lunedì 7 marzo 2022

Piccole storie per l'anima - 41

 PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda

LA CREAZIONE DEL MONDO
SECONDO L'UOMO...

 In principio Dio creò il cielo e la terra. Dopo parecchi milioni di anni, l'uomo, forte della sua intelligenza, della sua scienza e della sua tecnologia, si fece coraggio e decise di assumere il comando del mondo e del futuro. Allora cominciarono gli ultimi sette giorni della storia.

             Nel mattino del primo giorno, l'uomo si convinse che per essere felice nella vita non aveva proprio bisogno di Dio. Così decise di non essere più a immagine di Dio, ma di essere semplicemente uomo. Un uomo però che ben presto fece l’amara esperienza che la felicità tanto desiderata non era di questo mondo.

 Così trasformo la sua ricerca di felicità in ricerca di piaceri della vita: l’edonismo sarebbe diventato il fine della sua vita.

        Dovendo credere in qualcosa, credette nella borsa valori, nel progresso, nella pianificazione, nello sviluppo e specialmente nella sicurezza. Sì, la sicurezza era la base. Doveva essere pronto a difendersi dai nemici. Lanciò satelliti di investigazione, preparò missili carichi di bombe atomiche. E fu La sera e la mattina del primo giorno.

         Nel secondo giorno degli ultimi tempi, morirono i pesci dei fiumi inquinati dagli scarichi industriali, morirono i pesci del mare per gli scoli delle grandi navi petroliere e per il deposito del fondo degli oceani: i depositi erano radioattivi; morirono gli uccelli del cielo impregnati da gas velenosi, morirono gli animali che attraversavano incauti le grandi autostrade, avvelenati dalle scariche soffocanti del traffico infernale. E fu la sera e la mattina del secondo giorno.

         Nel terzo giorno seccò l'erba nei prati, le foglie sugli alberi, il muschio delle rocce e i fiori nei giardini. Poiché l'uomo aveva deciso di controllare le stagioni in modo conforme a una pianificazione precisa. Ci fu però un piccolo errore nel computer della pioggia e, finché non fu scoperto il difetto, le sorgenti seccarono e le barche che veleggiavano sui fiumi si arenarono nei letti rinsecchiti. E fu la sera e la mattina del terzo giorno.

       Nel quarto giorno, morirono milioni di uomini; alcuni contaminati da virus coltivati in provette scientifiche, altri per la dimenticanza imperdonabile di chiudere i depositi batteriologici, preparati per la guerra. E maledissero Dio: se Egli era buono, perché permetteva tanti mali? E fu la sera e la mattina del quarto giorno.

        Nel quinto giorno, gli uomini, smarriti nella babele che avevano creato, iniziarono a diffidare di tutto e di tutti. E poiché si sentivano minacciati, decisero di azionare il pulsante rosso della guerra nucleare. Il fuoco avvolse il pianeta, le montagne fumarono, i mari evaporarono. Nelle città gli scheletri di cemento armato diventarono neri, Lanciando fumo dalle orbite aperte. E gli angeli del cielo assistettero spaventati nel vedere il pianeta azzurro prendere il colore del fuoco, e coprirsi poi di un marrone sporco e infine rimanere color cenere. Essi interruppero i loro canti per dieci minuti. E fu la sera e la mattina del quinto giorno.

        Nel sesto giorno si spense la luce: polvere e cenere coprirono il sole, la luna e le stelle. E fu la sera e la mattina del sesto giorno.

 

      Nel settimo giorno, c'era pace, finalmente! La terra però era diventata informe e vuota e lo spirito dell'uomo, il fantasma dell'uomo, aleggiava sulle cose. Anche all’inferno giunsero le notizie di come l’uomo aveva ridotto la creazione. In ogni angolo dell'inferno si commentava la storia affascinante dell'uomo che aveva preso il comando del mondo, e risate sguaiate echeggiarono fino ai cori degli angeli del paradiso.

         Satana era orgogliosamente soddisfatto, perché il suo piano di dannare le anime e di distruggere la creazione si stava realizzando pienamente…

 

Nulla impedisce che l'uomo vada fino ai limiti delle sue possibilità; ma ci resta ancora una speranza: che il mondo, e con esso il suo futuro, sia messo non nelle nostre mani, ma nelle mani di un Altro

 

 

”Cari figli! Sono con voi e preghiamo insieme.

Figlioli, aiutatemi con la preghiera affinché satana non prevalga.

Il suo potere di morte, odio e paura ha visitato la Terra.

Perciò figlioli, ritornate a Dio, alla preghiera, al digiuno ed alla rinuncia per tutti coloro che sono calpestati, poveri e non hanno voce in questo mondo senza Dio.

Figlioli, se non ritornate a Dio ed ai Suoi comandamenti, non avete futuro.

Perciò ha mandato me a voi per guidarvi.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Messaggio Regina della Pace del 25 febbraio 2022 - Medjugorie

 

Da" VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD

DISTRAZIONE E ARIDITA' prima parte

I metodi più validi nell'orazione non possono metterci al sicuro dalle distrazioni e aridità. Si è giustamente notato che ”raccolto e distratto sono 2 aggettivi che si oppongono”.

           Il raccoglimento è una delle condizioni della preghiera. Nella preghiera le distrazioni sono dunque in generale in senso inverso al raccoglimento. Nella fase attiva della preghiera di cui ci occupiamo l'attenzione o il raccoglimento possono venir dissipati dall'evasione dell'intelligenza.

         La distrazione sarà definita volontaria quando, volontariamente e in piena coscienza, l'intelligenza evade dalla sua attenzione alla realtà soprannaturale per rivolgersi ad un altro oggetto. Sarà involontaria quando questo movimento si produce involontariamente o senza piena coscienza.

         Quando la distrazione non è più passeggera, ma diventa abituale costituisce uno stato di aridità. Quest'ultima, si accompagna ordinariamente alla tristezza, all'impotenza, alla diminuzione degli ardori dell'anima, all'agitazione e all'irrequietezza delle facoltà. La distrazione è una sofferenza, l'aridità crea uno stato di desolazione.

       Santa Teresa a questo proposito ci dice;”Queste sofferenze sono molto dure, io lo so, e il sopportare questi travagli richiede più coraggio di quello che ci vuole per molte altre traversie del mondo.”(Vita, c. XI, 10-11) E ancora:”...per alcuni anni, molte volte badavo più a desiderare che l'ora di stare in orazione finisse e ad ascoltare il suono dell'orologio, che non a darmi a buoni pensieri; e spesso non so a quale grave penitenza che mi fosse stata imposta io non mi sarei obbligata più volentieri che non raccogliermi nella pratica dell'orazione!”(Vita, c. VIII, 7) Continua …