lunedì 27 maggio 2024

Piccole storie per l'anima

 


 Il sacerdote Arthur Byrne ha narrato quanto segue:
 «La sera dell'ultimo giorno della sua visita negli Stati Uniti nell'ottobre 1995, Giovanni Paolo II aveva programmato di salutare i seminaristi del Saint Mary Seminary, a Baltimora. Era stata una giornata molto intensa, iniziata con una messa a Camden Yards Oriole Park.
        Poi una sfilata per le vie del centro, una visita alla Basilica dell'Assunta, la prima cattedrale del paese, e un pranzo in una mensa locale gestita da cattolici. In seguito il Pontefice aveva visitato alcuni enti di beneficenza e aveva pregato alla Cattedrale di Maria Nostra Regina.
       Infine a Giovanni Paolo II rimaneva solo una breve sosta al Saint Mary Seminary. Il programma era serrato: il piano era semplicemente salutare i seminaristi che sarebbero stati fuori sui gradini. Ma il Papa ha voluto entrare nell'edificio. Per prima cosa voleva fare una visita al Santissimo Sacramento. 
      Dato I 'improvviso cambio di programma, la sicurezza è entrata in azione. Quest'ultima ha controllato da cima a fondo l'edificio, prestando molta attenzione alla cappella dove avrebbe pregato il Papa. Per questo particolare compito, sono entrati in campo cani altamente addestrati per rilevare chiunque potesse essere presente.

 I cani dell'unità cinofila infatti sono addestrati anche a localizzare i sopravvissuti in edifici crollati dopo terremoti e altri disastri. Questi cani altamente intelligenti quindi hanno cominciato a perlustrare corridoi, uffici, aule e successivamente si sono recati alla cappella del Santissimo Sacramento. 
    Giunti al tabernacolo, i cani hanno cominciato ad annusare, a guaire, indicavano il Tabernacolo e si rifiutavano di uscire. La loro attenzione rimaneva fissa sul Tabernacolo, finché non sono stati richiamati.
Erano convinti di aver scoperto qualcuno vivo là dentro».  


Noi sappiamo che avevano ragione i cani:
nel Tabernacolo c'è una Persona reale, viva…

"Facciamo nel nostro cuore un piccolo tabernacolo dove Gesù possa rifugiarsi.
Allora sarà consolato e dimenticherà ciò che noi non possiamo dimenticare:
l'ingratitudine delle anime che l'abbandonano in un tabernacolo deserto".
(S.Teresa di Lisieux)