giovedì 24 ottobre 2024

Convegno della Provincia Veneta del 12-13 ottobre.

 SILENZIO E FUOCO
                                           (dalla profezia di Elia alla preghiera carmelitana)


La vita di Elia è stata una vita di preghiera e la sua preghiera si è fatta vita concreta: è stata una preghiera di ascolto, di abbandono al Signore, di intercessione con i poveri, di testimonianza sul M. Carmelo, di supplica per tutto il mondo perché tornasse la pioggia, e alla fine di contemplazione di quel sussurro di una brezza leggera…

Il Carmelitano deve fare un’esperienza simile a quella di Elia presso il torrente Cherit: un cammino di preghiera che comporta la purificazione del cuore e la conoscenza di sé nel bene e per l’incontro col Signore.

LAVORA SUL TUO CUORE: come lo stai purificando? In che modo lo stai preparando per offrirlo a Dio quando busserà alla sua porta per entrarvi dentro?

Ecco quanto mi risuona nella mente e nell’anima dopo aver ascoltato la bella e densa relazione di P. Fabio Silvestri al Convegno della Provincia Veneta.

Noi abbiamo un dono che ci precede: dono della preghiera, della grazia, ma abbiamo un lavoro da fare: “Preparare le vie, rendere dritte le strade per le quali il Signore viene verso di noi, in maniera che quando Egli giungerà e busserà al nostro cuore, noi possiamo aprirlo subito a Lui che dice: “Io sto alla porta e busso” (Institutio Primorum Monacorum, fine sec XIV).

S. Teresa di Gesù metterà all’inizio di ogni esperienza di preghiera il “conoscimento di sé”: “Impara ad amarti nel bene, non solo per te stesso, ma per come ti vede Dio, per come il Signore ti conosce, nella tua unicità e per la tua piccola/grande  missione che ti ha affidato” liberandoti da tutto ciò che rallenta o deforma la via verso Lui.

Nel testo di formazione dei primi monaci, a cui si sono sicuramente ispirati S. Teresa e S. Giovanni della Croce per la loro riforma, si legge: “Impara ad amare l’altro nel Bene ( si può amare l’altro nel male, cioè per il mio vantaggio, per le mie convenienze) e impara ad amare l’altro per Dio vedendo la sua unicità, la sua bellezza, quella che persino tu devi imparare a rispettare”.

Ecco perché S. Teresa di Gesù concluderà il proprio Castello Interiore, al vertice dell’esperienza di preghiera, dicendo: “Ecco, sorelle, a che cosa serve il Matrimonio spirituale: a produrre opere ed opere e – lo specifica - ad essere vendute come schiavi marchiati dal ferro della Croce in tutto il mondo…”, cioè ad essere usati da Dio. Dal momento in cui Dio ti ha educato alla relazione con Lui, sei pronto per amare e perdonare.

La matrice eliana del carisma carmelitano ci permette di cogliere una profondissima esperienza di intimità con Dio e nello stesso tempo ci rimanda nella vita, nel mondo per una carità autentica, per una missione autentica, come dirà S. Teresa di Gesù Bambino: “Attirami e noi correremo”.

                                                                                                                                                    Nella ocds

 📼   Qui si può ascoltare l'audio di Padre Fabio Silvestri ocd