martedì 16 settembre 2025
Ultimo incontro di Formazione on line
domenica 14 settembre 2025
Esaltazione della Croce. Il testo di Edith Stein
Con Gesù, la Croce antico strumento di supplizio, diventa uno sfolgorante simbolo di salvezza
Ti salutiamo, Croce santa, nostra unica speranza!» Così la Chiesa ci fa dire nel tempo di passione dedicato alla contemplazione delle amare sofferenze di Nostro Signore Gesù Cristo.
S. Teresa Benedetta della Croce
sabato 13 settembre 2025
Esercizi Spirituali Provincia Veneta. Rigenerare la speranza
mercoledì 10 settembre 2025
Prepariamoci per il Giubileo della Spiritualità Mariana
11 OTTOBRE 2025
ORE 9.00/9.30
RITROVO ALLA CHIESA DI S. TERESA IN CORSO ITALIA
E INTERVENTO DI PADRE MARCO CHIESA OCD
“CON MARIA DAL GOLGOTA A CANA”
Ore 10.30
MOMENTO DI SILENZIO E MEDITAZIONE
ORE 11.00
S.MESSA
ORE 12.00
PAUSA PRANZO
ORE 15.00
CHIESA DI S. MARIA DELLA VITTORIA CON VISITA
GUIDATA DA PADRE ANGELO CAMPANA OCD
ORE 16.00
PELLEGRINAGGIO ALLA PORTA SANTA
DELLA BASILICA DI S. MARIA MAGGIORE
Possibilità di accostarsi al Sacramento
della Riconciliazione
ORE 17.00 – 19.00
VEGLIA DI PREGHIERA
12 OTTOBRE 2025
ORE 10.30
S. MESSA PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE
IN PIAZZA S. PIETRO
ORE 13.00
RIITORNO A CASA
Ricordiamo 1)per il Giubileo della Spiritualità Mariana la statua originale della Madonna di Fatima sarà in Piazza San Pietro domenica 12 ottobre, durante la S. Messa celebrata da papa Leone.
2) come ha annunciato il nostro Padre Generale (clicca qui) c'è un nuovo blog carmelitano interamente dedicato a Maria ( clicca ) per approfondire questo aspetto della nostra spiritualità
domenica 7 settembre 2025
venerdì 29 agosto 2025
I pensieri del passero solitario ... d'estate
Beatrice era una buona madre e un’ottima moglie, ma un triste e desolato giorno il suo giovane marito morì. Un dolore immenso e rovente dilaniò la sua esistenza. Niente riusciva ad attenuare la sua sofferenza.
Cercava invano brandelli di consolazione nei suoi bambini che la fissavano smarriti. Come specchi, gli umidi occhioni gli rimandavano l’immagine del loro papà tanto amato. Neanche più ricordava il tempo in cui lavorava cantando. Il lavoro, come il pane, gli era diventato amaro e pesante.
Una sera, rannicchiata nel letto, piangeva silenziosamente per non svegliare i bambini, quando gli apparve una figura dolce e rassicurante, che la prese per mano. Era la Beata Vergine Maria del Carmelo. «Vieni con me, Beatrice » gli disse. «Vieni con me: ti porterò al fiume della pace. Chiunque si bagna nelle sue acque troverà la consolazione che cerca».
Camminarono nella notte per molto tempo. Ad un certo punto, Beatrice cominciò a sentire il rumore di acque scroscianti. Un fiume immenso, dalle acque pure e trasparenti, scorreva davanti a loro. «Immergiti nel Fiume della Pace» gli intimò la Vergine. «Le sue acque scioglieranno la tua pena e la tua angoscia». Beatrice si immerse. Il suo corpo fu avvolto da un conforto pieno di vigore e serenità, una pace balsamica che guariva le sue ferite. Dopo quell’immersione salutare, Beatrice chiese alla Madonna: «Da dove viene quest’acqua miracolosa?». «Sono le lacrime del mondo» rispose la Vergine.
«Tutte le lacrime del mondo si raccolgono in questo fiume. Lacrime amare, di paura, di dolore, di delusione, di sconfitta, di rabbia. Ma anche le lacrime più dolci, quelle versate per amore, per il ritorno di una persona cara, per uno scampato pericolo». Beatrice udì i sospiri e i gemiti di tutti coloro che avevano versato quelle lacrime, e comprese che anche le sue lacrime erano ormai un unico pianto puro e indistinto, che scorreva nelle acque di quel fiume.
Si sentì in comunione totale con tutto il dolore e la gioia del mondo. Fu in quel momento che la Madre di Dio gli parlò del dolore di suo Figlio. Beatrice sentì il pianto di Cristo davanti alla tomba di Lazzaro, il pianto nel Getsemani, il suo pianto ai piedi della croce.
Beatrice si ridestò improvvisamente, il cuscino era ancora bagnato, ma una pace profonda si era impadronita di lei…
Non siamo figli del dolore, ma della compassione*
* Moto dell’animo che ci fa sentire dispiacere o dolore del male altrui come se li soffrissimo noi…
martedì 26 agosto 2025
Quel dardo d'amore e la Trasverberazione del cuore di Teresa
Ecco come la santa Madre racconta quest’esperienza nella autobiografia, al capitolo 26: “Il Signore, mentre ero in tale stato, volle alcune volte favorirmi di questa visione: vedevo vicino a me, dal lato sinistro, un angelo in forma corporea, cosa che non mi accade di vedere se non per caso raro. Benché, infatti, spesso mi si presentino angeli, non li vedo materialmente, ma come nella visione di cui ho parlato in precedenza.
In questa visione piacque al Signore che lo vedessi così: non era grande, ma piccolo e molto bello, con il volto così acceso da sembrare uno degli angeli molto elevati in gerarchia che pare che brucino tutti in ardore divino: credo che siano quelli chiamati cherubini, perché i nomi non me ridicono, ma ben vedo che nel cielo c’è tanta differenza tra angeli e angeli, e tra l’uno e l’altro di essi, che non saprei come esprimermi. Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d’oro, che sulla punta di ferro mi sembrava avesse un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, così profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via, lasciandomi tutta infiammata di grande amore di Dio.
Il dolore della ferita era così vivo che mi faceva emettere quei gemiti di cui ho parlato, ma era così grande la dolcezza che mi infondeva questo enorme dolore, che non c’era da desiderarne la fine, né l’anima poteva appagarsi d’altro che di Dio. Non è un dolore fisico, ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un po’, anzi molto. È un idillio così soave quello che si svolge tra l’anima e Dio, che supplico la divina bontà di farlo provare a chi pensasse che mento".
lunedì 25 agosto 2025
Preghiamo oggi la nostra S. Maria di Gesù Crocifisso, che interceda per la pace
La Chiesa ne celebrerà la memoria domani, mentre noi Carmelitani Scalzi ricorderemo
la Trasverberazione del cuore di Teresa di Gesù. Un fenomeno, questo, di cui fu protagonista anche Myriam come fu verificato dalla analisi fatte sul suo cuore.
Portiamoci idealmente nel luogo in cui sono seppellite le sue spoglie (vedi qui) un tempo visitato da molti pellegrini e a lei, figlia di Teresa e della Terra santa, affidiamo la nostra preghiera per la Pace in tutti i luoghi del mondo in cui c'è la guerra e il massacro degli innocenti.
domenica 24 agosto 2025
S. Giovanni della Croce Dottore della Chiesa, a un passo dal centenario
(…) Quae cum ita sint, Nos, votis Carmelitarum Excalceatorum
omnium ceterorumque suffragatorum ultro libenterque concedentes, praesentium
Litterarum tenore, certa scientia ac matura deliberatione Nostris, deque Apostolicaepotestatis
plenitudine, Sanctum loannem a Cruce, Confessorem, Ecclesiae universalis
Doctorem constituimus, declaramus.
Così il card. Gasparri,
segretario di Stato di Pio XI
24 agosto 1926, giorno nell’anniversario
della Fondazione il primo monastero Teresiano e inizio della grande riforma, Giovanni della Croce, il frate nato a Fontiveros nel 1542 che con Teresa fu artefice della riforma degli Scalzi, è
proclamato dottore della Chiesa. La Curia generalizia dell'Ordine volle dedicare un giorno di
ringraziamento a Dio per questa grazia concessa ai carmelitani scalzi e alla chiesa tutta. Fu disposto così che nella Chiesa
di S. Teresa a Roma, il giorno 26 settembre, a un mese dalla proclamazione, fosse
dedicata una Messa solenne e che fossero presenti tutti i Padri del Capitolo Generale. Al termine della celebrazione il solenne Te Deum. Celebrazioni particolari ci sarebbero state anche nei monasteri.
Chi aveva subito intuito la grandezza di
questo piccolo frate fu Teresa di Gesù che aveva detto di lui “è un uomo
celestiale e divino” e “nessuno come lui capace di comunicare tanto fervore per
la via del cielo”. A contribuire alla sua conoscenza Furono le numerose
testimonianze di quanti l’avevano conosciuto e di quanti attingendo alle sue
opere Si erano innamorati del Carmelo. Sì perché della sua mistica non aveva
mai fatto oggetto di speculazione teologica o filosofica: lui era il maestro di
formazione dei frati. Di quei frati ai quali aveva insegnato di meditare non su
volumi e volumi di spiritualità, ma sul Padre nostro, e che aveva portato fuori
del convento, a contatto con la bellezza di una natura che rispecchiava la
bellezza del suo Creatore, per insegnare l’orazione. L’uomo che dalla
sofferenza di una ingiusta prigionia aveva tratto le sue opere più ispirate, aveva
insegnato ai frati a fare orazione fra il canto dell’usignolo e il vento che
agita le foglie, senza distrarsi, perché il suono della natura è il silenzio di
Dio nei nostri cuori.
Sono gli uomini di chiesa che
dalle sue opere hanno carpito quelle verità che il Magistero non può ignorare e
che diventano pietre miliari per il cammino dei cristiani verso il Cielo. Anzi
verso quel monte, come dice il dottore mistico, dove solo una strada senza
distrazioni ci porta al sacro convito, il corrispettivo della settima stanza di
Teresa: il luogo dove l’unione con Cristo è totale, dove il Cuore parla al
cuore.
Ricordiamo la fondazione del primo monastero delle Scalze
Oggi lo chiamano il Monastero della Madre: è la prima fondazione del Carmelo teresiano. Fu inaugurato il 24 agosto 1562 da Teresa di Gesù, con l'intento di stabilire un nuovo stile di vita ispirato alla Regola primitiva donata ai primi eremiti del monte Carmelo da Sant'Alberto di Gerusalemme e approvata nel 1247 dal Papa Innocenzo IV. La Regola che si osservava al monastero dell'Incarnazione dov'era originariamente Teresa d'Avila era stata modificata da una Bolla di mitigazione il 15 febbraio 1432.
Ecco che cosa scrisse Teresa nel capitolo 32 del Libro della vita a proposito di questa fondazione
"Pensando a quello che avrei potuto fare Per Dio, constatai che la prima cosa da realizzare era di tradurre in atto la vocazione accordatami da Sua Maestà, osservando la mia regola con la maggiore perfezione possibile. Benché nella casa in cui stavo vivessero molte anime di Dio e il Signore vi fosse ben servito, a causa delle gravi strettezze economiche in cui versava, molte monache uscivano spesso di monastero recandosi in ambienti in cui peraltro si poteva soggiornare con tutta onestà e in pieno rispetto dello Stato religioso. La regola inoltre non vi era osservata in tutto il suo rigore primitivo , bensì , come del resto in tutto l'ordine , secondo i canoni della Bolla di mitigazione e vi si riscontravano infine anche altri inconvenienti, per cui la vita mi sembrava troppo agiata, in quanto la casa era grande assai confortevole.
(...) Ora avvenne che un giorno trovandomi in compagnia di un gruppetto di persone, una di esse uscì a dire che qualora avessimo voluto vivere alla maniera delle Scalze, si sarebbe anche potuto fondare un monastero. Siccome io accarezzavo già un desiderio del genere, cominciai a parlarne con una vedova mia amica che condivideva le mie stesse aspirazioni.
(...) ci accordammo di raccomandare caldamente l'impresa a Dio (...) un giorno dopo la comunione Sua Maestà mi ingiunse decisamente di battermi con tutte le forze per tradurla in atto, promettendomi che il monastero si sarebbe certo fondato e che in esso egli sarebbe stato fervorosamente servito .
venerdì 22 agosto 2025
I pensieri del passero solitario ... d'estate
San Pietro dovrà rendermi conto di questo!.”, si indignò il Signore. Continuò il giro di controllo ed ecco che scoprì tra gli altri beati una donna che in vita sua ne aveva combinate di tutti i colori. “Anche lei qui?”, esclamò sbalordito.
“Ma chi controlla l’ingresso tra le anime beate? San Pietro dovrà spiegarmi anche questa!”. Girando s’imbatte in altre persone che non si aspettava proprio di incontrare in Paradiso. A passi decisi, con un viso che prometteva tempesta, il Signore si avviò verso l’ingresso del Paradiso.
Lì, a fianco del portone, con le chiavi in mano, stava San Pietro. “Non ci siamo, non ci siamo proprio!”. Lo affrontò severamente il Signore. “Ho visto gente qui intorno, che del Paradiso non è proprio degna! Che custode sei? Non sarà che ti addormenti in servizio?”.
“Eh, no! Io non dormo proprio!”, rispose risentito San Pietro. “Io alla porta ci sto, e con gli occhi ben aperti anche. E’ che sopra di me, c’è una piccola finestra. Di là ogni tanto tua mamma Maria fa scendere una corda e tira su anche quelli che io avevo allontanato! A questo punto cosa dovrei fare? E’ inutile che faccia il portinaio! Do le dimissioni!”
Il volto del Signore si distese in un gran sorriso. “Va bene, va bene”, disse bonariamente, cingendo le spalle di San Pietro con un braccio, come ai vecchi tempi. “Quello che fa mia mamma Maria è sempre ben fatto. Tu continua a sorvegliare la porta e lasciamo che al finestrino ci pensi lei…”.
venerdì 15 agosto 2025
I pensieri del passero solitario ... d'estate
A sostegno della sua tesi si rivolse verso il bambino e disse: " Come ti chiami?" " Riccardo!" "Riccardo, quanti anni hai?" "Quattro e mezzo!" rispose fiero agitando la manina. "È vero che tu hai paura del medico?" " No! Io non ho paura del medico!"
Sorpreso dalla risposta, il vecchio saggio insistette: "Ma come! Non hai paura del medico quando ti prescrive le medicine amare, quando ti fa la puntura... insomma quando ti fa male? Non hai paura del medico?" "No! No! Io non ho paura del medico!" rispose il bambino con maggior forza. Nel frattempo la nonna osservava preoccupata le repliche del nipotino.
Dopo qualche tentativo andato a vuoto, il vecchio saggio piacevolmente meravigliato dalla reazione del bambino disse: " Senti, Riccardo. Saresti contento di venire qui al microfono e dire a me e a tutta questa gente, perché tu non hai paura del medico?"
Riccardo scese dalle ginocchia della nonna, prese il microfono e ad alta voce disse: " Io non ho paura del medico perché il medico è mio papà."
Una sonora e gioiosa sorpresa da parte dei presenti accolse l’inattesa risposta. E la nonna rasserenata confermò: "Sì, sì. Suo papà fa il medico."
E' il vecchio saggio compiaciuto, rivolgendosi all'assemblea replicò: "Devo aggiungere altro? Ora sapete cosa è la fiducia in Dio!"
Quando abbiamo la consapevolezza che tutti gli interventi più o meno dolorosi della nostra vita sono voluti o permessi da Dio che ci è papà, non possono farci paura perché sono segni sensibili del suo amore che sa guarire e salvare come gli interventi e le medicine del medico. (anche se, qualche volta, sono proprio amarissime…)
🌹Noi che corriamo nella via dell'amore, non dobbiamo pensare a ciò che può accadere di doloroso in avvenire, perché sarebbe un mancare di fiducia. ( S. Teresa di Lisieux)