sabato 1 ottobre 2022

Meditazioni sul Vangelo della Domenica

 


















Da questi versetti del Vangelo di Luca, lasciando da parte il primo insegnamento sullo straordinario potere della fiducia nel Signore [Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: "Sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe], per concentrarci soltanto sull’ultima affermazione di Gesù che le traduzioni, si ostinano a tradurre nel modo più anti evangelico che ci possa essere.

 Secondo questa traduzione tradizionale Gesù avrebbe detto: “Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: "Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”. L’errore sta nell’aggettivo inutile, nel giudizio che i discepoli dovrebbero fare di se stessi dopo aver compiuto qualsiasi opera buona. Un giudizio che, già di per sé [aver fatto tutto ciò che dovevano fare], dovrebbe risultare contraddittorio, dato che quello che un servo fa per il suo padrone – nel caso specifico del modello portato da Gesù, preparargli la cena e servirgliela – è tutto il contrario dell’inutile, dal momento che permette al suo padrone di sedersi comodamente e di mangiare a suo piacimento.

 A sostegno di questo c’è, tuttavia, da notare una cosa ancora più importante. Chi parla è Gesù (!), che non è venuto per essere servito, ma per servire (Mc 10,45) e vuole insegnare ai suoi discepoli solo questa sua stessa attitudine che è tutt’altro che inutile. Chi oserebbe dire che, avendo assunto la condizione di servo, tutto ciò che Gesù ha fatto è senza valore? Egli stesso, nonostante sia venuto solo per servire, non lo direbbe, dato che nel suo servizio sta addirittura la nostra salvezza.

 D’altra parte, non ha scelto Lui i suoi discepoli per mandarli ad annunciare la buona notizia a tutto il mondo? Dopo aver compiuto questa missione, dovrebbero dire che sono stati inutili? Nel migliore dei casi, dovrebbero pensare che non è merito loro, bensì della grazia, ma pensare che la loro predicazione sia stata senza valore è un’altra cosa. Potrebbero pensare, come possiamo pensarlo tutti, di non essere indispensabili, perché Gesù avrebbe potuto inviare altri, ma Lui aveva inviato loro?

 Non dimentichiamo che, ai suoi discepoli, Gesù stesso disse che dovevano essere lievito per far fermentare la pasta, luce che deve illuminare il mondo e sale per dare sapore. Solo se il sale diventa insipido, non serve più e si getta per strada, ma mentre ha sapore serve e molto, aveva insegnato loro. Anche qui, Gesù sta parlando agli stessi discepoli e vuole che imparino solo una cosa. Che, così come Lui non chiede loro nulla per tutto il bene che va loro facendo, a loro e agli altri, così devono fare loro. Non pretendere mai nulla, dal momento che sono suoi discepoli.

 All’epoca del Vangelo e per molti secoli dopo, i servi erano schiavi e non ricevevano ne potevano esigere alcun compenso. Ed è giusto questo, che Gesù vuole che i suoi discepoli imparino: a servire senza pretendere ricompense. Il termine greco achreios significa anche “inutile”, ma soprattutto “senza guadagno”, ed è precisamente così, che sarebbe bene tradurre per non contraddire il Vangelo e lo stesso pensiero ed esempio di Gesù. Quando i discepoli hanno fatto tutto quello che sono tenuti a fare, devono dire che hanno fatto quello che dovevano fare e che non si aspettano alcuna ricompensa. Come il servo della parabola che serve la cena al suo padrone senza protestare, ma soprattutto come Gesù.