Gli Esercizi Spirituali della Semiprovincia Napoletana (27-30 giugno 2024) hanno avuto inizio di pomeriggio con un percorso attivo e meditativo. Ci siamo recati da Carpignano alla vicina Gesualdo (AV) per un cammino di personalizzazione del sacramento della riconciliazione negli ambienti del Convento dei Cappuccini in cui è vissuto San Pio da Pietrelcina per un breve periodo del 1909. Con questa visita non si è inteso soffermarsi ad ammirare l’arte per l’arte, piuttosto ha voluto essere un riferimento all’Assoluto, perché l’uomo trovi nella bellezza «la luce vera» (Gv 1,9).
Nella chiesa di S. Maria delle Grazie, attigua al convento, dinanzi alla Pala del Perdono (del Balducci, 1609), posta sull’Altare Maggiore, abbiamo sentito, infatti, il peso del peccato che ha travolto alcuni personaggi raffigurati nel quadro e abbiamo fatto nostra l’implorazione del perdono per loro e per tutti noi, consapevoli che niente di ciò che è umano ci è estraneo. Gli eventi di corte, le composizioni musicali avvenuti nel Castello del famoso madrigalista, il Principe Carlo Gesualdo (1566-1613), ci hanno sospinti a sentire le pene del principe che nelle composizioni di musica sacra espresse il suo genio artistico e la sua sofferenza nella ricerca del perdono.
Di sera a Carpignano per i Vespri e la celebrazione Eucaristica ci attendeva Maria che mostra il Bambino nel magnifico quadro dipinto su una tavola di legno secondo i canoni bizantini delle Madonne basilisse, databile intorno al 1100. In altre parole: qualunque bellezza, sia nella natura del luogo in cui eravamo, sia in un certo senso nella grazia che rende bello l’uomo interiore, è di un rango relativo, riferito all’Assoluto, ed è al suo servizio.
L’esperienza di Bellezza e misticismo, riportata dalla visita a Gesualdo negli ambienti del Convento dei Cappuccini ha animato il piccolo gregge OCDS della Semiprovincia Napoletana nel desiderio di ordinare il cammino della propria vita, e come richiamato dalla debole leggerezza della brezza dello Spirito si è riunito ai piedi del Monte per guardare alla vetta che è Gesù stesso. La casa di accoglienza Maria Santissima in Carpignano - Grottaminarda ha aperto le porte al coro orante dei Carmelitani Scalzi che, nella luce simbolica del Monte Carmelo, scopre di dover essere locanda di misericordia e di compassione divina, luogo di attesa, di appuntamento, di incontro. Così, come pellegrini nudi, bisognosi di cure, di vesti e giunti alla consapevolezza del proprio essere si lasciano condurre dall’opera di accompagnamento di P. Bruno Moriconi, Carmelitano Scalzo che, come “trasformatore” e “convertitore” ha proposto con sapienza e competenza pedagogica il seguente tema:
Il senso e i sentimenti della preghiera Cammino in cinque tappe. (qui i testi consigliati)
1. Anche Gesù pregava
2. Voi pregate così
3. Incapacità da trasformare
4. Preghiera come “stare in compagnia”
5. Maria SS. e San Giuseppe
La trasformazione a cui i partecipanti sono stati richiamati implica la grazia, ma è anche la chiave per una spiritualità che non cerca di venire a capo di tutti gli errori e debolezze e di evitare il peccato, ma piuttosto che tutto abbia un senso, perfino i nostri peccati e che Dio possa trasformare ogni cosa in noi, affinché la luce e la sua gloria possano più risplendere in ogni uomo. Nel Nuovo Testamento Paolo esprime con la parola “trasformare” il fine della nostra vita spirituale: mediante lo Spirito di Cristo veniamo trasformati nella sua propria immagine di gloria in gloria” (2Cor 3,18). Ancora più utile, sotto la guida e la grandezza umana del maestro P. Bruno Moriconi è stata la costellazione testuale suggerita: dalla Sacra Scrittura alle opere di alcuni Santi del Carmelo Teresiano, con cui ha attivato la metodologia dell’ascolto attraverso le immagini, le storie e il cammino di trasformazione che la Bibbia ci presenta, cercando di ritrovare la propria esperienza in tali racconti. Dai testi sacri alla vita di ogni uomo emerge sempre il tema della sofferenza umana e quello più generale del senso della vita nei cui eventi il corpo diventa luogo della manifestazione del messaggio divino. Il silenzio e l’assenza di Dio sono compagni dell’uomo e anche di Gesù nell’orto del Getsemani e nella solitudine della morte sulla croce. La tentazione della morte non sospinge la vita verso la morte e non spegne la ricerca di Dio. Il climax in cui i partecipanti si avvolgevano alla ricerca di se stessi attraverso la meditatio, la ruminatio e la contemplatio, e calavano nell’elaborato succo raccolto dagli insegnamenti la propria situazione e comprendevano la lezione che lo Spirito voleva impartire allo spirito. Qui i testi.
Il canto accompagna il pellegrino esercitante. È il canto ispirato che ispira. Quale gioia, quando mi dissero: «Andremo alla casa del Signore».
Il canto del cuore coincide con il tentativo di silenzio. Un silenzio che si incastona nella collana di una sincera comunicazione di sentimenti e di interessi. Quale gioia accompagna la ruminatio dei testi, la meditazione delle verità che si vanno scoprendo delle divine persone e delle divine opere!
L’augurio di questi giorni-dono: essere sé stessi e non sognare di essere qualcuno.
Al termine di ogni giornata il desiderio di Dio non sorgeva da una privazione di alcune aspettative della giornata, ma piuttosto come indice di sovrabbondanza, come un taglio di luce nel nulla: le veglie di preghiera hanno ampiamente coinvolto anche nelle azioni attraverso alcuni segni mistagogici che implicavano necessariamente una relazione con i fratelli e le sorelle e con Dio stesso, Dio della relazione e non Dio che contempla autisticamente se stesso nella propria smisurata potenza.
La veglia di Venerdì 28: Con Gesù vera shekhinah è stato sì un cammino di preghiera attraverso i segni mistagogici del Fuoco acceso e del cero pasquale integrati dalla costruzione della tenda del convegno, preparata per la circostanza, alta 175 cm e lunga 130 cm che ha lasciato rivivere l’esperienza pasquale della salvezza partendo dal fuoco del roveto ardente sul monte Sinai alla luce aurorale di Cristo che si diffonde in tutta l’attesa escatologica del cammino di salvezza. Si è partiti come Mosè dal movimento che caratterizza l’Egitto: abbandonando la tragedia dell’obbedienza e rinunciando alla tutela autoritaria dell’essere servo fino a giungere all’accoglienza della Legge che non gode di sé, ma alimenta il desiderio di Dio per l’impossibilità di conoscerLo sul suo sapere e rende possibile l’avventura della conoscenza. La libertà è il vero cuore della Legge e solo Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio è venuto a donarcela: In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini (Gv 1,4). Nella piscina battesimale nasce l’uomo nuovo, libero. Ecco il cero pasquale! Ecco il figlio di Dio vera shekhinah! Ecco il Cristo vera divina presenza fra noi!
Veglia mariana di Sabato 29: Con Maria Madre del Carmelo
L’Annunciazione Rallegrati, Vergine e Sposa!
La Visitazione Rallegrati, Vergine e Sposa!
Il sogno di Giuseppe Rallegrati, Vergine e Sposa!
Il Natale Rallegrati, Vergine e Sposa!
La Visitazione Rallegrati, Vergine e Sposa!
Il sogno di Giuseppe Rallegrati, Vergine e Sposa!
Il Natale Rallegrati, Vergine e Sposa!
La salvezza dei peccatori Alleluia!
Ultimo giorno
Il nostro grazie al Padre Provinciale Padre Arockia Amaladass, al Delegato Provinciale per la Puglia P. Vincenzo Vincenzini, e a P. Andrea L’Afflitto, Delegato Provinciale OCDS per la Campania che ha anticipato la sua visita a Venerdì 28 i quali ci hanno donato il loro supporto fraterno al cammino di rinascita dell’OCDS. La loro presenza fra noi non è cortesia né dovere fine a se stesso, ma è dovere morale, fedeltà alla loro vocazione pastorale, alle loro responsabilità di tutela e di difensori dell’ unità dell’intera famiglia carmelitana e segna la volontà comune al risveglio vocazionale e missionario dell’Ordine Secolare e di tutta la famiglia del Carmelo Teresiano di cui solo Dio risponde rendendoci attivi e operosi nella Chiesa dell’oggi.