sabato 2 ottobre 2021

Meditazione sul Vangelo della Domenica

Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: "Che cosa vi ha ordinato Mosè?". 4Dissero: "Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla". 5Gesù disse loro: "Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall'inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto". 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: "Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio". 13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: "Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso". 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.


Apparentemente, in questa parte del Vangelo, si tratta di due distinti argomenti (l’indissolubilità del matrimonio e la necessità di essere come bambini per far parte del regno di Dio), ma, guardando bene, le due cose vanno di pari passo. Per capire il valore dell’amore coniugale, infatti, bisogna passare da una mentalità legalista al nuovo modo di agire rivelato da Gesù che non è venuto ad abolire la Legge e i Profeti, ma a portare tutto il messaggio antico alla sua pienezza. Al superamento, cioè, del semplice adempimento legale di alcune norme per agire con il cuore puro dei bambini.
Lo aveva dichiarato ai suoi discepoli nel discorso della Montagna. “Se la vostra giustizia”, aveva detto, “non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 5,20). Un avvertimento che, come si può vedere, corrisponde a quello che incontriamo in questa parte del Vangelo di Marco, in cui Gesù ammonisce così i suoi discepoli: “In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”.

Seguendo la legge, i giudei si sentivano tranquilli. “Mosè, dicono a Gesù, “ha permesso di scrivere un atto di ripudio”. Giusto, ma Gesù desidera tornare all’origine e dice: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall'inizio della creazione li fece maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto”.


In una società nella quale l’uomo credeva di poter considerare la moglie una sua proprietà, Mosè permise di scrivere l’atto di divorzio solo per limitare i danni della separazione e dare alla donna una certa possibilità di sentirsi svincolata [con l’Atto di ripudio] dal potere del suo vecchio marito. Questa prescrizione che si legge nei primi versetti (1-4) del capitolo 24 del libro del Deuteronomio, rimane ancora abbastanza maschilista, ma, come la legge del taglione, aveva l’obiettivo di limitare danni maggiori come vendette sproporzionate anziché limitarsi all’offesa ricevuta (occhio per occhio, dente per dente, e niente di più).
Per questo Gesù dice che questa legge era stata concessa a causa dell’egoismo dei mariti. “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma”, rispose ai farisei. Dicendo che al principio della creazione Dio ha creato l’uomo e la donna perché, lasciando il padre e la madre, si uniscano al punto di essere una sola carne, Gesù vuol dire che è a quella trasparenza naturale che bisogna tornare. “l'uomo non divida quello che Dio ha congiunto” dice.
Congiungere è tipico di Dio che è Amore.
Dividere, al contrario, è tipico del demonio e della persona confusa, uomo o donna che sia, che pensa solo all’interesse personale e non a quello dell’altro.
Il criterio dell’amore, invece, porta al bene comune nel cammino del dono mutuo e reciproco. Al momento, nemmeno i dodici apostoli, come giudei e maschi, possono capire bene neppure ciò che Gesù spiega loro una volta soli con Lui. Per questo una volta chiarito il tema con alcuni esempi concreti relativi alla vita cristiana (vv. 11-12), passa a parlare della necessità di apprendere la semplicità dei bambini.
Infatti, mentre i discepoli rimproveravano i bambini che si avvicinavano, Gesù si indignò e disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso”. Solo chi confida in Dio come un bambino in suo padre, vuol dire Gesù, può essere capace di agire a sua volta con la stessa benevolenza e generosità che sente sopra di sé.
Quando Gesù parla del principio (dall'inizio della creazione li fece maschio e femmina), non vuol dire che allora l’amore funzionasse bene, ma che è giunto il tempo in cui, mediante Lui, è possibile compierlo. Figli in Gesù dello stesso Padre, possiamo ormai cantare questa libertà dei bambini, con l’inno che troviamo all’inizio della lettera agli Efesini e dire:

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d'amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
(Ef 1,3-6)
p. Bruno Moriconi ocd