Da "VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesu' bambino OCD
LA CONTEMPLAZIONE
Dono di sé, umiltà e silenzio
non solo abbandonano l'anima all'azione diretta di Dio, ma esercitano una
pressione quasi irresistibile sulla libertà divina perché intervenga sulla vita
spirituale della persona per mezzo dei doni dello Spirito Santo. Nel Libro
della sua Vita (c. I,2) S. Teresa ci dice: “Ci sono cose talmente delicate da
vedere e da intendere che l'intelletto ha un bell'ingegnarsi a cercare termini
adatti per dirne almeno qualcosa con tanta esattezza da non farle restare
sempre molto oscure per coloro che non ne hanno esperienza! Chi ha tale
esperienza però mi capirà benissimo, specialmente se la sua esperienza è
grande.”
L'intervento di Dio nella vita
spirituale avverrà ordinariamente, in primo luogo, nelle relazioni dirette
della persona con Dio, di conseguenza nell'orazione. Trasformerà l'orazione in
contemplazione.
Diverse definizioni sono state date della contemplazione. Teologi carmelitani dicono: “Sguardo semplice sulla verità, sotto l'influsso dell'amore”. Nella contemplazione soprannaturale l'anima conosce per mezzo dell'amore. Il frutto di questa contemplazione è uno sviluppo dell'amore. L'amore è dunque il principio e il fine della contemplazione.
S. Teresa intende come
contemplazione solo quella soprannaturale o infusa.
In realtà ci vengono proposti
diversi tipi di contemplazione: quella “estetica”, al grado inferiore,
realizzata con lo sguardo dei sensi su realtà sensibili (sguardo da una
scogliera sull'immensità dell'oceano); quella “intellettuale”, del filosofo
che, dopo un lavoro perseverante, ha trovato la soluzione che si poneva al suo
spirito; quella ”teologica”, di chi anche semplice cristiano, studia un dogma e
ne scruta le formule, animato sempre dall'amore.
Come abbiamo accennato è la
“contemplazione soprannaturale o infusa” la forma più elevata di contemplazione
a cui i nostri mistici, s. Teresa di Gesù e s. Giovanni della Croce riservano
tale nome, pienamente soprannaturale perché il suo oggetto è la Verità divina
stessa. Il ruolo dell'amore in questa contemplazione è essenziale.
La contemplazione è dunque
scienza d'amore, ”sapienza segreta”, dice ancora s. Giovanni della Croce
che "viene comunicata e infusa nell'anima per mezzo dell'amore”(2 Notte, c.
XVII, 2), attenzione amorosa, calma e serena che procede dall'amore e trova la
sua perfezione nella perfezione dell'unione trasformante per somiglianza
d'amore; questo è il suo effetto essenziale.
S. Giovanni della Croce invita
comunque colui che comincia ad essere favorito della contemplazione a riprendere
qualche volta le operazioni discorsive delle facoltà, per non correre il
rischio di stabilirsi in una quiete pigra che non raggiunge né la luce infusa
di Dio né i lumi acquisiti con il lavoro delle facoltà.
Tra gli effetti psicologici della contemplazione, s. Giovanni della Croce e s.Teresa d'Avila ne hanno percepiti alcuni abbastanza costanti per essere offerti come segni rivelatori della contemplazione soprannaturale:
• Primo segno si presenta quando l'anima si accorge di
non poter più meditare né discorrere con l'immaginazione, come pure di non
provare gusto in questo esercizio, come le avveniva prima. Ora prova aridità
nelle cose in cui prima era solita fissare il gusto e trarne giovamento.(2
Salita, c. XIII, 2)
• Secondo segno quando l'anima non ha nessuna voglia di
applicare la sua fantasia o i sensi ad altri oggetti particolari, esteriori o
interiori. (2 Salita, c. XIII, 3)...ci si preoccupa di non servire Dio, anzi di
regredire..(1 Notte, c. IX, 3)
• Terzo segno, questa volta positivo, quando l'anima
prova piacere a starsene sola con Dio, in uno sguardo d'amore contemplante,
senza particolari considerazioni. Sua unica occupazione è godere la pace
interiore, la quiete e il riposo divino.(2 Salita, c. XIII,6)
S. Teresa afferma parlando
della contemplazione: ”Quando un'anima riceve da Dio tali pegni è segno che è
stata da lui eletta a grandi cose”.