CORSO FORMATORI
Verona 24/26 maggio 2013
“LA FIGURA DEL FORMATORE NEL PERCORSO DI
ACCOMPAGNAMENTO DI FORMAZIONE”
LEZIONE
VERA E PROPRIA
• Sussidi: Bibbia, DV,
CCC, Opere di Santa Teresa di Gesù
SACRA SCRITTURA E PREGHIERA:
DV: 4 – 5 – 21 – 22 - 25, CCC: 2700 – 2701 – 2702 – 2703 – 2704 -
II PARTE:
TEORICA
LECTIO DIVINA;
S. Giovanni della Croce, in una delle sue Parole di luce e di amore
n.157, ci ha lasciato in eredità questo consiglio: “Cerca con la lettura e
troverai con la meditazione; bussa con la preghiera e ti sarà aperto con la
Contemplazione”.
CC: 1177 – 2707
L'esposizione classica della lectio divina privilegia 4 momenti
fondamentali:
1. lettura (leggere più
volte e con calma il brano)
2. meditazione
(meditare quanto si legge, confrontandolo con sé stessi)
3. orazione (dono,
alleanza, comunione, ascolto, silenzio, unione, comunione d'amore)
4. contemplazione (“Io
lo guardo ed egli mi guarda” diceva il contadino al santo Curato d'Ars in
preghiera davanti al Tabernacolo)
Ogni contemplazione comporta necessariamente la nostra conversione e un
proposito concreto di vita.
III PARTE:
PRATICA
ESERCIZIO PRATICO DI LECTIO DIVINA:
PARLA, SIGNORE, PERCHE' IL TUO SERVO TI ASCOLTA
Mc 8,22-26:
10 minuti per la Lettura, 10 minuti per la Meditazione
Dalla lettura e comprensione del testo (= quello che il Signore dice a
me) deve nascere il RAPPORTO-COLLOQUIO che è strettamente personale.
(Leggere S.Teresa di G. in C.26 dove propone un metodo facendo
Orazione)
20 minuti per Orazione e Contemplazione
Iniziamo con l'invito di Santa Teresa di Gesù a STARE in SILENZIO e a
GUARDARE A LUI CHE TI GUARDA (S.T. Di G., V.12,22)
Cerchiamo di fissare le due presenze: la Sua e la mia.
“L'ESSENZIALE DELL'ORAZIONE NON CONSISTE NEL MOLTO PENSARE MA NEL MOLTO
AMARE” (S.T. Di G, 4M 1,7)
ASCOLTARE
VEDERE
AMARE
TESTIMONIARE
MOMENTO CARMELITANO:
·
Il primo modo di impegnarmi con le persone è
la cura della preparazione alla lezione e al programma formativo da parte del
Formatore.
·
La mia santificazione deve avvenire NON dove
voglio andare io, ma dove il Signore mi vuole! Se noi pensassimo che il Signore
ci ha chiamato nella nostra Comunità per FARCI SANTI!
·
La Volontà di Dio non ci CADE ADDOSSO, ma è
negli accadimenti della nostra vita!
·
IO DEVO AMARE I MIEI FRATELLI E SORELLE della
Fraternità. Sono lì per il Signore, perchè Lui mi dice: “Mi ami tu?”
·
DEVO essere sempre a DISPOSIZIONE, sempre in
ascolto.
·
Bisogna VOLARE ALTO! Dobbiamo trasmettere la
gioia del nostro cammino
·
Devo imparare il “corredo” che Cristo aveva
per gli altri, per amarli, un “corredo ascetico”, che è CRISTO, che mi dice di
guardarmi come guarda LUI.
·
Se la nostra preghiera è autentica, si deve
verificare come si cresce nelle VIRTU'.
·
Sono uno ZERO, ma se Lui (che è il n.1!) si
mette davanti, insieme siamo 10!
APPROFONDIMENTO CONCLUSIVO
(di P. Giampietro De Paoli)
Il
nostro è un cammino MOLTO delicato, ci si misura con la prova di un “vestito”.
La 1°componente importante è aiutare le persone a capire che c'è un itinerario
progressivo, e poi mostrare che la lotta contro se stessi, la lotta con le
difficoltà nel cammino spirituale è di tutti i livelli di cammino, non solo nei
novizi. Da parte di chi entra è indispensabile un IDEALE, una volontà, ma anche
un continuo bisogno della Misericordia del Signore. La VOCAZIONE è un rapporto
dall'IO al NOI, e in questa vocazione entra tutto il vissuto della persona in
discernimento, compresa la famiglia, e, per i giovani, anche i genitori, il
papà e la mamma.. Il servizio da rendere al candidato va in pari misura con la
progressività, con l'aiuto e l'accoglienza, il percorso detto di iniziazione.
Fare
il Formatore, il Maestro di Formazione, è anche un servizio crocifiggente, ci
sono passaggi in cui ci si trova di fronte a difficoltà, anche perchè un
candidato può anche NON essere adatto alla vita comune. Occorre infondere
coraggio, ma anche aiuto nella chiarezza.
E'
poi importante tutelare il volto della nostra spiritualità specifica, essere
amabili ma sempre nella verità.
Indispensabile è introdurre e trasmettere il METODO DI VITA, che è poi
specifico e diverso per ogni Ordine Religioso (ad esempio: meditazione quotidiana,
ritiro mensile, esercizi spirituali annuali). La SCUOLA la fa l'appartenenza
alla Comunità, dove bisogna accettare le diversità e le sensibilità diverse,
anche di doni spirituali. L'uniformità si gioca sull'amore, anche se non ci
salva l'uniformità in se stessa, perché il VESTITO deve essere “su misura”. Il
Formatore deve poi avere una certa capacità di dialogo e di LETTURA delle
persone, frutto di uno studio ma anche di ricchezza interiore, deve essere in
grado di favorire relazioni vivificanti, importanti anche all'interno degli
Ordini, come nelle famiglie. L'accompagnamento è il farsi vicino perché il
fratello maturando cresca, aprendosi ad una risposta sempre più libera, un
camminare insieme, un prendesi cura che non solo rispetta, ma vigila sul crescere, per farsi sempre più discreto,
mettendo in luce il camminare insieme, la condivisione fraterna dell'esperienza
che lascia il ruolo di protagonista al formando, accompagnato perchè arrivi ad
essere libero e cosciente davanti al progetto di Dio.
(a
cura di Daniela Merlo, ocds Fraternità Imperia)