mercoledì 11 giugno 2025

Scuola di Formazione: Missionarietà e apostolato

 

Si conclude con l'intervento della presidente della Provincia Ligure dell'ocds, Caterina Zerbin, su "Missionarietà e apostolato", la pubblicazione di tutti gli interventi della Tavola rotonda della Scuola - Laboratorio di formazione on line.
"Volendo soffermarci sul tema Missionarietà ed Apostolato, il primo pensiero che mi viene da esprimere è che come battezzati inseriti nella Chiesa in Cristo, siamo tutti chiamati ad essere missionari, in quanto suoi seguaci e testimoni. Essere missionari è in primis proprio questo: seguire Cristo portarLo a conoscenza a chi è vicino a noi, a chi è un po’ meno vicino a noi e ai lontani fisicamente e col cuore. Il termine “lontani” ovviamente è da intendersi “lontani da Cristo”, o perché non lo conoscono o perché non lo vogliono conoscere, non certo solo per la collocazione fisico-geografica. Giovanni Paolo II sia nel Motu Proprio "Apostolos Suos" (1998) che nella Lettera Enciclica "Redemptoris Missio" (1990) ha enunciato che il primo compito della Chiesa è portare Cristo a chi ne è lontano. Con l’Esortazione Apostolica “ Evangelii Gaudium” Papa Francesco ci portava a interrogarci sulla Chiesa in uscita, mettendo in evidenza due punti:
Riflettere chi sono i lontani rispetto a noi.
- Alzare lo sguardo da ciò che si è sempre operato per cercare e provare modalità
nuove, altre e diverse".

Qui si può scaricare l'intero intervento Missionarietà e apostolato









martedì 10 giugno 2025

Scuola di formazione: La docibilità come disposizione permanente ad imparare

Penultimo intervento della tavola rotonda dello scorso 30 maggio p quello della presidente ocds del Commissariato della Lombardia  Rosa Maria Pellegrino sul tema della "Docibilità come disposizione permanente ad imparare".

"Come vivo il senso di appartenenza e corresponsabilità nell’OCDS" "La docibilità  come disposizione permanente ad imparare"

Nel mio appartenere all’OCDS ho considerato  due termini: “Docibilità – docilità che spesso si confondono perché hanno la stessa radice. 

P. Aldo  nel primo incontro mi ha rinfrescato la memoria, ha riportato alla luce la bellezza e la serietà della  vocazione. Mi sono interrogata sulla fedeltà all’Alleanza /Promessa dopo 24 anni di  appartenenza all’Ordine Secolare.  

  Mi sono soffermata sulle  riflessioni di P. Amedeo Cencini  sulla : "La docibilitas" (N.S. della Guardia, 20-21 settembre 2023 )  riguardo alla formazione permanente,  il quale  distingue la  “docibilità “dalla  “docilità”.

La docilità  è il tipico atteggiamento della persona obbediente secondo una certa prospettiva spirituale, mentre la docibilitas  significa “ insegnabilità” , cioè  la disposizione  che  una persona ha ad “essere insegnato” che in italiano non esiste, ma significa che la persona  “ha imparato a imparare” e dunque, in qualsiasi circostanza,  trova il modo di lasciarsi formare dalla realtà, dal contesto che sta vivendo. Dunque la  docilitas è nei confronti di una categoria particolare  di persone superiori”. Ne abbiamo sperimentato in questi giorni con la sanatio, e mi sono interrogata a quale grado di docilitas ho corrisposto.

 P. Amedeo: “la persona docibile è la persona che si abbandona alla realtà in qualche modo per lasciarsi formare. Per lasciarsi mettere in crisi, per lasciarsi educare, per lasciarsi arricchire, per lasciarsi provocare, per lasciarsi prendere a schiaffi, per lasciarsi criticare”. Quanta strada devo ancora percorrere per raggiungere  questa meta.  

Qui è possibile scaricare La docibilità come disposizione permanente ad imparare   nella sua versione integrale

lunedì 9 giugno 2025

Esercizi Spirituali della Provincia dell'Italia Centrale

Dal 30 maggio al 2 giugno 2025, presso la Casa Divin Maestro di Ariccia (Roma), si sono svolti gli esercizi spirituali provinciali OCDS, dal tema: "IL VOLTO DEL CARMELITANO SECOLARE NEL MONDO DI OGGI. DONO E COMPITO". 
P. Aldo e la presidente Laura Isotton
Predicatore degli esercizi è stato P. Aldo Formentin, assistente Nazionale OCDS, che, con le sue illuminanti e profonde riflessioni, ha fatto luce su aspetti ed elementi fondamentali della vocazione nel Carmelo Secolare. Le giornate si sono svolte in un clima di serena e fraterna condivisione, lasciando nel cuore di tutti un rinnovato slancio e la gioia di sentirsi parte viva e attiva di una Famiglia in cammino.
Le giornate erano aperte anche  a quanti desideravano conoscere la spiritualità e gli impegni vocazionale del carmelitano secolare.

Dal sito della Provincia dell'Italia Centrale potete ascoltare gli audio delle meditazioni. Cliccare qui








Scuola di Formazione: il valore dell'obbedienza per il carmelitano secolare

  Ancora un intervento della tavola rotonda svoltasi lo scorso 30 maggio. Affronta il tema dell'Obbedienza. Relatrice Carla Tenuta presidente della Provincia ocds Veneta:

Vorrei iniziare questa riflessione con le parole del Vangelo di Giovanni della scorsa domenica: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola”. L’obbedienza al Signore si fonda sull’amore: tanto più amiamo il Signore e tanto più osserviamo la sua parola.

Con la Promessa noi carmelitani secolari ci impegniamo a vivere lo spirito dei Consigli evangelici di castità, povertà, obbedienza e delle Beatitudini, “strumenti per valutare noi stessi alla luce di Gesù”. (P. Deneey). In particolare per quanto riguarda la promessa di obbedienza, al n. 15 delle nostre Costituzioni leggiamo: “La promessa di obbedienza ci impegna a vivere aperti alla volontà di Dio «nel quale viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28), imitando Cristo che accettò la volontà del Padre e che si fece obbediente fino alla morte di croce (Fil 2,8)”.

Obbedire, deriva dalla parola latina oboedire→ ob-audire →ascoltare verso – prestare ascolto.

L’obbedienza nasce quindi dall’ascolto.

La nostra Regola ci chiede di meditare giorno e notte la Legge del Signore (Sal 1,2) per conoscere e fare la Sua volontà. È la Parola di Dio che ci illumina sulle scelte quotidiane, ma anche ci nutre e ci dà la forza per mettere in pratica la volontà di Dio.

Ecco perché come membri dell’Ordine Secolare abbiamo l’impegno di dedicare mezz’ora al giorno all’orazione mentale. La nostra prima obbedienza la dobbiamo al Signore, alla sua Parola.

Nella formazione iniziale è importante chiarire bene in cosa consiste la promessa di obbedienza, il suo valore e a chi dobbiamo obbedienza.

Per scaricare l'intervento Il valore dell’obbedienza per il Carmelitano Secolare  clicca sul titolo.

domenica 8 giugno 2025

Scuola di formazione: il senso di corresponsabilità nell'ocds

Proseguiamo la pubblicazione degli interventi alla tavola rotonda con la riflessione proposta da Laura Isotton presidente della Provincia dell'Italia Centrale. 
"Vorrei iniziare questo mio intervento sulla corresponsabilità partendo da una citazione che Mons. Saverio Cannistrà, già Generale del nostro Ordine, fa nel suo testo, molto noto, “Come essere Carmelitani Scalzi oggi”, di un passaggio del documento della Congregazione dei religiosi, dal titolo “La vita fraterna in comunità”, che al n.23, in merito alla distinzione tra il dono della comunione e quello dell’impegno nella costruzione della comunità, afferma: “La comunione è un dono offerto che richiede anche una risposta, un paziente tirocinio e un combattimento, per superare lo spontaneismo e la mutevolezza dei desideri. L’altissimo ideale comunitario, comporta necessariamente la 
conversione da ogni atteggiamento che ostacolerebbe la comunione. […] Si richiede «sinergia» tra il dono di Dio e l’impegno personale per costruire una comunione incarnata, per dare cioè carne e concretezza alla grazia e al dono della comunione fraterna”.
Sono voluta partire da questa premessa, proprio perché la corresponsabilità è un qualcosa che non può scaturire da una semplice adesione esteriore e superficiale, sfociando in qualsivoglia forme di 
attivismo, ma è frutto di un percorso di conoscenza di sé, di consapevolezza e di conversione del 
cuore, sia a livello personale che comunitario, di un “impegno personale (e comunitario) per costruire 
una comunione incarnata” – appunto - che trova origine e fondamento nel fare esperienza quotidiana di un’intima relazione con Dio. 
Il rapporto personale con Cristo, a cui ogni Carmelitano - secolare o religioso - è chiamato, non si esaurisce nell’esperienza individuale, ma si apre alla comunione: il cammino di santità non è mai solitario, perché il Cristo che incontriamo nell’orazione è lo stesso che “abita” nella comunità. E, 
comprendere che la nostra vocazione non è un’esperienza privata, ma un dono condiviso con la comunità, con l’Ordine e con la Chiesa, è fondamentale per far maturare in noi il senso di corresponsabilità".


È possibile scaricare qui il testo integrale

sabato 7 giugno 2025

Sabato 14 giugno ore 16.00: Il ritorno degli Scalzi in Terra Santa

 


Scuola di formazione: Il senso di fiducia nel vivere la propria vocazione

Altro intervento alla nostra Tavola Rotonda è stato quello della Presidente della Semiprovincia Napoletana Francesca Napolitano:

Il mio intervento Il senso di fiducia nel vivere la propria vocazione si colloca nell’ampio contesto dell’appartenenza e corresponsabilità nell’OCDS e nell’esperienza di queste due componenti che contribuiscono a connotare fortemente l’identità del Secolare carmelitano.

L’appartenenza all’Ordine implica la corresponsabilità del cammino personale e di quello della propria Comunità, a prescindere dal ruolo che si ricopre.

Nell’attestare la propria appartenenza al Carmelo si riconosce l’appartenenza a Gesù, nel cui ossequio siamo chiamati a vivere, e si riconosce anche la discendenza spirituale da “quei gloriosi Padri”, i fratelli della Beata Vergine Maria, i quali hanno onorato la Madre di Gesù come Patrona Loci, Signora del Luogo, Signora del Monte Carmelo.

La propria vocazione può essere mediata da persone, eventi e situazioni esterne da cui siamo attirati e spinti al vaglio interiore, oppure essa scaturisce più direttamente da rivoli sotterranei, ramificati e abbracciati tra di loro che confluiscono verso il bacino di raccolta di domande che a lungo hanno interpellato la persona ed esigono una risposta: Chi sono? Dove vado? Da chi provengo? 

Dalle interiorità personali, poco accessibili a tutti, perfino a sé stessi, arrivano le comunicazioni relative alla propria vocazione che consiste nella chiamata di Dio e nella risposta personale. 

Qui è possibile scaricare l'intervento  Il senso di fiducia nel vivere la propria vocazione 

venerdì 6 giugno 2025

Scuola di formazione: La capacità relazionale come strumento di comunicazione

Un nuovo intervento per arricchire le nostre  riflessioni è stato quello di Maria Lupi che ha una lunga esperienza nella formazione e che è stata interpellata per affrontare il tema La capacità relazionale come strumento di comunicazione.

"In genere quando parliamo di comunicazione ci soffermiamo sull’oggetto da comunicare, sui contenuti, oppure sui mezzi per comunicare, ma è fondamentale soffermarsi anche sulle capacità di
chi comunica di relazionarsi con i destinatari dei messaggi da comunicare, in questo caso sull’atteggiamento del formatore verso i formandi, sulla sua capacità o meno di entrare in sintonia con loro, di creare un rapporto di fiducia e di amore fraterno, che è già una forma di comunicazione, una prima testimonianza viva e vissuta dei contenuti che vengono trattati negli incontri. 

Quando mi è stato affidato questo tema ho pensato subito a s. Teresa di Gesù e alla sua 
capacità di fare amicizia, di creare un clima di fraternità e di simpatia, un feeling con le persone che erano conquistate dalla sua personalità e che lei poi avvicinava al Signore".
Come scrive il card. Ballestrero:
Aveva ricevuto da Dio le doti naturali e soprannaturali per diventarlo [maestra di orazione] e a questi doni aveva corrisposto in un abbandono totale alla volontà di Dio e alle ispirazioni dello Spirito Santo. Pensiamo alla facilità che aveva di amicizia e di accostamento alle persone. Tutti rimanevano (e rimangono) incantati dalla sua personalità (Vita). Pensiamo alla sua capacità di conoscere e capire le persone che aveva davanti e di proporre loro un messaggio personalizzato che teneva conto della situazione e dello status del destinatario (P. Anastasio del SS.mo Rosario [Ballestrero], Santa Teresa maestra di orazione, in Santa Teresa maestra di orazione, Roma, Istituto di Spiritualità, 1963, p. 266).





Qui è possibile scaricare la relazione
 

giovedì 5 giugno 2025

Esercizi spirituali per le comunità ocds di Maddaloni e Jaddico

Sarà il p.Iacopo Iadarola (Roma 1982) a predicare gli Esercizi Spirituali alle comunità ocds della semiprovincia Napoletana. Il giovane padre carmelitano parlerà della Eredità di papa Francesco una spiritualitadell'offerta della vita. Per scaricare il dépliant clicca qui

Esercizi spirituali della Provincia Veneta

 Sarà p. Bruno Moriconi, ocd a predicare gli Esercizi Spirituali della Provincia Veneta dell'Ordine secolare dei carmelitani scalzi che si svolgeranno dal 20 al 24 agosto prossimi a Roverè Veronese (VR). Tema: "Rianimare la nostra Speranza". 

Scuola di formazione: "L'importanza e il senso della comunità ocds"

  Un altro, importante intervento della Tavola Rotonda organizzata nell'ambito della Scuola - laboratorio nazionale di formazione è stato quella della presidente ocds del Commissariato di Sicilia, Maria Cottone: L'importanza e il senso della comunità ocds

"Quando parliamo di Comunità -  ha esordito - ci riferiamo ad una realtà visibile, storica, sociologica: è una forma concreta di aggregazione che nasce dalla comunione. Il fondamento stabile della comunità ecclesiale e fraterna viene da Dio, ed è il dono della comunione, il dono dello Spirito che il Signore fa a tutta la Chiesa, ed in particolare ad una famiglia religiosa, caratterizzata da un determinato carisma. La comunità dell’Ordine Secolare esprime il mistero della Chiesa che è Comunione (come espresso nella costituzione conciliare Lumen Gentium): nasce dalla comunione tra le Tre Persone della SS. Trinità, prende parte alla missione della Chiesa chiamando la gente a questa comunione". 


Qui è scaricabile l'intervento integrale.