venerdì 20 dicembre 2024
Piccole storie per l'anima
Il Postino suonò due volte.
Mancavano cinque giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta preziosamente disegnata e legato con nastri dorati. "Avanti", disse una voce dall'interno. Il postino entrò.
Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d'ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c'era un vecchio. "Guardi che stupendo paccone di Natale!" disse allegramente il postino. "Grazie. Lo metta pure per terra", disse il vecchio con la voce più triste che mai. Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Intuiva benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non aveva certo l'aria di spassarsela bene.
Allora, perché era così triste? "Ma, signore, non dovrebbe fare un pò di festa a questo magnifico regalo?". "Non posso...Non posso proprio", disse il vecchio con le lacrime agli occhi.
E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: "Da tua figlia Luisa e marito". Mai un augurio personale, una visita, un invito: "Vieni a passare il Natale con noi". "Venga a vedere", aggiunse il vecchio e si alzò stancamente.
Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vecchio aprì la porta. "Ma..." fece il postino. Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti. "Ma non li ha neanche aperti!" esclamò il postino allibito. "No", disse mestamente il vecchio. "Non c'è amore dentro".
Natale è diventata la festa del regalo.
Non è una brutta cosa, dopotutto:
Natale è la festa del grande dono fatto da Dio all'umanità.
Lui stesso viene a vivere tra noi per insegnarci la strada di una vita ben spesa, felice e della vita eterna.
Il regalo però , dice il racconto, può trasformarsi
in una usanza "senza amore dentro", cioè in una triste ipocrisia.
sabato 14 dicembre 2024
lunedì 9 dicembre 2024
Giornate di Spiritualità, Ammissioni e Promesse nella Provincia Napoletana
Nella Provincia Napoletana dei Carmelitani Scalzi il ritiro di Avvento si svolgerà sabato 14 dicembre, Solennità di San Giovanni della Croce, per la Campania nella casa di spiritualità di Maddaloni e per la Puglia nella casa di spiritualità di Jaddico. Di seguito i due programmi.
Jaddico
Piccole storie per l'anima
Una carovana di mercanti abituati da molto tempo a percorrere insieme le lunghe piste d’oriente si preparava ad attraversare un grande e pericoloso deserto. II percorso richiedeva una buona conoscenza dei luoghi e delle piste, delle oasi, ma anche delle abitudini degli indigeni.
Così si assicurarono i servizi di una guida locale famosa per la sua esperienza. Dopo dieci giorni di rapido cammino, la colonna si arrestò contro una barriera di uomini armati, fermi attorno alla statua di una delle loro orribili divinità dall’aspetto crudele, che incombeva sulla pista. "Non potete proseguire!" gridò il capo degli uomini armati "Se non sacrificate un uomo al nostro dio!
E' la regola di ogni nuova luna. Se non lo farete morirete tutti qui immediatamente!". I mercanti si radunarono e cominciarono a parlottare tra loro. La scelta era drammatica e l’accordo molto difficile. "Noi ci conosciamo tutti da molto tempo. Siamo parenti tra di noi. Non possiamo sacrificare uno di noi per placare questo dio!".
I loro sguardi si concentrarono tutti sulla guida... Dopo avere immolato il pover’uomo, secondo il rito, ai piedi della statua, la carovana riprese il cammino. Ma nessuno conosceva la via e ben presto si persero nel deserto. Morirono uno dopo l’altro di sete e di sfinimento…
E' venuto tra noi Gesù, la luce del mondo.
Ma il mondo vedendo una grande luce si è subito dato da fare per spegnerla. Oggi il mondo vive immerso nelle tenebre e
la guerra lo porterà sull'orlo dell'autodistruzione...
"State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere,e di comparire davanti al Figlio dell’uomo".
Vangelo di Luca 21,34-36
"La vita possiamo riassumerla così: molti dolori, molte lacrime, molte illusioni,
la speranza di una felicità sempre attesa e mai raggiunta.
Tuttavia ci si attacca a questa vita. Che pazzia!"
(S. Elisabetta della Trinità)
venerdì 6 dicembre 2024
Nel 2026 in Spagna come “Testimoni dell’esperienza di Dio”
Cari Fratelli e Sorelle dell’OCDS,
Cari Delegati e Assistenti dell’OCDS,
Possa questa lettera trovare voi, le vostre famiglie e le vostre comunità in piena salute sotto ogni aspetto.
È per me una grande gioia potervi invitare all’Incontro Mondiale dell’OCDS, che si svolgerà ad Avila (Spagna) dal 23 al 26 luglio 2026. Il titolo dell’incontro è: “Testimoni dell’esperienza di Dio: identità e missione”.
Sarà un momento importante nella storia dell’OCDS e un’occasione unica per conoscerci, condividere la nostra fede, rinnovarci nel nostro carisma carmelitano e rafforzare i legami fraterni che ci uniscono tutti come membri della famiglia del Carmelo Scalzo. Prevediamo la partecipazione di un migliaio di persone provenienti da tutto il mondo. Grazie alla ricca spiritualità di Santa Teresa di Gesù e di San Giovanni della Croce, quest’incontro ci consentirà di approfondire il nostro cammino verso l’unione con Dio attraverso la preghiera e la vita fraterna.
Il programma comprenderà momenti di preghiera e di riflessione, delle conferenze come pure diverse attività spirituali e culturali, il tutto in un clima di comunione e di gioia. Siamo convinti che questo Incontro nelle terre di Santa Teresa sarà un arricchimento spirituale per tutti.
Avila, città che custodisce la memoria della Nostra Madre Santa Teresa, ci accoglierà con tutta la sua storia e ci inviterà a vivere quest’Incontro come momento di rinnovamento spirituale e di crescita comunitaria. Contiamo sulla vostra presenza e partecipazione a quest’evento eccezionale. Troverete tutte le informazioni necessarie nel nostro sito: https://www.carmelitaniscalzi.com/.
Nostro Signore, la Madonna del Carmelo e San Giuseppe ci accompagnino e ci guidino nella
preparazione di questo incontro, affinché esso possa essere un vero segno di comunione e di unità all’interno del nostro amato Ordine dei Carmelitani Scalzi.
Firmo questa lettera ai piedi di Nostra Signora del Monte Carmelo, qui nel Santuario di Stella Maris. È da questo luogo che vi benedico e prego per tutti voi, fratelli e sorelle del Carmelo Secolare sparsi nel mondo intero. Ci rifugiamo sotto la sua protezione e ci affidiamo alla sua sollecitudine materna.
Fraternamente in Cristo,
mercoledì 4 dicembre 2024
I lavori del Coordinamento Interprovinciale
Conclusi gli Esercizi Spirituali della Provincia Ligure
A Bocca di Magra: momento di grazia e
riflessione
“La parte migliore” Ma di una cosa sola c’è bisogno…
Dal 21 al 24 novembre 2024, il Monastero Santa Croce di Bocca di Magra ha ospitato gli annuali Esercizi Spirituali dell’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi. L’evento ha visto la partecipazione delle Comunità della Provincia Ligure, riunite in un clima di profonda collaborazione e serenità. Il tema di quest’anno, ispirato al Vangelo di Luca (10,38-42), è stato: “La parte migliore”. Ma di una cosa sola c’è bisogno…
A tenere gli esercizi spirituali è stato padre Federico Barbieri ocd, Delegato Provinciale per l’Ocds, il quale ha offerto meditazioni profonde per aiutarci a riscoprire l’essenziale nella nostra vita spirituale quotidiana. Gli esercizi spirituali rappresentano un appuntamento significativo per i membri dell’OCDS, un’occasione per rafforzare i legami comunitari, approfondire la spiritualità carmelitana e rinnovare il proprio impegno alla sequela di Cristo.
L’inizio.
Giovedì sera, è stato particolarmente coinvolgente, con un’introduzione alla
tematica del Vangelo e alla riflessione proposta. La serata ha posto le basi
per le meditazioni successive, creando uno spazio di silenzio e di ascolto.
Venerdì e sabato sono stati giorni di intensa riflessione. Padre Federico ci ha guidato attraverso altri momenti di meditazione sul Vangelo, approfondendo l’importanza e la consapevolezza di entrare in relazione con il Signore Gesù. Ogni riflessione è stata seguita, dopo un tempo di meditazione personale, da momenti di condivisione in piccoli gruppi, dove abbiamo avuto l’opportunità di esprimere, senza entrare in un dibattito, come viviamo il messaggio nella nostra vita quotidiana.
L’atmosfera
del monastero, immerso nella bellezza naturale di Bocca di Magra, ha fatto da
cornice ideale per questo tempo di preghiera e raccoglimento, rendendo il
soggiorno un’esperienza di pace e comunione.
La riflessione sulla “parte migliore” e sul racconto di Marta e Maria non si è limitato alla classica distinzione tra azione e contemplazione, ma ha cercato di approfondire una comprensione più profonda nel loro cammino spirituale, in cui ci siamo potuti identificare superando la dicotomia tra azione e contemplazione. Padre Federico Barbieri ha esaminato come la scelta della parte migliore sia un invito a riconoscere che nel nostro cammino è essenziale fermarsi, ascoltare e vivere un’esperienza diretta con Dio che ci porta all’azione. In un mondo che ci spinge sempre più a correre, il ritiro ha messo in luce quanto sia fondamentale coltivare momenti di silenzio e di ascolto attento, in cui Dio non è solo invocato, ma vissuto come esperienza concreta.
Il
relatore ha anche richiamato le parole del teologo Karl Rahner, che ha
affermato: “Il cristianesimo del XXI secolo o sarà mistico o non sarà”.
Questo concetto ha suscitato una riflessione profonda, poiché implica che, in
un’epoca in cui la fede rischia di essere solo un insieme di riti e tradizioni,
la dimensione mistica è ciò che può davvero rinnovare il cristianesimo. Padre
Federico ha sottolineato come questa insistenza sulla mistica ci debba
riguardare personalmente, poiché non è solo una questione di preghiera, ma
un’esperienza concreta di Dio nella vita quotidiana, è un vissuto che trasforma
le nostre esperienze, che filtra ogni aspetto della nostra esistenza attraverso
un “setaccio” che è l’amore di Dio. Il relatore
ha approfondito la dimensione del silenzio e dell’ascolto, il valore del
tacere, in un mondo dominato dal rumore, sia esteriore che interiore, in cui il silenzio diventa una scelta controcorrente,
ma essenziale per riscoprire chi siamo e dove siamo diretti. Tacere non significa
solo smettere di parlare, ma anche fermare quel flusso continuo di pensieri,
giudizi e preoccupazioni che spesso ci alienano da noi stessi e dagli altri.
Il
silenzio autentico è uno spazio di incontro: con noi stessi, con gli altri e, soprattutto con Dio. E’ in questo spazio
che possiamo accogliere la voce dell’altro senza pregiudizi, senza l’urgenza di
rispondere o di agire. Tacere, quindi, non è un vuoto, ma una pienezza, una
condizione che ci restituisce alla nostra umanità più vera e profonda.
Accanto al tema del tacere, Padre Federico ha posto anche l’attenzione sulla capacità di ascoltare, descrivendola come una capacità sempre più rara: ascoltare significa essere pienamente presenti, accogliendo l’altro con tutta la nostra attenzione e sensibilità. In questo senso ascoltare è un atto di amore, un gesto che ci rende più simili a Maria, che siede ai piedi di Gesù e lo accoglie con tutta la sua attenzione. Un altro punto chiave della riflessione è stato il valore della meditazione. Il padre ha definito la meditazione come un’esperienza di se stessi, un viaggio interiore che ci permette di esplorare il nostro mondo interno con onestà e apertura.
Nel contesto di questo cammino, il silenzio, il tacere, l’ascolto e la meditazione diventano strumenti preziosi per accogliere la presenza di Dio e per vivere un’esperienza spirituale autentica. Non si tratta di un esercizio intellettuale, ma di un vissuto che trasforma la nostra relazione con noi stessi, con gli altri e con Dio. Nel corso degli esercizi è emersa una consapevolezza profonda su quanto sia fondamentale trovare uno spazio di contemplazione, anche in una vita frenetica e piena di impegni.
A
conclusione degli esercizi, tutti i partecipanti hanno espresso gratitudine per
i frutti spirituali ricevuti, portando con sé un rinnovato slancio nel cammino
di fede.
Piccole storie per l'anima
Guinness nacque nel 1914 a Londra in una famiglia molto problematica. Dopo alcuni anni la sua ricerca spirituale lo portò al presbiterianesimo, all'ateismo, al marxismo, al buddismo e addirittura ad alcune riunioni di quaccheri. In tutto ciò, da buon inglese degli anni 20, non provava nessun interesse nei confronti del cattolicesimo.
Mentre era a teatro facendo delle prove per l'opera Amleto, un sacerdote anglicano si avvicinò a lui e gli spiegò che sta. a facendo male il segno della croce. Quest'incontro ebbe un forte impatto spirituale sull'attore.
Da lì a poco riprese i rapporti con la Chiesa Anglicana. Tuttavia, all'età di <!O anni, un'esperienza inattesa lo portò a conoscere il cattolicesimo. Si trovava in Francia, lavorando per il film "Padre Brown", basato sui racconti del famoso sacerdote dei romanzi di Chesterton. Gli fu affidato il ruolo di protagonista, e perciò doveva andare vestito costantemente con la talare nera, il colletto bianco e il caratteristico copricapo rotondo.
Un giorno, mentre camminava per strada, un bambino del posto gli si avvicinò credendo che fosse un vero sacerdote. Il bambino corse verso di lui, gli afferrò la mano e iniziò a camminare di pari passo a lui. La fiducia e l'affetto di quel bambino verso i sacerdoti cattolici ebbe un profondo impatto sull'attore.
Più tardi, rivelò: «Mentre continuavo a camminare, pensavo che una Chiesa, che poteva ispirare così tanta fiducia in un bambino, facendo sì che anche un sacerdote sconosciuto fosse accessibile a tutti, non poteva essere così ipocrita come ero abituato a credere. Dentro di me iniziavo a slegarmi dai miei vecchi pregiudizi appresi e assorbiti durante la giovinezza».
Poco tempo dopo, suo figlio Matteo contrasse la poliomielite e sembrava stesse per morire. Disperato, Guinness si mise alla ricerca di un aiuto divino. Entrò in una chiesa cattolica per pregare. Fece un patto con Dio: se Matteo fosse guarito, gli avrebbe permesso di convertirsi al cattolicesimo se lo avesse voluto da grande.
Contro ogni attesa, suo figlio riuscì a riprendersi. Guinness e sua moglie lo iscrissero in una scuola dei Gesuiti. Un anno dopo, Guinness, sua moglie e suo figlio si convertirono al cattolicesimo.
Tristemente, un vescovo confessò:«Ovunque andava Gesù scoppiava una rivoluzione.Ovunque vado io mi offrono un caffè».
Tristemente, un vescovo confessò:
lunedì 25 novembre 2024
Piccole storie per l'anima
l piccolo fiume disse: «Posso diventare un grande fiume».
Si diede un sacco da fare, ma incontrò un grande masso. li fiume disse: «Riuscirò a superare questo masso». li piccolo fiume spinse, spinse e, poiché aveva molta forza, riuscì a superare il masso.
Presto il fiume si trovò di fronte a un grande muro, e continuò a spingere contro di esso. Alla fine il fiume scavò un canyon e si fece strada. li fiume che cresceva disse: «Posso farcela. Posso andare oltre. Niente mi potrà fermare».
Ci fu poi un'enorme foresta. li fiume disse: «Andrò avanti comunque e abbatterò gli alberi». E così fece. li fiume, ora potente, si trovò sul limitare di un enorme deserto, con il sole a picco. li fiume disse: «Attraverserò questo deserto».
Ma la sabbia rovente presto cominciò ad assorbire tutto il fiume. li fiume disse: «Oh, no! Devo farcela. Riuscirò ad attraversare il deserto». Ma il fiume si riversò in fretta nella sabbia, finché non restò altro che una piccola pozza di fango.
Allora il fiume udì una voce dall'alto: «Arrenditi. Lascia che io ti sollevi. Lascia che mi occupi io di te». li fiume disse: «Eccomi». Allora il sole sollevò il fiume e lo tramutò in un'immensa nuvola. Trasportò il fiume proprio sopra il deserto e fece cadere la pioggia e rese fertili i campi lontani.
Ci sono momenti, nella vita, in cui ci troviamo davanti al deserto e pretendiamo di farcela da soli. Ma è proprio allora che ci raggiunge quella voce: «Lasciati andare. Abbandonati. In questa terra ìnaridita ti renderò fertile. Sì, fidati di me. Affidati a me».
Ciò che conta nella vostra e nella mia vita non sono i successi, ma i frutti. I frutti della vostra vita nascono spesso nel dolore, nella vulnerabilità e nelle perdite.
I frutti della vostra vita arrivano solo dopo che l'aratro ha solcato la terra.
Dio vuole che portiate frutto.
La domanda non è: «Quante cose posso ancora fare negli anni che mi restano?».
La domanda è: «Come posso prepararmi all'abbandono totale, così che la mia vita possa portare frutto?».
"I direttori di spirito portano avanti nella perfezione facendo fare un gran numero di atti di virtù, e hanno ragione; ma il mio direttore, che è Gesù, non m'insegna a contare gli atti, m'insegna a fare tutto per amore, a non rifiutargli niente, ad essere contenta quando mi dà un 'occasione di mostrargli che lo amo, ma tutto questo nella pace, nell'abbandono".
(S.Teresa di Gesù Bambino)
lunedì 18 novembre 2024
Piccole storie per l'anima
Tanti animali partirono per quel viaggio pieni di entusiasmo, ma, man mano che procedeva, il cammino si dimostrava impervio e molti si scoraggiarono. «Si farà presto notte, torniamo a casa al sicuro.» Alcuni tornarono indietro. Ma i più coraggiosi proseguirono. «Non proseguite, incauti! Ci saranno i lupi o gli orsi nel bosco».
Altri si fermarono prima della foresta in preda alla paura. Il cerbiatto, imperterrito e incurante, proseguì. Attraversarono la foresta e si fece sera. «Verrà la notte e con essa l'ombra oscura: ci perderemo. Fermatevi!». Di fronte alla paura di smarrirsi quasi tutti lasciarono il cammino verso la vetta.
Il cerbiatto, imperterrito e incurante, proseguì. All'alba raggiunsero una radura, ma le nuvole impedivano di vedere oltre. Sembrava che il sole non dovesse mai più spuntare. Oltre quelle nuvole regnava solo l'incertezza. «Non vi è nulla oltre. Non ci sarà cibo né acqua. Morirete di fame e di sete. Diventerete folli e vagherete nel nulla sino a morire. Non proseguite».
I pochi rimasti si fermarono impietriti di fronte alla paura della morte e della follia. Il cerbiatto, imperterrito e incurante, proseguì. «Fermati», gridavano tutti i pochi animali giunti fino a lì. « Solo un folle potrebbe andare avanti».
Il cerbiatto, imperterrito e incurante, proseguì. Entrò da solo nelle nubi. Nient'altro che bianco e solitudine per un tempo indeterminato, che sembrava non dovesse mai avere fine. Il cerbiatto proseguì fino a che non ebbe esaurito ogni energia. Oltre le nubi, il cielo si aprì e un orizzonte sconfinato mostrò la sua bellezza.
Il sole, radioso, sorrise alla vista di quel minuscolo essere solitario. Il cerbiatto proseguì fino alla vetta delle vette e, lì, si fermò a respirare. La meraviglia che si disvelò ai suoi occhi lavò via ogni stanchezza e ogni affanno. Si ammiravano in lontananza valli, monti, laghi, fiumi. E tutta la terra era rigogliosa. Da quell'altezza si poteva contemplare davvero ogni meraviglia. Respirava pieno di amore il cerbiatto che, imperterrito e incurante, era giunto fino in cima.
Il suo difetto più grande era stato la sua più grande fortuna: era sordo.
Per seguire la logica del Vangelo occorre
diventare "sordi" alla logica del mondo…
In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!». Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita? Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni(Mt 16,21-27)