domenica 8 giugno 2025

Scuola di formazione: il senso di corresponsabilità nell'ocds

Proseguiamo la pubblicazione degli interventi alla tavola rotonda con la riflessione proposta da Laura Isotton presidente della Provincia dell'Italia Centrale. 
"Vorrei iniziare questo mio intervento sulla corresponsabilità partendo da una citazione che Mons. Saverio Cannistrà, già Generale del nostro Ordine, fa nel suo testo, molto noto, “Come essere Carmelitani Scalzi oggi”, di un passaggio del documento della Congregazione dei religiosi, dal titolo “La vita fraterna in comunità”, che al n.23, in merito alla distinzione tra il dono della comunione e quello dell’impegno nella costruzione della comunità, afferma: “La comunione è un dono offerto che richiede anche una risposta, un paziente tirocinio e un combattimento, per superare lo spontaneismo e la mutevolezza dei desideri. L’altissimo ideale comunitario, comporta necessariamente la 
conversione da ogni atteggiamento che ostacolerebbe la comunione. […] Si richiede «sinergia» tra il dono di Dio e l’impegno personale per costruire una comunione incarnata, per dare cioè carne e concretezza alla grazia e al dono della comunione fraterna”.
Sono voluta partire da questa premessa, proprio perché la corresponsabilità è un qualcosa che non può scaturire da una semplice adesione esteriore e superficiale, sfociando in qualsivoglia forme di 
attivismo, ma è frutto di un percorso di conoscenza di sé, di consapevolezza e di conversione del 
cuore, sia a livello personale che comunitario, di un “impegno personale (e comunitario) per costruire 
una comunione incarnata” – appunto - che trova origine e fondamento nel fare esperienza quotidiana di un’intima relazione con Dio. 
Il rapporto personale con Cristo, a cui ogni Carmelitano - secolare o religioso - è chiamato, non si esaurisce nell’esperienza individuale, ma si apre alla comunione: il cammino di santità non è mai solitario, perché il Cristo che incontriamo nell’orazione è lo stesso che “abita” nella comunità. E, 
comprendere che la nostra vocazione non è un’esperienza privata, ma un dono condiviso con la comunità, con l’Ordine e con la Chiesa, è fondamentale per far maturare in noi il senso di corresponsabilità".


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