Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». 16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch'essi nella barca riparavano le reti. 20 E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui (Mc 1, 14-20)
MEDITAZIONE
Secondo il quarto Vangelo, nel frammento che abbiamo letto la scorsa domenica, Gesù cominciò ad avere discepoli quando il Battista era ancora in attività. Come sicuramente ricorderete, vi si parlava dei due che, precisamente perché avevano ascoltato il Battista indicare Gesù come l’Agnello di Dio, andarono a vedere dove stava e si fermarono con lui tutto quel giorno, e poi, di Simone, al quale Gesù cambiò il nome in “Pietra” (Cefas). Marco, al contrario, ci dice che Gesù - una volta tornato nella sua regione dove aveva cominciato ad annunciare “il Vangelo di Dio” - chiamò i primi discepoli “dopo che Giovanni fu arrestato”.
E questa è solo una delle numerose differenze che si incontrano nei vangeli, però non si tratta di un problema serio, perché agli autori sacri non interessano molto i dettagli cronologici, ma il messaggio che può scaturire dalla loro narrazione per i lettori cristiani, cioè per noi. Per esempio, in questo caso, ciò che interessava il quarto evangelista era sottolineare la necessità di vivere con Gesù per poter crescere come discepoli, mentre ciò che interessa a Marco, seguito in molte cose da Matteo e Luca, è accentuare che l’iniziativa della chiamata appartiene sempre a Gesù.
Detto questo, andiamo ad esaminare il brano del Vangelo di questa domenica che possiamo dividere in due parti. Nei primi due versetti (vv. 14-15) ciò che l’evangelista vuol far notare è che l’annunciato (Gesù) sale sulla scena dopo che l’ha lasciata l’annunciatore (Giovanni Battista), indipendentemente dal fatto che la cronologia sia stata osservata o no. Infatti, proprio nel quarto Vangelo si legge questa preziosa testimonianza dello stesso Battista, un giorno che i suoi discepoli vennero a dirgli che tutti stavano ormai accorrendo da Gesù anziché da lui: “Non sono io il Cristo, ma sono stato inviato avanti a lui”, spiegò. “Lui deve crescere; io, invece diminuire” (Gv 3, 26-30).
Tornato, dunque, in Galilea, Gesù aveva cominciato a proclamare il Vangelo di Dio, dicendo: “Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo”. L’impegno di Gesù negli anni del suo ministero pubblico consistette, effettivamente, in due attività costanti: annunciare la buona notizia (questo è il significato di vangelo), ossia, la vicinanza del regno di Dio, e curare gli infermi.
I profeti avevano predetto un tempo in cui Dio stesso avrebbe regnato sulla terra con Giustizia e Pace (il vero Shalom). Ovviamente, non pensavano nell’incarnazione dello stesso Dio, ma che tutto questo Egli l’avrebbe compiuto per mezzo del Messia promesso. Quando, dunque, Gesù annuncia che questo regno è vicino, sta parlando di se stesso, Messia e, al tempo stesso, Figlio di Dio. In lui è giunto il regno di Dio, lui è l’iniziatore e in lui, il regno deve crescere, con l’adesione di tutti coloro che sono disposti a seguirlo. Per questo, parla della necessità di cambiare la mentalità e credere in questo annuncio (“convertitevi e credete al Vangelo”, diceva).
Con Gesù, nuovo Adamo, inizia la nuova umanità ed è per questo che egli comincia coinvolgendo altri, come si legge nella seconda parte (vv. 16-20) che ci parla della chiamata dei primi discepoli. Passando lungo il mar di Galilea, scrive Marco, vide due fratelli pescatori, Simone e Andrea che stavano gettando le reti in mare, e un poco più avanti, altri due fratelli, Giacomo e Giovanni, che sulla barca stavano riassettando le reti. A questi pescatori propose di lasciare tutto per andare dietro a lui e lasciarsi trasformare in pescatori di uomini. “Venite dietro a me”, disse loro, “e vi farò diventare pescatori di uomini”.
Talvolta, questa espressione (pescatori di uomini), può apparirci un po' rozza, benché la dica Gesù, però se la prendiamo nel senso in cui deve essere presa, ci comunica qualcosa di molto importante. Innanzitutto che è Gesù che chiama, non sono i discepoli quelli che chiedono di essere accolti nella sua scuola. È lui che li sceglie come discepoli e desidera che lascino tutto, rispettando, ovviamente, la loro natura e il loro livello di comprensione. Sono pescatori ed egli li chiama nel linguaggio che possono comprendere meglio. Quello che Gesù desidera dire, lo apprenderanno più tardi, e dal modo di vivere del loro Maestro, il Figlio di Dio, che non è venuto a “pescare” nessuno, ma a servire e a dare la vita per il bene di tutti.
I quattro pescatori, scrive l’evangelista, “immediatamente lasciarono le reti e lo seguirono”, dando così anche a noi il modo di come essere cristiani, vale a dire, lasciando tutto per seguire solamente Gesù. Questo lasciare immediatamente le reti, non bisogna, tuttavia, prenderlo necessariamente in senso materiale. Gli stessi pescatori chiamati quel giorno, continuarono a pescare sino a che – risuscitato Gesù e pieni di Spirito Santo – si dedicarono totalmente alla diffusione del Vangelo. Fino ad allora, lo stesso Gesù salì molto spesso nelle loro imbarcazioni e, dopo essere risuscitato, benché nessuno lo avesse riconosciuto, rimase ad aspettarli sulla riva del mar di Galilea, per domandar loro se avessero pescato qualcosa.
Dopo, sì, gli Apostoli, lasciarono anche il loro lavoro di pescatori, però solo perché Gesù li aveva chiamati per essere guida del nuovo popolo. A tutti gli altri – a meno che non si sentano chiamati a una consacrazione speciale – il Signore chiede la stessa radicalità e immediatezza, però a ciascuno nel suo stato e nella sua propria occupazione. Come lo stesso Gesù lavorò da falegname nella sua casa di Nazaret e gli stessi apostoli, finché Gesù li ebbe inviati nel mondo per annunciare la sua buona notizia come primi evangelizzatori, insieme a Simon Pietro.
Padre Bruno Moriconi, OCD