lunedì 25 aprile 2022

Piccole storie per l'anima - 48

PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO 
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda

Il pezzo di legno che ti ...salva!

C'è un uomo che tiene appeso in salotto, nel posto d'onore, uno strano oggetto. Se qualcuno gli chiede il perché di quella stranezza racconta: " Il nonno, una volta mi accompagnò al parco.
Era un gelido pomeriggio d'inverno. Il nonno mi seguiva e sorrideva, ma sentiva un peso. Il suo cuore era malato, già molto malandato. Volli andare verso lo stagno. Era tutto ghiacciato, compatto!
"Dovrebbe essere magnifico poter pattinare", urlai, "vorrei provare a rotolarmi e scivolare sul ghiaccio almeno una volta!". Il nonno era preoccupato. Nel momento in cui scesi sul ghiaccio, il nonno disse: "Stai attento..." . Troppo tardi.
Il ghiaccio non teneva e urlando caddi dentro. Tremando, il nonno spezzò un ramo e lo allungò verso di me. Mi attaccai e lui tirò con tutte le sue forze fino a estrarmi dal crepaccio di ghiaccio.
Piangevo e tremavo.
Mi fecero bene un bagno caldo e il letto, ma per il nonno questo avvenimento fu troppo faticoso, troppo emozionante. Un violento attacco cardiaco lo portò via nella notte.
Il nostro dolore fu enorme. Nei giorni seguenti, quando mi ristabilii completamente, corsi allo stagno e ricuperai il pezzo di legno. È con quello che il nonno aveva salvato la mia vita e perso la sua!
Ora, fin tanto che vivrò, starà appeso su quella parete come segno del suo amore per me!"
Per questo motivo si tengono ( si teneva) nelle case un pezzo di legno a forma di croce.
Ma l'uomo contemporaneo ha deciso di rifiutare questa croce e questa fede che salva.
L'uomo contemporaneo non vuole questa salvezza...
"La morte è venuta a visitare un gran numero di persone che ho conosciuto giovani, ricche, felici. Mi piace tornare con pensiero ai luoghi incantatori dove esse hanno vissuto e domandarmi dove sono, che cosa giovano loro i castelli, i parchi nei quali le ho viste godere le comodità della vita? E vedo che tutto è vanità e afflizione di spirito sotto il sole (Qoelet 2,11)
… che l'unico bene è amare Dio, con tutto il cuore , ed essere quaggiù, poveri di spirito."
S. Teresa di Lisieux


Da" VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD

LA DIREZIONE SPIRITUALE seconda parte

San Giovanni della Croce, nella “Salita del Monte Carmelo” scrive:” Iddio preferisce che l'uomo sia accompagnato e guidato da un altro uomo e che sia retto e governato dalla ragione, non prestando facilmente credito alle cose che gli vengono comunicate per via soprannaturale”.(2 Salita, c. XXII,9) Guai dunque a colui che, pur illuminato da Dio, volesse restare solo. Tra i Padri del deserto S. Cassiano afferma che i monaci più detestabili erano coloro che praticavano mortificazioni molto dure, ma non obbedivano a nessuno o cambiavano continuamente maestro.
 Ancora s. Giovanni della Croce afferma:”Riconosco che è difficile far capire come lo spirito del discepolo si vada formando in modo intimo e segreto sul modello del suo padre spirituale”.(2 Salita, c. XVIII, 5)
Proprio a causa di questo motivo s. Francesco di Sales raccomanda che lo si scelga non fra mille, ma fra diecimila. S. Teresa indica alcuni criteri per la scelta:”E' molto importante che il maestro sia avveduto, cioè di buon senso, e che abbia esperienza; se in più ha dottrina è assai grande fortuna.”(Vita, c. XIII, 16) Trovare un direttore santo è quindi una grazia preziosa. Ci deve bastare una santità fatta di umiltà e di carità. Queste due virtù, che si integrano e si illuminano a vicenda, sono quelle che creano i buoni direttori. Le anime sono diverse come i fiori. ”Difficilmente se ne può trovare una sola che per metà somigli a un'altra.”(Fiamma, str. III. 59)

L'anima appartiene a Dio; è verso Dio che deve camminare e per la via che Dio indica. Spetta al direttore cogliere questa divina volontà e aiutare la persona a metterla in pratica. Il direttore è uno strumento umano a servizio dell'opera di Dio nelle anime. S.Teresa chiama i suoi direttori i benefattori della sua anima. Colui che è diretto dovrà manifestare le sue aspirazioni e le sue tentazioni, le sue debolezze e i suoi atti di virtù e tutto ciò che può rivelare il progetto di Dio su di lui. Infine s.Teresa ci dice come sia l'obbedienza a garantire l'efficacia della direzione: ”Quando il Signore mi ordinava qualcosa nell'orazione, se il confessore me ne imponeva un'altra, lo stesso Signore tornava a dirmi di obbedire al confessore, poi Sua Maestà gli faceva cambiare parere, così che ci tornasse su, uniformando il comando al suo volere”.(Vita, c. XXVI, 5)
Continua....