martedì 19 luglio 2022

Solo Dio Basta 5 - Il Silenzio


Spazio quindicinale di approfondimento spirituale, a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda 


IL SILENZIO

“Il Padre pronunciò una parola: suo Figlio, e sempre la ripete in un eterno silenzio, e nel silenzio dev'essere ascoltata dall'anima”(San Giovanni della Croce, Detti di luce e amore, 99).

Il dono di sé provoca la Misericordia divina; l'umiltà aumenta la capacità ricettiva dell'anima; il silenzio garantisce all'azione di Dio tutta la sua efficacia. Fin dalle prime Mansioni, santa Teresa ci dimostra la necessità del raccoglimento per cogliere la presenza di Dio nell'anima e le ricchezze che egli vi ha posto. Gesù ci ha parlato della necessità della solitudine per pregare: "Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà “(Mt 6,6). La preghiera contemplativa esige in maniera particolare silenzio e solitudine. Dio parla nel silenzio e solo il silenzio sembra poterlo esprimere.

Il Carmelo ha origine nel deserto e ne conserva non tanto la nostalgia, quanto un bisogno reale per vivere e realizzarsi. S.Teresa si proclama appartenere alla stirpe di quegli eremiti che abitavano il santo monte e di cui sant'Alberto, patriarca di Gerusalemme, aveva codificato la vita monastica in una Regola fondata sul silenzio. Nel linguaggio corrente essere silenziosi vuol dire tacere; la comunicazione che viene dall'esterno, e che dovrebbe arricchire, talvolta non fa che turbare il silenzio dell'anima e l'opera divina portandovi cose inutili che dissipano. L'austera Regola del Carmelo, sulla scia di Isaia proclama:”nel silenzio e nella speranza sarà la vostra forza” (Is 30, 15, vulg.). Il contemplativo ha il dovere di addossarsi la sua parte di incombenze della vita in comune con altri. Teresa stessa confessava che la distrazione assicurata da un'attività moderata permette di ritrovare le forze e un buon equilibrio.

Occorre comunque tener presenti alcune direttive pratiche nella vita quotidiana:
• dare alla preghiera il tempo prescritto dall'obbedienza e preservarlo dalle invasioni dell'azione
• dare all'attività, soprattutto al dovere di stato, tutto il tempo e tutte le energie che la sua perfetta esecuzione esige
• l'attività fa bene a coloro che ne ricavano una comunione con la volontà di Dio. Essa diventa nociva se è accompagnata da un atteggiamento frenetico.

E' proprio nel centro dell'anima, nelle regioni più spirituali di questa che Dio vive, agisce, realizza le operazioni misteriose della sua unione con noi. Il silenzio interiore è dunque il più importante. Il silenzio esteriore ha valore solo nella misura in cui lo favorisce. Come reagire all'agitazione delle facoltà e coltivare il silenzio interiore? Santa Teresa ci dice che rideva della sua impotenza e del rumore delle sue facoltà:”...Non si preoccupi se l'intelletto o per essere più chiari il pensiero, si lasciasse andare alle maggiori insensatezze del mondo. Si rida di esso, lo si consideri un pazzo”.(Cammino, c. XXXI, 8. 10) Santa Teresa di Gesù Bambino invece recitava lentamente il Pater Noster e l'Ave Maria.

Quanto abbiamo detto ci permette di intravedere come praticare il silenzio sia un'arte difficile da praticare. Volendo far regnare la pace in regioni in cui si scontrano l'azione diretta di Dio, l'influsso del demonio, le impotenze della debolezza umana e le reazioni delle nostre tendenze, lo sforzo più generoso non potrebbe evitare le sconfitte, gli errori e spesso la sofferenza e l'apparente fallimento. Sarà proprio attraverso l'umiliazione e la pazienza che l'anima trionferà attirando la Misericordia che purifica, guarisce e dona la pace.