domenica 22 gennaio 2023

Meditazioni sul Vangelo della Domenica




Sono quattro, gli aspetti che meritano attenzione in questa pericope del Vangelo di Mateo: lo stabilirsi di Gesù in Cafarnao, l’annuncio della vicinanza del regno dei cieli, la chiamata dei primi discepoli e la doppia attività del Maestro (insegnare e guarire).

Matteo scrive soprattutto per i cristiani di origine ebraica che conoscono le Profezie messianiche e, per questo, approfitta di ogni dettaglio, anche se non esattamente corrispondente, per dire che tutto sta accadendo come era stato previsto dai profeti. Infatti, Cafarnao non è nella tribù di Zabulon, e solo in piccola parte in quella di Neftali. Il mare di cui parla Isaia è il Mediterraneo e non il lago di Galilea, ma non importa. Dal momento che anche questo lago è detto comunemente mare (Mare di Galilea), Matteo non perde neppure questa occasione. Ciò che gli importa, infatti, è che, con Gesù, cominciando proprio da lì (Cafarnao), comincia a manifestarsi chiaramente la luce che aveva predetto quel profeta: “Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta” (Is 9,2).

E come può entrare questa luce?

Attraverso Gesù, la prima pietra fondamento del regno di Dio. “Da allora”, scrive l’evangelista, “Gesù cominciò a predicare e a dire: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino". Per il momento, nessuno può capire che cosa sia questo regno, ma è vicino, perché Lui (il Figlio di Dio) si è avvicinato all’umanità. Quando possederanno lo Spirito anche i discepoli faranno parte, pietre attorno a Cristo, dello stesso regno e, nel Padre nostro, pregheranno perché questo regno venga.

Infatti, senza perdere tempo, Matteo aggiunge che, mentre camminava lungo il lago di Galilea, Gesù vide due fratelli (Simone e Andrea) e, un poco più avanti, altri due (Giacomo e Giovanni), tutti e quattro pescatori. Li chiamò ed essi Lo seguirono. Molto importante la immediatezza con cui i quattro lasciano lavoro e famiglia per seguirlo, ma ancora più significativo, è il fatto che, a differenza degli altri maestri, tutti scelti dai discepoli, sia Gesù a scegliere e chiamare i suoi. A loro e a noi, riconoscere la sua voce potente e benevola allo stesso tempo.

Sceglie quelli che saranno i suoi dodici apostoli, ma pensa a tutti. È ciò che risulta dalle parole che Matteo aggiunge immediatamente: “Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Quasi la quinta parte dei Vangeli sinottici si riferisce a guarigioni di infermi e soccorso ai poveri da parte di Gesù. E questo senza contare ciò che ci lasciano capire i molti “sommari”, in cui si dice che Gesù “quel giorno guarì molti”. Un insegnamento prezioso per noi, suoi discepoli, perché, dietro a Lui, non può esserci vero annuncio del Vangelo senza la tenerezza e la preoccupazione per le necessità degli altri.