sabato 9 agosto 2025

Edith, la stella cadente che brillò nel cielo di Auschwitz

L'uomo non esplora mai integralmente il suo intimo.
E' un segreto di Dio,
un segreto che unicamente Lui può rivelare
nella misura che vuole...
... rimani perciò... in raccoglimento
per tutto il tempo di cui ha bisogno
per trovare pace e quiete:
non sarai la sola a esserne avvantaggiata,
perché ne beneficeranno anche il tuo lavoro
e coloro con cui hai a che fare"

(Edith Stein _Teresa Benedetta della Croce)

 Oggi il Carmelo e la Chiesa universale ricordano S. Teresa Benedetta della Croce, carmelitana scalza.  La sua è la storia di un bellissimo cammino spirituale dalla fede ebraica alla fede in Cristo, complice il libro della Vita di Teresa d'Avila in cui Edith Stein, giovane filosofa husserliana, trova la Verità cercata per tutta la vita.

Era nata a Breslavia il 12 ottobre 1891. Ultima di 11 figli. Perse presto il papà e la madre tenne le redini della famiglia. Un esempio di forza per la piccola Edith. E lei? “La mia vivacità era irrefrenabile... e quando qualcosa non procedeva secondo i miei desideri dimostravo una caparbietà e una collera indomabili”, ma “a 7 anni la ragione ebbe in me il predominio”. Volle frequentare la scuola con un anno di anticipo, poi, ancora adolescente, pretese d'interrompere gli studi e raggiunse la sorella Else ad Amburgo. Abbandonò la religione. Sincera, ma non fino a ferire, riservata e con uno spiccato senso dell’humor, lottò da sola contro l’apatia, riprese gli studi e sostenne la maturità. Nel 1911 s'iscrisse alla facoltà di Germanistica, Storia e Psicologia dell'Università di Breslavia.  La sete di verità l’orientò verso la filosofia del fenomenologo Edmund Husserl. Seguì i suoi corsi nell’Università di Gottinga e questi studi raffinarono il suo spirito di osservazione: “Ci veniva continuamente raccomandato di considerare ogni cosa con occhio libero da pregiudizi, di gettare via qualsiasi tipo di paraocchi”, scrisse. Ma Dio l’attrasse un po’ per volta, rispettando la sua sete di verità, il suo inconsapevole bisogno di arrivare a Lui.

Entrata nel 1933 nel Carmelo di Colonia, visse con grande umiltà la nuova vita, nella clausura. Il suo epistolario mostra, da un lato la sua capacità di aver cura degli altri anche a distanza dall’altro la conferma di essere arrivata laddove il suo desiderava. E come amava dire a Dio uno sei suoi santi preferiti, S. Agostino, “ci hai fatti per te, e il nostro cuore non ha posa finché non riposa in te”. Proprio a proposito delle “Confessioni” del santo d’Ippona, Edith Stein scrisse di non aver letto nulla di più importante. E lei aveva seguito il consiglio di S. Agostino: “V'è un essere più elevato della nostra mente e della nostra ragione. Ecco, è la verità stessa: abbracciala, se puoi, e godila”.

Il nazismo, però, imperversava prendendo di mira tutti gli ebrei e, dopo la protesta dei vescovi olandesi, anche quelli convertiti al cattolicesimo. Così Teresa Benedetta della Croce, trasferitasi per volontà della Priora nel Carmelo di Echt, fu arrestata dalle SS il 2 agosto 1942. Iniziò un lungo viaggio verso la morte. Arrivò prima nel campo rifugiati di Westerbork. In quei giorni nei campi, come testimoniarono alcuni sopravvissuti, si distinse per la serenità e la forza che irradiava: "si distingueva dalle altre religiose del campo per il suo silenzio...non pensava alla propria sofferenza, perché era troppo calma, ma a quella degli altri". Quando, con altri ebrei deportati dall'Olanda tra cui la sorella Rosa Stein, arrivò ad Auschwitz, fu probabilmente tra le prime persone ad essere condotte nella camera a gas e poi bruciata nel forno crematorio.

Solo nel 1947 le carmelitane scalze del monastero olandese di Echt si rassegnarono all'idea che suor Teresa Benedetta non sarebbe più tornata, perché vittima della crudeltà nazista. Avevano atteso invano la notizia del suo ritrovamento. Alla fine scrissero una comunicazione per tutto l'Ordine: "Non la cerchiamo più sulla terra, ma presso Dio che ha gradito il suo sacrificio e ne ha accordato il frutto al popolo per il quale ella pregò, soffrì e morì". La comunicazione ufficiale della morte di Edith Stein giunse dopo poco al monastero di Echt, lapidaria: N. 44074, Edith Theresia Hedwig Stein nata il 12 ottobre 1891 a Breslavia, residente in Echt, deceduta il 9 agosto 1942. Morì proprio prima della notte in cui si guarda il cielo per vedere le stelle cadenti. E c'è una bellissima lettera che la benedettina Anna Maria Cànopi le indirizzò idealmente e in cui scrisse:

Non  posso pensare alla notte di San Lorenzo del 1942 senza vederla come la notte del pianto delle stelle. Lacrime di stelle erano quelle di luce che si spegnevano nella notte sopra il lager di Auschwitz e sopra tutte le altre fucine di morte. Il tuo corpo Edith come quello di mille e mille altri ebrei era già ridotto a un pugnetto di cenere, ma la tua anima vivida luce più alta delle stelle nel divino splendore.

Della nostra santa carmelitana restano gli scritti (tra cui “Il problema dell’empatia”, “Essere finito ed Essere eterno”, “Dalla vita di una famiglia ebraica”, “La donna. Il suo compito secondo la natura e la grazia”, “Il Castello dell’anima” e “Scientia Crucis”) che offrono, a credenti e no, una lezione vita, intrisa di dignità, rispetto, coerenza.

Ci fa piacere ricordare che nell'ambito del Giubileo S. Teresa Benedetta della Croce e è una delle sei sante di riferimento (fra dottori della Chiesa e patrone d’Europa) per un itinerario di arte e spiritualità fra le basiliche giubilari.  (Stedb)  



                                                                                                       



venerdì 8 agosto 2025

I pensieri del passero solitario ... d'estate


 
Sul tavolino da notte di una vecchia signora ricoverata in un ospizio per anziani, il giorno dopo la sua morte, fu ritrovata questa lettera.    Era indirizzata alla giovane infermiera del reparto. 

"Cosa vedi, tu che mi curi? 

Chi vedi, quando mi guardi? 

Cosa pensi, quando mi lasci? 

E cosa dici quando parli di me?          

       Il più delle volte vedi una vecchia scorbutica, un po' pazza, lo sguardo smarrito, che non è più completamente lucida, che sbava quando mangia e non risponde mai quando dovrebbe. E non smette di perdere le scarpe e calze, che docile o no, ti lascia fare come vuoi, il bagno e i pasti per occupare la lunga giornata grigia.
       E questo che vedi! Allora apri gli occhi. Non sono io. Ti io dirò chi sono! Sono l’ultima di dieci figli con un padre e una madre. Fratelli e sorelle che si amavano. Una giovane di 16 anni, con le ali ai piedi, sognante che presto avrebbe incontrato un fidanzato.
         Sposata già a vent’anni. Il mio cuore salta di gioia al ricordo dei propositi fatti in quel giorno. Ho 25 anni ora e un figlio mio, che ha bisogno di me per costruirsi una casa.
         Una donna di 30 anni, mio figlio cresce in fretta, siamo legati l’uno all’altra da vincoli che dureranno. Quarant’anni, presto lui se ne andrà. Ma il mio uomo veglia al mio fianco.
         Cinquant’anni, intorno a me giocano daccapo dei bimbi. Rieccomi con dei bambini, io e il mio diletto. Poi ecco i giorni bui, mio marito muore. Guardo al futuro fremendo di paura, giacché i miei figli sono completamente occupati ad allevare i loro.          
         E penso agli anni e all’amore che ho conosciuto. Ora sono vecchia. La natura è crudele, si diverte a far passare la vecchiaia per pazzia. Il mio corpo mi lascia, il fascino e la forza mi abbandonano. 
          Ma in questa vecchia carcassa rimane la ragazza il cui vecchio cuore si gonfia senza posa. Mi ricordo le gioie, mi ricordo i dolori, e sento daccapo la mia vita e amo. Ripenso agli anni troppo brevi e troppo presto passati.
         E accetto l’implacabile realtà «che niente può durare».

Allora apri gli occhi, tu che mi curi, e guarda non la vecchia scorbutica... Guarda meglio e mi vedrai!"


Quanti volti, quanti occhi, quante mani incrociamo, ogni giorno. Ma che cosa guardiamo? Spesso le rughe, le ostilità, i difetti, gli errori, le incomprensioni.
E se imparassimo invece a guardare i sogni, la ricerca di felicità, il desiderio di amare e di sentirsi amati, che così spesso sono accuratamente nascosti?


🌹Costa vivere , restare su questa terra d'amarezza e angoscia.
Ma domani...un'ora, e saremo in porto. Che felicità!
Come sarà bello contemplare Gesù faccia a faccia per tutta l'eternità!
Sempre, sempre più amore, sempre più gioie inebrianti…
 una felicità senza nubi.

(S.Teresa di Lisieux)

domenica 3 agosto 2025

A tu per tu con p. Iadarola dopo gli Esercizi

La Presidente ocds del Commissariato Napoletano dei Carmelitani Scalzi  Francesca Napolitano e Carmen Renna della costituenda comunità di Jaddico, e l’aspirante Nicola De Niccolò hanno rivolto alcune domande al termine degli Esercizi Spirituali a p. Iacopo Iadarola ocd, relatore degli Esercizi tenutisi il 6 e 7 giugno  a Maddaloni e il 20 e 21 giugno a Jaddico.

Dal tema della spiritualità dell'offerta della vita nel Magistero di papa Francesco, nella Bibbia e in S. Teresa di Gesù Bambino fino a una interessante riflessione sulle nostre comunità e sulla bellezza dell'incontro con Dio che chiama  nei momenti più inaspettati, sono emersi spunti per la riflessione personale e comunitaria, come dimostrano le risposte dateci dal padre.

Qui è possibile scaricare l'intervista,

 

 

sabato 2 agosto 2025

Il quaderno giallo e gli ultimi colloqui nella scheda n. 8

 Nel 1921-1924, mentre il Processo canonico volge al termine, Madre Agnese mette in bella copia, per sé stessa, in un quaderno rilegato in marrone chiaro tendente al giallo, la raccolta più completa di parole di Teresa e le dà questo titolo neutro: Parole raccolte durante gli ultimi mesi della nostra santa piccola Teresa. Nel 1927 presenta al pubblico Le ultime parole di Teresa: Novissima Verba. Ultimi colloqui di santa Teresa di Gesù Bambino, maggio-settembre 1897. Torniamo alla genesi di questo scritto. A metà del 1897, mentre la malattia sta peggiorando, le due sorelle di Teresa, Madre Agnese (Paolina) e suor Genoveffa (Celina) fungono da infermiere. Mentre Teresa ricomincia a scrivere (Manoscritto C) all’inizio di giugno, Madre Agnese, da parte sua, prende l’iniziativa di annotare a matita, su fogli sciolti, le parole della sorella, e approfitta dei primi giorni in cui la sorella è impegnata con il suo manoscritto per annotare anche le osservazioni che essa le ha fatto in aprile e maggio. Così spiega al Processo: «Durante gli ultimi mesi della sua vita, ho segnato, giorno dopo giorno, mentre ne ero testimone, i dettagli delle sue giornate, e soprattutto le parole che diceva». Consegnando al tribunale la raccolta di queste parole, le presenta così: «Parole testuali da me raccolte […] dalla stessa bocca della Serva di Dio e registrate man mano in un quaderno; ciò sembrava una fatica per lei e paralizzava le sue effusioni ma me lo lasciava fare con semplicità, temendo di farmi dispiacere».

In questa ottava scheda

venerdì 1 agosto 2025

I pensieri del passero solitario...d'estate

 


Il conferenziere iniziò il suo intervento sventolando una banconota verde da 100 euro. "Chi vuole questa banconota da 100 euro?" domandò. Si alzarono varie mani, ma il conferenziere chiarì: "prima di consegnarla, però, devo fare una cosa". 
       Stropicciò la banconota furiosamente, poi disse: "Chi la vuole ancora?" Le mani vennero sollevate di nuovo. "E se faccio così?". Lanciò la banconota contro il muro e, quando ricadde sul pavimento, la calpestò; poi la mostrò nuovamente all'uditorio: era ormai sporca e malconcia.
       "Qualcuno la vuole ancora?". Come al solito, le mani si alzarono.
Per quanto fosse maltrattata, la banconota non perdeva nulla del suo valore. 

       Nonostante i nostri peccati, i nostri fallimenti, le nostre incoerenze e le nostre meschinità, davanti a Dio manteniamo sempre il nostro valore e siamo sempre da Lui amati. Se vogliamo riconquistare la serenità perduta e la pace del cuore, ogni tanto dovremmo ricordarci di questa verità...


📖"Così è anche per il regno di Dio: vi assicuro che in cielo si fa più festa per un peccatore che si converte che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione."
(Vangelo di Luca 15, 7)


🌹"Sì, lo sento, quand’anche avessi sulla coscienza tutti i peccati che si possono commettere, andrei, col cuore spezzato dal pentimento, a gettarmi tra le braccia di Gesù, perché so come Egli predilige il Figlio prodigo che a Lui ritorna."   ( S. Teresa di Lisieux)

mercoledì 16 luglio 2025

Solennità della Vergine del monte Carmelo

 Buona Solennità a tutti 


Splendono davanti i nostri occhi la Bellezza, la mitezza e la dolcezza della Vergine Madre. In un giorno solenne come questo possiamo onorarla seguendo la liturgia, ma soprattutto seguendone l'esempio e l'abbandono alla volontà di Dio.

La lettera di P. Ramiro che abbiamo pubblicato ieri (leggila qui) ci ha ricordato Ogni volta che guardiamo lo scapolare che portiamo, ricordiamo che siamo protetti da Colei chi è la bellezza e la dolcezza del Carmelo, e allo stesso tempo Lei ci ricorda la nostra promessa di imitarla dicendo di sì alla volontà di Dio e al Suo invito di crescere nella nostra unione con Lui e di diventare nella nostra vita degli strumenti del Suo amore e della Sua misericordia.

Infatti, "mai come in questo tempo storico la Solennità della Madonna del Carmelo che festeggeremo mercoledì 16 luglio diventa per tutti noi Secolari Carmelitani un invito pressante ad affidarci a Lei, Madre e Regina non solo del Carmelo, ma del mondo intero e ad implorare la sua protezione e la sua intercessione per un mondo in cui l’amore sembra spento e sostituito dalla violenza in tutte le sue forme e dalla guerra", come ci ha ricordato il Coordinamento ocds interprovinciale.


martedì 15 luglio 2025

Domani solennità della Madonna del Carmelo. Il senso dell'armatura che ci dona

 Carissimi Fratelli e sorelle dell’OCDS, 

 mai come in questo tempo storico la Solennità della Madonna del Carmelo che festeggeremo domani 16 luglio diventa per tutti noi Secolari Carmelitani un invito pressante ad affidarci a Lei, Madre e Regina non solo del Carmelo, ma del mondo intero e ad implorare la sua protezione e la sua intercessione per un mondo in cui l’amore sembra spento e sostituito dalla violenza in tutte le sue forme e dalla guerra. 


Tutti i nostri Santi Carmelitani hanno sempre visto in Maria, a partire dai primi eremiti del Monte Carmelo, un faro per la loro vita e un sicuro riferimento nei momenti più difficili. S. Teresa scrive nella Vita: "Mi portai afflitta a una immagine della Madonna e la supplicai con molte lacrime a volermi fare da madre. Mi sembra che questa preghiera, fatta con tanta semplicità, sia stata accolta favorevolmente, perché non vi fu cosa in cui mi sia raccomandata a questa Vergine sovrana senza che ne venissi subito esaudita" (Vita 1,7). S. Teresa Benedetta della Croce nel giorno della festa della Madonna del Carmelo scriveva alle sue consorelle: “Noi che possiamo chiamarci sue figlie e sorelle, riceviamo da lei un abito particolare di salvezza, il suo stesso abito. Come segno della sua materna predilezione, Ella ci dona il santo Scapolare, questa "armatura di Dio". 

Nel ricevere il santo Abito assumiamo l'impegno di dare un'eccezionale testimonianza di amore non solo al nostro divino Sposo, ma anche alla sua santissima Madre. Non possiamo rendere migliore servizio alla Regina del Carmelo e dimostrarle la nostra riconoscenza, che considerandola nostro modello e seguendola nella "via della perfezione" (16 luglio 1940). Prendiamo spunto dai nostri Santi per vivere questa Solennità con autentico spirito carmelitano e assumendo Maria come nostra Maestra nella “via della perfezione”. Un augurio fraterno Maddi Buona Solennità a ciascuno di voi Il Coordinamento Interprovinciale OCDS d’Italia

Il saluto di P. Ramiro Casale per la Solennità della b. Vergine del Monte Carmelo

Saluto per la Solennità
della Madonna del Carmine

Carissimi fratelli e sorelle de l’OCDS dell’Italia,

 La Vergine Maria del Monte Carmelo è stata presente nel nostro Ordine sin dall’inizio, tanto che noi non potremo capire veramente la nostra vocazione di carmelitani senza la Sua presenza. Noi la chiamiamo madre, sorella, amica, confidente ed è veramente così. Lei ci accompagna ad ogni momento della nostra esistenza dicendo ad ognuno di noi costantemente, “Fate quello che Lui vi dirà” (Gv 2,5). Lei ci invita a sviluppare la sensibilità per poter ascoltare la voce di Gesù affinché noi possiamo fare quello che dirà dentro di noi, negli altri, nella Chiesa e negli avvenimenti del mondo.

Ogni volta che guardiamo lo scapolare che portiamo, ricordiamo che siamo protetti da Colei chi è la bellezza e la dolcezza del Carmelo, e allo stesso tempo Lei ci ricorda la nostra promessa di imitarla dicendo di sì alla volontà di Dio e al Suo invito di crescere nella nostra unione con Lui e di diventare nella nostra vita degli strumenti del Suo amore e della Sua misericordia.

 Chiediamo insieme ai tutti i nostri fratelli e sorelle nel Carmelo presenti in tutto il mondo, di benedire col Suo figlio Gesù ognuno di noi, le nostre famiglie, le nostre comunità e il nostro Ordine Carmelitano che è particolarmente anche Suo.

Mi sento molto vicino ad ognuno di voi e vi auguro una bellissima solennità della Madonna del Carmine insieme a tutti i vostri cari. Viva la Vergine Maria, Madre e Regina del Carmelo!

Fraternamente, P. Ramiro Casale, OCD

per la Solennità del 16 luglio 2025



 

venerdì 4 luglio 2025

Pubblicata la scheda n. 7 su S. Teresa di Gesù Bambino



Destinatario della lettera che S. Teresa di Gesù Bambino indirizza il 18 luglio 1897 è don Maurizio Bellière sacerdote ventitreenne che durante la sua vita “attraversò molte tempeste”. Credeva che  avrebbe dovuto vivere il resto della sua vita col pensiero di aver sprecato i suoi anni migliori. Chiamato al servizio militare e consapevole della propria fragilità, temeva il peggio per la sua vocazione sacerdotale. Curvo sotto il peso del suo passato e dubitando della sua capacità di resistere, scrive una lettera alla priora del Carmelo di Lisieux pregandola, come lui stesso dice, di “affidare alla preghiera di una delle vostre sorelle la salvezza della mia anima e di ottenermi la grazia di rimanere fedele alla vocazione che ho ricevuto da Dio”. 
Teresa viene scelta per quest’impresa. Maurizio, che frequentava il secondo anno di teologia nel seminario diocesano, ha così ricevuto un salvagente lanciatogli da Teresa. Così è iniziata un’amicizia spirituale. La loro corrispondenza, iniziata due anni prima della morte di Teresa, comprende 21 lettere. Maurizio voleva diventare missionario e fu accettato dalla Società dei Missionari d’Africa, i Padri Bianchi. La sua vocazione suscitò anche in Teresa un desiderio missionario.

Scaricare la settima scheda qui

sabato 28 giugno 2025

BENVENUTO NELL'ORDINE SECOLARE DEI CARMELITANI SCALZI - PRESENTAZIONE TE...


Con la presentazione del libro "Benvenuto nell'Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi" di p. Aloysius Deeney primo Delegato Generale dell'Ocds (che l'anno scorso ci ha lasciati e che abbiamo ricordato con un numero speciale di "Crescere in fraternità") si è concluso il primo ciclo della Scuola laboratorio di formazione on line. La serata ha visto riuniti per commentare gli aspetti salienti di questa vocazione che da 22 anni non è più un' appendice dell'Ordine dei frati e delle monache ma è giuridicamente Ordine dei frati, delle monache e dei secolari. Stesso carisma, modo di viverlo diverso perché diverso è lo stato.
Come vivono allora i laici carmelitani la propria secolarità? Che cosa significa emettere una Promessa che ci incorpora nell'Ordine e nella Chiesa? Che valore ha la comunità per un carmelitano scalzo secolare?  Con l'attuale p. Delegato Generale per l'ocds p. Ramiro Casale, con il suo predecessore p. Alzinir Debastiani che svolge il proprio apostolato in Brasile, e con il nostro Assistente Nazionale, p. Aldo Formentin abbiamo cercato di mettere a fuoco questi tre punti, sia per dare una mano ai formatori di ogni comunità secolare, sia per far conoscere a chi lo desidera il nostro cammino. Presentati da Linda Levi, presidente del Coordinamento interprovinciale dell'Ocds d'Italia e intervistati da Stefania De Bonis della comunità di Napoli (Ponti Rossi) i padri ci hanno offerto nuovi motivi di approfondimento e di riflessione, come è possibile vedere seguendo il video di Youtube.

Il libro di p. Aloysius Deeney è la traduzione di un testo inglese che aveva raccolto le conferenze tenute in tutto il mondo dal padre carmelitano. Qualcuno vi ritroverà la concretezza di padre Aloysius e la profonda conoscenza di tutte le realtà dell'Ordine Secolare teresiano. Ecco perché è un libro prezioso in cui c'è anche la prefazione del nostro Preposito Generale p. Miguel Marquez Calle che ci ha testimoniato il forte legame che ha legato padre Deeney alla famiglia del Carmelo. A introdurre la racconto di otto conferenze è Angela Pillai della comunità di San Giuseppe che spiega l'importanza  della pubblicazione e anche quante comunità in tutto il mondo abbiano utilizzato questo testo come riferimento, non soltanto per la formazione ma proprio per comprendere l'identità del carmelitano scalzo secolare. Otto capitoli in cui scorrono i temi cari a padre Aloysius ( il discernimento vocazionale, la nuova legislazione dell'Ocds, la rinnovata visione dell'apostolato del carmelitano scalzo secolare, il Carmelo e il rinnovamento secondo la volontà di Dio, Identità e l'origine dell'Ordine secolare, la Promessa (di castità, povertà e obbedienza e di vivere secondo le beatitudini), il ruolo dello studio e la finzione del Consiglio di fraternità.
Soprattutto il padre sottolineò con fermezza l'importanza dell'autonomia del secolare, che non è indipendenza totale dall'Ordine a cui con la Promessa si è legato in maniera indissolubile e ha preso un impegno di portare nel mondo quella ricchezza della propria secolarità intrisa della spiritualità carmelitana per far conoscere Dio e il Carmelo alle persone con cui ogni secolare è in contatto ogni giorno non si tratta di arruolare nessuno si tratta soltanto di trasmettere quella ricchezza interiore che dà il rapporto con Cristo: a tu per tu come ci insegna la nostra fondatrice Teresa d'Avila. E' una ricchezza che il secolare porta apporta anche al proprio Ordine.
Il padre sottolineò che, nonostante alcuni obblighi (in primis la meditazione/orazione mezz'ora al giorno), il carmelitano secolare debba adattarli al proprio ritmo di vita, senza scimmiottare le monache o i frati. In sintesi emerge soprattutto che "La meditazione è il modo di relazionarsi con Dio specifico del Carmelo, e nei nostri impegni quotidiani  richiede 30 minuti della nostra giornata (che possiamo suddividere in base alle nostre esigenze quotidiane), ci sono poi le Lodi mattutine i Vespri e se possibile la Compieta. La Liturgia delle Ore  è importante perché non è una preghiera scelta secondo i propri gusti ma è la preghiera della Chiesa, la preghiera che mentre tu la reciti sai che già l'ha recitata il Santo Padre e che in qualche altra parte del mondo c'è qualcuno che la sta recitando come se fosse al tuo fianco. Poi c'è la Messa e c'è la figura di Maria perché il nostro è un ordine Mariano. Infine, ma non meno importane, c'è l'incontro della comunità dove si fa formazione, informazione e si cresce insieme secondo lo spirito carmelitano.
Altri spunti per i formatori e per i nostri incontri li troverete in questo testo acquistabile, per chi non lo ha ancora, presso le edizioni Ocd a questo link
s.d.b.