La Provincia Veneta si è riunita nella Casa di Spiritualità di San Fidenzio a Verona il 25 e 26 ottobre 2025 per il proprio Convegno autunnale.
Il sabato pomeriggio, P. Emilio Martinez ocd ha trattato l’argomento “Discernimento e direzione spirituale nel Carmelo Teresiano”. E’ seguita l’attività di gruppo, dalla quale sono emerse le riflessioni che sono state condivise la domenica mattina.
Nella sua meditazione il padre ha parlato soprattutto di accompagnamento o direzione spirituale, in quanto, trattando di accompagnamento, emerge anche il discernimento, che il padre definisce “come un’analisi, alla luce dello Spirito Santo, di una situazione concreta”. L’accompagnamento spirituale è tipico del Carmelo Teresiano, si praticava e si pratica anche nei monasteri. Sia S. Teresa di Gesù che S. Giovanni della Croce lo praticavano. La direzione spirituale è un cammino di verità e serve, come diceva S. Teresa, per disingannarci, per tirar fuori gli inganni dalla nostra vita. L’accompagnamento spirituale non è la confessione. La confessione è un sacramento e si celebra con un sacerdote, che dà qualche breve consiglio alla luce dei peccati confessati. La direzione spirituale può essere benissimo svolta da un laico o da una laica, in quanto non è un sacramento.
I nostri santi hanno insistito molto sulla necessità della direzione spirituale, perché non è possibile camminare da soli: “L’anima virtuosa, ma sola e senza maestro, è come un carbone acceso ma isolato; si spegnerà, anziché bruciare a poco a poco” (Parole di Luce e Amore). S. Elisabetta della Trinità ha usufruito di guide spirituali, mentre S. Teresa di Lisieux ne lamentava la mancanza. L’esperienza cristiana è una esperienza comunitaria. Padre Martinez porta l’esempio del neonato, che dopo i nove mesi di gestazione, ha bisogno della famiglia, della società, per svilupparsi, crescere e maturare. Quindi, insieme con l’esperienza della vita, i nostri santi Padri ci insegnano come l’accompagnato necessiti di una guida che lo ammaestri nel cammino dell’umiltà e dell’obbedienza. Fa, poi, l’elenco delle caratteristiche che dovrebbe possedere ”l’accompagnante”. Per S. Teresa di Gesù deve essere: persona di buon senso, di esperienza, di scienza (conosce le Sacre Scritture), che sa “ingolosire”, sa raccontare, sa ascoltare, sa essere empatico…Per S. Teresa di Lisieux, è persona che sa riconoscere il valore di ognuno, “ogni uomo è un santuario”. Per lei il percorso di accompagnamento è di quattro tappe: 1-riconoscere, 2-accettare, 3-attendere, 4-amare, cioè 1-affrontare i problemi, 2-accettarli, 3-aspettarne con pazienza il superamento e 4-amare, così come ama Gesù, che cerca l’uomo e poi aspetta con amorevole pazienza che l’uomo lo incontri, accolga la sua chiamata.
Dalla condivisione di quanto emerso nelle attività di gruppo, è stata sottolineata l’importanza della comunità come ambiente formativo, in quanto vita di relazione, dove però è facile che nascano delle criticità. Nei vari interventi è stata ricorrente la parola “virtù”, che, come dice P. Emilio, non è altro che l’imitazione di Cristo ed è bene si faccia l’esame di coscienza sulla nostra volontà di imitare Gesù. Per questo bisogna innanzi tutto crescere nella conoscenza di sé, solo allora si può conoscere Gesù e far fiorire la propria spiritualità. Le virtù indispensabili per la vita di comunità sono: Umiltà e Obbedienza, virtù fortemente teresiane. Non tutti sono adatti ad entrare nell’Ordine Carmelitano Secolare, non basta conoscano la spiritualità dei santi carmelitani, non basta siano persone pie e devote alla Beata Vergine Maria… Devono essere orientati ad incarnare nella loro vita i valori del Carisma: i Consigli Evangelici e le Beatitudini, e in questo la Comunità ci mette alla prova. Se l’accompagnato non ha questa tensione, il Consiglio di Comunità e l’accompagnante devono avere il coraggio di dire, sempre con carità, che il Carmelo secolare non è la loro vocazione.
Graziella
L'audio dell'intervento di p. Emilio Martinez qui ♬