SOLENNITà
DI MARIA SS. MA MADRE DI DIO
“Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose,
meditandole nel suo cuore”
In questa ottava di Natale la Chiesa ci invita a proseguire
la sosta davanti al 'presepe' per guardare, con gli occhi di Maria, il mistero
inesauribile dell'Incarnazione. Quelli di Maria, infatti, sono occhi speciali,
perché come Madre naturale e spirituale del Signore è legata visceralmente al
suo Figlio, custodendo e meditando quanto accade o gravita attorno alla piccola
Betlemme.
San Paolo, nella seconda lettura, ci annuncia in modo scarno
ma solenne, la presenza di Maria come parte fondamentale e incisiva di quella
“pienezza dei tempi in cui Dio mandò il suo figlio”; al tempo stesso ci dice
che noi abbiamo ricevuto l'adozione a figli: “lo prova il fatto che Dio mandò
nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio, il quale grida: Abbà! Padre!”.
Paolo ricorda, dunque, che tutto è partito da quella pienezza dei tempi e,
implicitamente, che quella “donna”, Maria, con il suo “sì” allo Spirito Santo,
è divenuta anche nostra Madre e continua ad esserlo per divina disposizione.
Contemplare quindi il mistero del dogma di Maria Madre di Dio, non è
semplicemente adocchiare o anche estasiarci di fronte ad una bella pagina di
teologia, ma vivere un mistero che ci appartiene e ci coinvolge interamente.
Tra i primi eventi che Maria, come mamma, si trova a
contemplare e meditare, ci viene ricordato oggi dal Vangelo di Luca quello
della Circoncisione: nell'ottavo giorno (giorno messianico) suo Figlio viene
portato di fronte ad un sacerdote per ricevere il Nome, scelto da Dio stesso, e
per entrare a far parte a pieno titolo del popolo di Israele, versando il suo
primo sangue: un'offerta che anticipa la grande sofferenza redentrice della
Croce, con cui sarà lui stesso, nel suo Nome, a darci una nuova appartenenza
nel suo popolo, la Chiesa.
Il Nome divino è segno della sua presenza e della sua
benedizione, infatti nella prima lettura Dio dice a Mosè, “porranno il mio nome
sugli Israeliti e io li benedirò”: non si tratta semplicemente di suono o di
lettere attribuiti ad una persona, ma qualcosa che indica la sua essenza e la
sua missione. Infatti, la splendida e antica benedizione che ci viene
consegnata nel libro dei Numeri, parla di contemplazione e di presenza: “il
Signore ti benedica e ti custodisca... faccia risplendere per te il suo
volto... rivolga a te il suo volto”. Questo cammino di ricerca e, al tempo
stesso, di contemplazione del volto del Signore è la costante del cammino
cristiano e, specificamente, del nostro cammino carmelitano! Maria ci è Madre e
Maestra in questo: il suo accostarsi al Bimbo nella greppia non è un semplice –
per quanto grande – gesto materno, ma un atto di adorazione autentico, per
vedere oltre quel viso carnale, i tratti misteriosi del Dio vivente.
Davvero quindi possiamo esclamare con il salmista “Dio abbia
pietà di noi e ci benedica” e lo esclamiamo con lo spirito mariano del Magnificat,
riconoscendo l'umiltà del nostro servizio e la grandezza di Dio che si accosta
a noi, specialmente nel mistero del suo Natale, così che “si conosca sulla
terra la sua via, la sua salvezza fra tutte le genti”.
Così vogliamo iniziare il nuovo anno civile e pregare per la
Pace nel mondo, in questa 50a giornata mondiale. La pace è dono del cielo,
perché sgorga dal volto del Signore ed è segno che la sua benedizione dimora in
noi. La pace vera nasce dal cuore e dai nostri ambienti di vita (prima che da
facili slogan per conflitti lontani), 'circoncidendo' il nostro orgoglio ed
egoismo, e versando anche qualche 'goccia di sangue', così che possa
germogliare e crescere nella concretezza. La pace autentica si solidifica
grazie allo Spirito riversato nei nostri cuori, che crea quella pienezza di
tempo che ci fa guastare l'eternità. Sia, dunque, la nostra Madre del Carmelo
ad accompagnarci sulla via della pace, inaugurata e mostrata a noi dal Bimbo di
Betlemme.
“Il Signore rivolga a voi il suo volto e vi conceda la
pace”!
p. Mario Chiesa ocd