«Non abbiate paura», è l’invito che Gesù
rivolge ai Discepoli ed a noi, per ben 3 volte, nel Vangelo di questa XII
Domenica del Tempo Ordinario, tra l’altro un’esortazione molto presente in
tutta la bibbia, da parte di Dio verso l’uomo, verso il suo popolo, perché Egli
è presente, ascolta, si prende cura.
Prendendo
spunto da tutto ciò, in tutta la Parola di Dio di questa Domenica mi sembra di
cogliere 3 indicazioni: 1) Non avere
paura 2) Temere Dio 3) Fidarsi
di Dio
1) «Non abbiate paura»: è una frase che ricorre spesso nella bibbia: ad
Abramo, a Mosè, ai Profeti, ad Elìa, ecc…, Dio esorta a non avere paura,
assicurando la Sua Presenza…«Perché io
sarò (camminerò) con te».
La
paura è una realtà costitutiva della fragilità umana che l’uomo da solo e con
le sue forze non può vincere, deve necessariamente confidare nell’aiuto di Dio.
Anche
Gesù, venuto fra noi come ‘Dono’ del Padre per tutti noi (“Dio ha tanto amato
il mondo da mandare, consegnare suo Figlio”) più volte, nei vangeli, usa questo
linguaggio: ad esempio a Giairo, capo della sinagoga, nonostante abbia appreso
la notizia della morte della sua amata figlia, Gesù gli dice perentoriamente:"Non temere, solo abbi fede (continua
da vere fede)" (Lc 8,50).
Anche
ai Discepoli, sulla barca in balia delle onde: "Coraggio, sono io, non abbiate paura" (Mt.14,27),
A Simon Pietro dice: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini» (Lc
5,10).
Dopo
la Risurrezione, Gesù appare ed esorta a “non
temere”
Così
a Maria e Giuseppe, attraverso l’Angelo, viene detto di “Non temere”
Nel
Vangelo di oggi, Gesù indica ai Discepoli «Non
abbiate paura degli uomini…» (poiché
nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà
conosciuto) e quindi di annunciare con coraggio; «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo» (ma non hanno
potere di uccidere l’anima, abbiate
paura piuttosto di colui che ha
il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo); «Non abbiate dunque paura: voi valete più di
molti passeri! »
Risulta evidente, nel brano evangelico, come Gesù desideri educare gli apostoli alla missione, non illudendoli, ma anzi, realisticamente, avvertendoli circa le tante difficoltà che dovranno incontrare e affrontare nella loro attività missionaria.
Risulta evidente, nel brano evangelico, come Gesù desideri educare gli apostoli alla missione, non illudendoli, ma anzi, realisticamente, avvertendoli circa le tante difficoltà che dovranno incontrare e affrontare nella loro attività missionaria.
Mi
vengono in mente le parole di Giovanni Paolo II, all’inizio del suo
pontificato: “Non abbiate paura! Aprite,
anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i
confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di
cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro
l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso
della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in
disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con
fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita,
sì! di vita eterna.”
2) «Temere Dio»: ancora
più realisticamente, Gesù invita i Discepoli e noi, a temere non gli uomini ma
Dio. Potremmo dire: passare dal “temere”
al “timore”.
Ma cos’è il “Timore di Dio”?
Ascoltiamo quanto ci dice Papa Francesco: “Temere Dio non significa avere paura di Lui: sappiamo bene che Dio è Padre, e che ci ama e vuole la nostra salvezza, e sempre perdona, sempre; per cui non c’è motivo di avere paura di Lui! Il timore di Dio, invece, è il dono dello Spirito che ci ricorda quanto siamo piccoli di fronte a Dio e al suo amore e che il nostro bene sta nell’abbandonarci con umiltà, con rispetto e fiducia nelle sue mani. Questo è il timore di Dio: l’abbandono nella bontà del nostro Padre che ci vuole tanto bene.”
Ma cos’è il “Timore di Dio”?
Ascoltiamo quanto ci dice Papa Francesco: “Temere Dio non significa avere paura di Lui: sappiamo bene che Dio è Padre, e che ci ama e vuole la nostra salvezza, e sempre perdona, sempre; per cui non c’è motivo di avere paura di Lui! Il timore di Dio, invece, è il dono dello Spirito che ci ricorda quanto siamo piccoli di fronte a Dio e al suo amore e che il nostro bene sta nell’abbandonarci con umiltà, con rispetto e fiducia nelle sue mani. Questo è il timore di Dio: l’abbandono nella bontà del nostro Padre che ci vuole tanto bene.”
E
continua: “Il timore di Dio ci fa
prendere coscienza che tutto viene dalla grazia e che la nostra vera forza sta
unicamente nel seguire il Signore Gesù e nel lasciare che il Padre possa
riversare su di noi la sua bontà e la sua misericordia. Aprire il cuore, perché
la bontà e la misericordia di Dio vengano a noi. Questo fa lo Spirito Santo con
il dono del timore di Dio: apre i cuori.”
3) «Fidarsi di Dio (confidare in
Lui)»: e giungiamo così al ‘cuore’ dell’invito di Gesù. Non ha paura
solo chi si affida e confida in Dio, perché diventa il suo sostegno, la sua
sicurezza e certezza, Egli è Colui che si prende cura dell’uomo in ogni
situazione. Infatti Gesù dice: “Due
passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a
terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono
tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!”
Noi
‘valiamo’, siamo ‘preziosi’ agli occhi di Dio, perché siamo sue creature, suoi
figli.
Interessante,
a tal proposito, il commento di Benedetto XVI: “Siamo così stimolati a
riflettere sulla differenza che esiste tra le paure umane e il timore di Dio.
La paura è una dimensione naturale della vita. Fin da piccoli si sperimentano
forme di paura …queste devono essere affrontate e superate con l’impegno umano
e con la fiducia in Dio. Ma vi è poi, oggi soprattutto, una forma di paura più
profonda, di tipo esistenziale, che sconfina a volte nell’angoscia: essa nasce
da un senso di vuoto, legato a una certa cultura permeata da diffuso nichilismo
teorico e pratico. Di fronte all’ampio e diversificato panorama delle paure
umane, la Parola di Dio è chiara: chi
"teme" Dio "non ha paura". Il timore di Dio, che le Scritture definiscono come "il principio
della vera sapienza", coincide con
la fede in Lui, con il sacro rispetto per la sua autorità sulla vita e sul
mondo. Chi teme Dio avverte in sé la sicurezza che ha il bambino in braccio a
sua madre (cfr Sal 130,2): chi teme Dio è tranquillo anche in mezzo
alle tempeste, perché Dio, come Gesù ci ha rivelato, è Padre pieno di
misericordia e di bontà. Chi lo ama non ha paura: "Nell’amore non c’è timore” – scrive l’apostolo Giovanni . Il credente dunque non si spaventa dinanzi
a nulla, perché sa di essere nelle mani di Dio, sa che il male e
l’irrazionale non hanno l’ultima parola, ma unico Signore del mondo e della
vita è Cristo, il Verbo di Dio incarnato, che ci ha amati sino a sacrificare se
stesso, morendo sulla croce per la nostra salvezza. Più cresciamo in questa intimità con Dio, impregnata di amore, più
facilmente vinciamo ogni forma di paura.”
Concludendo: alla tematica del “temere-timore-fiducia”, è
strettamente legato un ultimo tema che sottende tutta la Parola di Dio di
questa Domenica: la persecuzione del
giusto.
Tocchiamo
qui un ‘mistero’ molto attuale e per noi umanamente ‘incomprensibile’: perché
il giusto, il credente, viene perseguitato a motivo della sua fede?
Geremia, nella prima Lettura, è perseguitato a causa della sua predicazione, ma nonostante la paura e l’angoscia umana, si sente forte perché: “…il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere….poiché a te ho affidato la mia causa!”
Ma sappiamo che il Giusto per eccellenza, Gesù, sarà perseguitato, rifiutato e ucciso, e contrariamente alla mentalità del mondo, questa non sarà una sconfitta, un fallimento, ma la vittoria:
Geremia, nella prima Lettura, è perseguitato a causa della sua predicazione, ma nonostante la paura e l’angoscia umana, si sente forte perché: “…il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere….poiché a te ho affidato la mia causa!”
Ma sappiamo che il Giusto per eccellenza, Gesù, sarà perseguitato, rifiutato e ucciso, e contrariamente alla mentalità del mondo, questa non sarà una sconfitta, un fallimento, ma la vittoria:
“Voi avrete tribolazione nel mondo, ma
abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!”.
Nel
Vangelo, Gesù esorta i Discepoli, che saranno i continuatori della sua
missione, a non avere paura delle persecuzioni, ad annunciare nonostante le
difficoltà,a non sfuggirle perché queste fanno parte del cammino di fede, ma
soprattutto di una piena conformazione a Lui, il “Giusto sofferente”: “Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli
uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece
mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio
che è nei cieli.”
Quindi,
è chiaro: la persecuzione non viene tolta, risparmiata, e Dio la permette. Solo
chi si affida e confida in Lui trova la forza necessaria per non vacillare
nella fede e per affrontare ogni avversità.
E a chi agisce in tale modo, Dio non fa mancare il suo aiuto e sostegno.
E a chi agisce in tale modo, Dio non fa mancare il suo aiuto e sostegno.
Il Signore ci aiuti a crescere nel ‘timore’ e nella ‘fiducia’
in Dio, perché non ci smarriamo nelle prove della vita e perché sappiamo
testimoniarlo sempre con coraggio e franchezza.
S. Teresa: "Nulla ti turbi, nulla
ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia.
La pazienza ottiene
tutto. Chi ha Dio non manca di
nulla: solo Dio basta!
Il tuo desiderio sia
vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore, non possederlo,
la tua gioia sia ciò
che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace".
P. Santo Sessa di Gesù e Maria