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mercoledì 21 giugno 2017

Epilogo della Regola: l'Amore dà di più

Come riflessione sull' epilogo della nostra Regola, rappresentato dall'art. 24, sarebbe bello riportare tutto l’ultimo capitolo del libro di Anastasio Ballestrero “Alla Fonte del Carmelo”; ma è troppo lungo per questa sede; e quindi siamo obbligati a farne il seguente stralcio, senza togliere a nessuno la curiosità e il desiderio di andarlo a scovare tutto intero.  
Soffermiamoci soprattutto sulla necessità di un buon discernimento.







sabato 6 maggio 2017

La regola. L'Armatura

Nelle due schede che pubblichiamo, la nostra riflessione sulla Regola prosegue sia sul tema dell' "Armatura" sia su quello dell' "Obbedienza"
Vedremo come lo sguardo di Sant’Alberto va sul mistero del Carmelo e sul suo simbolismo biblico, carico di esigenze e di responsabilità, ed egli lo offre agli eremiti. Il silenzio adorante –la «quiete contemplativa»– deve essere dunque l’atmosfera propria del Carmelo. Ed essa custodirà la «giustizia» e ne sarà a sua volta custodita. 
 A sua volta, l'obbedienza non va disgiunta dal vivere pienamente e totalmente per il Signore degli eremiti del Monte Carmelo; cosa che comportava il non dimenticare che essi tutto avevano ricevuto da Lui.

“La Regola non considera il Superiore come un padrone o come un direttore d’azienda (ricorda il Card. A. Ballestrero),
ma come il rappresentante di Cristo, come colui che conduce il gregge, come la Chiesa che esercita la sua missione di salvezza. E Credo che sia sempre utile non perdere mai di vista questa prospettiva, perché le persone passano; perché le creature sono solo strumenti nelle mani di Dio; perché nella vita della Comunità l’amore, il rispetto, l’ossequio, l’obbedienza per chi la presiede non devono essere motivati dalle qualità della persona, ma devono essere motivati dalla missione che ha ricevuta da Cristo.




martedì 4 aprile 2017

REGOLA DI SANT'ALBERTO. I segni della vera sequela

V tappa del cammino: La lotta.
Nella Regola Carmelitana, digiuno e astinenza sono anzitutto un metodo per accompagnare Gesù nel suo cammino verso la Croce e per disporsi alla festa della Resurrezione. Infatti la norma sottolinea subito una particolare visione del tempo: l’anno eremitico, per così dire, è diviso in due parti più o meno uguali, e al centro c’è la Pasqua. I sei mesi che la precedono sono per gli eremiti una lunga quaresima, tempo del digiuno e dell’attesa dello Sposo, secondo il ritmo previsto dal Vangelo. Il significato più profondo del digiuno sta dunque nel desiderio e nel tentativo di fare più spazio al vero cibo spirituale: la Parola di Dio, l’Eucaristia.

Per leggere la quinta scheda clicca qui

venerdì 3 marzo 2017

LA CUSTODIA DEL RAPPORTO.

La custodia del rapporto è il tema della quarta scheda di formazione e riflessione dedicata alla Regola di Sant'Alberto. 
Segno che la preghiera personale, incessante, non separa dagli altri, ma unisce e mettere al servizio l'uno dell'altro.
Qui le riflessioni precedenti.
Si prega coloro che vorranno attingere da quanto pubblicato di rimandare alla lettura del blog OCDS d'ITALIA.

giovedì 16 febbraio 2017

La preghiera continua di noi carmelitani

 Come conciliare la “preghiera continua” con le mille esigenze –spesso inevitabili– della vita?
La preghiera incessante richiesta dalla Regola è una sfida. Come viverla?  come riempire di preghiera tutti gli spazi e i tempi; come imparare a pregare anche durante i tempi e gli spazi che si devono comunque concedere ad altre necessarie attività (fisiche, manuali), e perfino durante il sonno? Sono i temi affrontati dalla terza scheda di approfondimento sulla Regola di Sant'Alberto.

Tutte le schede di approfondimento sono qui

lunedì 10 ottobre 2016

Un anno per riflettere insieme sulla nostra Regola

Carissimi fratelli e sorelle dell’OCDS Italiano,
buona ripresa del nostro cammino alla sequela di Gesù!
Quest’anno, come formazione permanente, si é pensato di iniziare a prendere confidenza con i nostri Testi Legislativi.Per questo é stato suggerito alle Province di riflettere sulla Regola di Sant’Alberto, Regola di tutto l’Ordine Carmelitano: Frati, Monache e OCDS. La Regola é il fondamento per un Ordine, come ci spiega molto bene il Cardinale Padre Anastasio Ballestrero OCD.
“Amare la Regola del Carmelo vuol dire amare la propria vocazione;

amare la Regola vuol dire fedeltà alla propria vocazione;
fedeltà alla Regola vuol dire difendere un patrimonio che la Chiesa ci ha dato come tesoro suo, affidato alla custodia nostra.
Una santità, quella del Carmelo, ch’è santità di Chiesa e noi non possiamo defraudare la Chiesa di questa santità secondo la nostra Regola,
perché dalla Chiesa questa Regola ci è stata data: inizialmente dalla Chiesa locale, poi dalle successive approvazioni dei Papi.
Tutto questo, mi pare, deve diventare per noi un modo soprannaturale di vedere la Regola,
un modo spirituale di leggerla, un modo animatore di viverla perché la Regola non é una prigione, ma la Regola é un dono dello Spirito.
E quelle visioni della Regola come osservanza materiale e fedeltà puramente formale devono essere superate dal fervore interiore.


Ecco, allora insistiamo un po’ nel vedere il complesso della Regola come questo patrimonio spirituale ch’é una sorgente per noi,
é una sorgente d’acqua viva che non si secca mai e che continuamente alimenta il nostro giardino, la nostra casa, la nostra vita”.
Agli auguri di un buon cammino formativo insieme, unisco gli auguri per una gioiosa Solennità di S. Teresa di Gesù, nostra Madre, e per la Canonizzazione di Elisabetta della Trinità, a noi tanto cara.
    Fraternamente e in comunione di preghiera.
    Brigida Silvana De Grandi