Festa del Battesimo del
Signore
Is 55,1-11; Cant. Is 12,2-6; 1Gv 5,1-9;
Mc 1,7-11;
meditiamo con P. Federico Barbieri, ocd
meditiamo con P. Federico Barbieri, ocd
Il lungo itinerario storico di Israele
prepara la venuta di Gesù nella carne e ci aiuta a scoprire
l'identità di Gesù il Cristo, Figlio di Davide e Figlio di Dio.
Dalla Galilea Gesù di Nazaret si mette
in cammino verso il deserto fino ai guadi del fiume Giordano. Lo
attende Giovanni il precursore che sulla riva svolge l'attività di
battezzatore, cioè fa immergere nell'acqua i penitenti pentiti dai
loro peccati perché si convertano. Il profeta proclama la venuta
imminente, al presente, di uno più grande è più forte di lui, più
forte di tutti i poteri mondani, perchè detiene il potere dell'amore
e della tenerezza misericordiosa di Dio. Viene, prosegue Giovanni, lo
sposo di Israele, colui che battezzerà non con l'acqua ma in Spirito
santo, nel turbine del fuoco divino che è la comunicazione della
vita divina.
Il Battesimo di Gesù dà inizio alla
sua missione pubblica messianica con una manifestazione solenne della
rivelazione trinitaria. I cieli, quei cieli che erano rimasti
sigillati dopo il peccato dei progenitori, si aprono, più
letteralmente si squarciano, e il Dio creatore manifesta l'economia
di salvezza. Lungamente preparata attraverso i secoli con pazienza e
sapienza pedagogica ora il disegno della salvezza, nella pienezza dei
tempi, si avvia al compimento attraverso l'opera di Gesù salvatore e
dello Spirito santificatore. La voce del Padre si rivolge al Figlio
chiamandolo: Figlio mio, amato mio e dichiarando tutto il
compiacimento posto in lui. Una dichiarazione di amore rivolta al
Figlio e in seconda battuta anche a noi suoi figli adottivi.
L'identità di Gesù è comprensiva di
due aspetti: nascita dalla stirpe di Davide secondo la carne e
costituzione a Figlio di Dio secondo lo Spirito. Lo
Spirito santo discende su Gesù, e lo consacra re messianico nella
casa di Davide e Figlio unico di Dio con la nascita fisica da Maria
per opera dello Spirito. La conoscenza dell'identità di Gesù è
dovuta ad una rivelazione divina e non è frutto di deduzioni umane,
né da rivelazione di carne e sangue. Accogliamo pertanto
l'identità di Gesù non per conservarla come un bene privato da
chiudere in una cassetta di sicurezza, perchè questo bene va
condiviso con altri che ne hanno il diritto e sono desiderosi di
ricevere la buona notizia del Vangelo. Consapevoli inoltre che il
Vangelo produce sempre giudizio: la gioia di alcuni per la buona
notizia si accompagna alla tristezza di altri che invece non
crederanno. Gesù è qui come segno di contraddizione.
Dall'identità di Gesù si illlumina il
mistero dell'uomo e prende corpo l'identità del cristiano. La fede in Gesù il Cristo ci fa
rinascere come nuove creature, una rinascita dall'alto. Anche i
cristiani generati da Dio nel battesimo diventano figli di Dio per
opera dell'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. E chi
crede che Gesù è il Figlio di Dio con la fede vince il mondo.
In questa festa gustiamo la gioia di
attingere alle sorgenti della salvezza: Dio è la mia salvezza, il
Signore che ha fatto e continuamente opera meraviglie. Il regno di
Dio è in mezzo a noi: ci serve uno sguardo trasparente per vedere
Dio all'opera nella realtà e nella umanità. Ci serve lo stesso
sguardo di Gesù per non correre il rischio di sentirci dire: ma non
ve ne accorgete? Allora noi assetati e poveri andiamo alle sorgenti
della nostra salvezza e ascoltiamo l'appello che il Signore ci
rivolge con parole che parlano al cuore, e che sono le uniche che
possono smuovere dalla superficialità, dalla mediocrità e dalla
indifferenza e possono donare vita e vita in abbondanza. Egli è qui
per la nostra salvezza: viviamo alla sua presenza e restiamo fedeli
alla sua alleanza.