Vita (c. I,2) S. Teresa ci dice: “Ci sono cose talmente delicate da vedere e da intendere che l'intelletto ha un bell'ingegnarsi a cercare termini adatti per dirne almeno qualcosa con tanta esattezza da non farle restare sempre molto oscure per coloro che non ne hanno esperienza! Chi ha tale esperienza però mi capirà benissimo, specialmente se la sua esperienza è grande.”

L'intervento di Dio nella vita spirituale avverrà ordinariamente, in primo luogo, nelle relazioni dirette della persona con Dio, di conseguenza nell'orazione. Trasformerà l'orazione in contemplazione.

 Diverse definizioni sono state date della contemplazione. Teologi carmelitani dicono: “Sguardo semplice sulla verità, sotto l'influsso dell'amore”. Nella contemplazione soprannaturale l'anima conosce per mezzo dell'amore. Il frutto di questa contemplazione è uno sviluppo dell'amore. L'amore è dunque il principio e il fine della contemplazione.

S. Teresa intende come contemplazione solo quella soprannaturale o infusa.

In realtà ci vengono proposti diversi tipi di contemplazione: quella “estetica”, al grado inferiore, realizzata con lo sguardo dei sensi su realtà sensibili (sguardo da una scogliera sull'immensità dell'oceano); quella “intellettuale”, del filosofo che, dopo un lavoro perseverante, ha trovato la soluzione che si poneva al suo spirito; quella ”teologica”, di chi anche semplice cristiano, studia un dogma e ne scruta le formule, animato sempre dall'amore.

Come abbiamo accennato è la “contemplazione soprannaturale o infusa” la forma più elevata di contemplazione a cui i nostri mistici, s. Teresa di Gesù e s. Giovanni della Croce riservano tale nome, pienamente soprannaturale perché il suo oggetto è la Verità divina stessa. Il ruolo dell'amore in questa contemplazione è essenziale.

La contemplazione è dunque scienza d'amore, ”sapienza segreta”, dice ancora s. Giovanni della Croce che "viene comunicata e infusa nell'anima per mezzo dell'amore”(2 Notte, c. XVII, 2), attenzione amorosa, calma e serena che procede dall'amore e trova la sua perfezione nella perfezione dell'unione trasformante per somiglianza d'amore; questo è il suo effetto essenziale.

S. Giovanni della Croce invita comunque colui che comincia ad essere favorito della contemplazione a riprendere qualche volta le operazioni discorsive delle facoltà, per non correre il rischio di stabilirsi in una quiete pigra che non raggiunge né la luce infusa di Dio né i lumi acquisiti con il lavoro delle facoltà.

 Tra gli effetti psicologici della contemplazione, s. Giovanni della Croce e s.Teresa d'Avila ne hanno percepiti alcuni abbastanza costanti per essere offerti come segni rivelatori della contemplazione soprannaturale:

      Primo segno si presenta quando l'anima si accorge di non poter più meditare né discorrere con l'immaginazione, come pure di non provare gusto in questo esercizio, come le avveniva prima. Ora prova aridità nelle cose in cui prima era solita fissare il gusto e trarne giovamento.(2 Salita, c. XIII, 2)

      Secondo segno quando l'anima non ha nessuna voglia di applicare la sua fantasia o i sensi ad altri oggetti particolari, esteriori o interiori. (2 Salita, c. XIII, 3)...ci si preoccupa di non servire Dio, anzi di regredire..(1 Notte, c. IX, 3)

      Terzo segno, questa volta positivo, quando l'anima prova piacere a starsene sola con Dio, in uno sguardo d'amore contemplante, senza particolari considerazioni. Sua unica occupazione è godere la pace interiore, la quiete e il riposo divino.(2 Salita, c. XIII,6)

S. Teresa afferma parlando della contemplazione: ”Quando un'anima riceve da Dio tali pegni è segno che è stata da lui eletta a grandi cose”.