MEDITIAMO CON P. ENZO CAIFFA
I lettura: Libro di Neemia 8,2-4a.5-6.8-10
Vangelo: Luca 1,1-4.4,14-21.
La liturgia odierna mette in speciale risalto la celebrazione della parola di Dio.
Nella
Parola il popolo trova la presenza di Dio cogliendo il dinamismo dell'azione di
grazia che getta una luce sulla comprensione della propria esistenza. Troviamo
indicate tutte le disposizioni per l'ascolto della Parola di Dio: rispetto,
attenzione, confronto della propria condotta con il sacro testo, pentimento dei
propri peccati, gioia di avere scoperto una volta di più la Volontà di Dio
espressa nella sua legge.
Tutta
la tradizione spirituale del Carmelo vede in questo il suo punto centrale e la
sua nota caratteristica, tanto che il Carmelo si identifica con questo impegno
vocazionale e con questo carisma spirituale. La vocazione a “meditare giorno e
notte la legge del Signoreӏ il fondamento dell'ideale contemplativo: meditarla
cioè in continuità. Questo meditare “
giorno e notte” la Parola, nel concreto dei nostri giorni, vuol dire che il
tempo da dedicare a questo ascolto deve avere una certa consistenza. La
continuità e la perennità della meditazione è data dall'esclusività
dell'ascolto: se ascolto Dio solo, medito; se ascolto ciò che Dio non è, non
medito; è allora il turbinio delle voci che invade la mia vita. Il Carmelo è
sopraffatto dal senso di Dio, ne offre un'incarnazione vivente il profeta Elia
: “se il Signore è Dio seguitelo” (1 Re 18,21) Dio è Dio! perciò non può
tollerare l'ondeggiare d'Israele tra dio e gli idoli: “fino a quando
zoppicherete con i due piedi?” cioè riconoscetelo per tale, accettate la sua
presenza , la sua legge, il suo dominio.

Questo ha un valore spirituale grandissimo, anche perché è il principio di una consolazione che al Carmelo non deve mai mancare: il Signore vuole me, mi cerca per nome e mi dice: “Vieni ti condurrò nella solitudine e là parlerò al tua cuore “. Ci vuole tanta umiltà… stiamo attenti a non essere padroni della Parola di Dio ma servitori. Che il Signore ci conceda l'umiltà davanti alla sua Parola.
La sua Parola è adorabile, quando si adora si tace, quando si adora si cade nello stupore, quando si adora non si ragiona.
Guardiamo al Santo profeta Elia: quando il profeta è in mezzo agli uomini è fiamma, quando è dinnanzi a Dio è prostrato nella trepidazione, nel timore della sua maestà: è chino a terra si copre il volto, trema (1 Re 18, 43-19,13). Tutto ciò merita attenzione!
Prototipi
di questo ideale sono: il profeta Elia, S. Teresa di Gesù, Giovanni della
Croce. Guardiamoli in questa luce: sono davvero creature che hanno fatto della
loro vita l'incarnazione perfetta dell'ascolto attento, religioso, tradotto in
pratica di vita.
Il
progetto di Dio ci coinvolge in prima persona invitandoci a diventare
protagonisti attivi, e costruttori del regno in forza dei propri carismi.
P. Vincenzo Caiffa, ocd