Continuando il cammino tracciato nel corso
delle visite fraterne, “Camminiamo insieme verso l’unità”, il Consiglio
Provinciale ha voluto questo momento di comunità in presenza, a conclusione
dell’anno sociale, per rinsaldare i vincoli di fratellanza e sottolineare quella
unità vocazionale che contraddistingue l’Ordine Carmelitano, come ha
sottolineato nel suo messaggio di apertura la Presidente Provinciale OCDS
Delizia Amaradio, assente per motivi di salute, “uniti dalla stessa vocazione
al Carmelo, dalla stessa aspirazione a servire il Signore, nell’oggi della
storia” (Presentazione Dichiarazione Carismatica).
Nella prima parte della giornata, il Commissario dell’OCD di Sicilia, p. Paolo Pietra, è intervenuto con una riflessione su “Cristo, Maestro di orazione nel Cammino di Perfezione”, a conclusione dello studio del libro della Santa Madre fatto nelle nostre comunità durante quest’anno.
P. Paolo, facendo riferimento al pensiero
di Edith Stein sulla formazione in cui l’azione del maestro è quella di “dare forma”
all’educando, traccia un quadro sulla formazione del cristiano che ha il suo
fulcro in Cristo, vero Maestro dell’anima, Colui che vive dentro di noi, ci ama
e ci modella, come afferma s. Teresa nel Cammino di Perfezione, per
essere conformi a Lui. Si è soffermato sul lavoro che ha caratterizzato la
formazione permanente nelle nostre comunità, sottolineando che il Cammino
indica la pedagogia di Gesù per portare le anime alla preghiera, lasciandosi
modellare da Lui. Ha quindi evidenziato come noi giungiamo alla conoscenza di
Cristo attraverso la sua Umanità: è Cristo che svela i misteri all’anima, è Lui
che “parla al nostro cuore, anche se noi non lo udiamo” Dobbiamo quindi
rimanere presso questo Maestro: è Gesù che svela i misteri all’anima, Egli è
nello stesso tempo l’oggetto e il Maestro di questo magistero, in un rapporto
di relazione con la ss. Trinità che è stata impressa nel nostro cuore.
All’intervento è seguita la condivisione comunitaria e la Celebrazione Eucaristica.
Dopo il pranzo, consumato con fraterna
convivialità nel boschetto del convento, ci siamo spostati presso il Monastero
“Madonna di Fatima”, a s. Agata li Battiti (CT), per la recita comunitaria
dell’Ora Nona con le Carmelitane
Scalze, seguita dall’incontro in parlatorio. Questo momento di fraternità con
le nostre sorelle monache si pone nel solco di quella iniziativa che era stata
avviata dal Consiglio Provinciale OCDS nel precedente triennio: incontrare le
varie comunità di Carmelitane Scalze di Sicilia per rinsaldare il legame di
famiglia che ci unisce, mettendo a disposizione - come indicato nella Dichiarazione
Carismatica, 44 – “le ricchezze della propria vita, pronti ad accogliere la
testimonianza e l’insegnamento che viene dagli altri per aiutarci a vicenda
nella fedeltà rinnovata della vocazione ricevuta”.
Sr. Agata di S. Giuseppe, a nome della
comunità religiosa, prendendo spunto dall’odierna solennità, ha presentato una
riflessione sul mistero della Trinità, attraverso la carità che ha infiammato i
nostri Santi, e come questo mistero riempie e trasforma la vita di ogni creatura
chiamata da Dio ad una specifica vocazione. Facendo riferimento alla fiaba
della piccola fiammiferaia, ha evidenziato che noi siamo come piccoli
fiammiferai: cerchiamo di utilizzare i “fiammiferi” che il Signore ci offre
nella nostra giornata (gioie, dolori, preoccupazioni, dubbi nella fede, prove
ecc.), e quando li accendiamo alla fiamma della SS. Trinità veniamo avvolti da
questa fiamma che arde nel nostro cuore. Sr. Agata conclude con una riflessione
personale: spesso, in ambito monastico o religioso, il termine “secolo” assume
un’accezione negativa, eppure, recitando il “Gloria al Padre”, e soffermandosi
sull’espressione “nei secoli dei secoli”, ha riflettuto che “il secolo” non è qualcosa
di negativo, ma indica il tempo in cui entreremo nella Trinità a misura dei
nostri piccoli atti di amore. E il nostro passaggio nella Trinità è la nostra
Pasqua.
Per l’Ordine Secolare, Salvuccia Raniolo,
della comunità OCDS di Ragusa, ha presentato la sua testimonianza di chiamata
al Carmelo che ha orientato tutta la sua vita di sposa, di madre, incentrandola
su Cristo e facendole sperimentare la Sua grande misericordia. ”Come spugne
siamo immersi nell’oceano infinito dell’amore di Dio”: questa frase di un padre
carmelitano la colpì tanto da farla accostare alla spiritualità carmelitana e l’esperienza
della vocazione al Carmelo Secolare ha trasformato e trasforma la sua vita.
Ringraziamo il Signore per il dono di questa giornata di fraternità e di gioia della famiglia carmelitana augurandoci di ripeterla ancora in futuro. Il Carmelo, la Chiesa, l’ambiente sociale in cui viviamo ci invitano a camminare sulla stessa strada, ad essere compagni di viaggio che camminano fianco a fianco, testimoni autentici della misericordia di Dio. g.s.