mercoledì 5 gennaio 2022

Piccole storie per l'anima - 32

 PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda

 La notte nel bosco è un momento di gran traffico. Gli animali escono tutti a fare provviste. Si incrociano, si salutano, fanno quattro chiacchiere. Il tasso e la donnola si incontrarono una sera mentre cercavano qualcosa da mettere sotto i denti e farsi una bevuta allo stagno in tranquillità.
           Siccome non si vedevano da molto tempo, camminavano fianco a fianco, chiacchierando del più e del meno. Ma mentre il tasso teneva il muso rasoterra e guardava il sentiero, la donnola continuava a guardare il cielo notturno, così non si accorse di una grossa pozzanghera di acqua fangosa e ci affondò dentro. Ne uscì tutta inzaccherata e il tasso non riuscì a trattenere una gran risata.
          Si mise a canzonare la povera bestiola: «Ecco cosa succede quando si guarda troppo al cielo!». E sempre ridacchiando il tasso proseguì da solo. La donnola si rotolò nell'erba e si ripulì meglio che poteva, poi diede di nuovo un'occhiata al cielo e anche lei riprese il cammino verso casa.
         Ben presto, però, incontrò di nuovo il tasso, che aveva perso la strada e se ne stava mestamente rannicchiato guardando di qua e di là, confuso e disorientato. «Non ti preoccupare, amico mio» lo incoraggiò la donnola. «Ti guido io fino a casa». 
         In poco tempo, sbucarono davanti alla tana del tasso. «Come hai fatto a trovare la strada così facilmente?» chiese stupito il tasso. «Guardavo le stelle» rispose la donnola. «E per questo sei caduta nello stagno!» brontolò il tasso.
«Già. Ma non ho perso la strada di casa. E non importa se qualche sciocco si mette ridere» rispose la donnola...


Viviamo in un mondo che ha perso
la strada di casa.
L'uomo contemporaneo
ha perso la strada di casa.
In questi giorni ricordiamo la nascita
 di Gesù Bambino, il Salvatore!
Quanto abbiamo bisogno, oggi,
di essere salvati!
Ma l'uomo "moderno",
nella sua presunzione, 
oltre ad aver perso la strada di casa,
sembra non voglia essere salvato...

[In quel tempo], Gesù disse: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: «Vado a prepararvi un posto»? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita».
(Gv 14 , 1-6)

«Non abbiamo che questi brevi attimi di vita per amare Gesù.
Il diavolo lo sa molto bene e per questo cerca tutte le vie per farceli perdere in un vano logorio».

(S. Teresa di Gesù Bambino)



Da" VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD

LE PRIME MANSIONI seconda parte

         Il peccato mina la relazione dell'uomo con Dio. La Santa chiarisce gli effetti di tale allontanamento da Dio in seguito alla rottura del legame della carità.
        “Se sopra un cristallo esposto al sole si mette un panno molto scuro, è evidente che, anche se il sole batte su di esso, la sua luce non avrà nessun effetto sul cristallo.”(I Mansioni, c. II, 3)
         In un'anima in peccato mortale, scrive ancora nel libro della sua Vita, questo specchio si copre di fitta nebbia e diventa assai scuro.(Vita, c. XL,5)
Sottratta all'azione di Dio, l'anima non è più che tenebra, sterilità, bruttezza, malvagità. Il peccato vinto da Cristo può essere vinto anche da noi; l'anima ritrova la carità con un'umile confessione o con un atto d'amore, subito sarà sotto l'influsso del sole divino che dà vita, luce, bellezza.
       “O anime redente dal sangue di Gesù Cristo, rendetevi conto di questo stato e abbiate pietà di voi stesse!...State attente che, se vi sorprende la morte, non tornerete mai più a godere di questa luce...”(I Mansioni,c. II, 4).
 
        Teresa ebbe una visione dell'inferno che, ci dice, fu “una delle maggiori grazie che il Signore m'abbia fatto”( Vita, c. XXXII, 4) e di cui parla nel libro della Vita:”Un giorno mentre ero in orazione, mi sembrò di trovarmi ad un tratto tutta sprofondata nell'inferno....sentivo nell'anima un fuoco di tale violenza che io non so come poterlo riferire; il corpo era tormentato da intollerabili dolori,....tanto più al pensiero che sarebbero stati tormenti senza fine e senza tregua. Eppure anche questo non era nulla in confronto al tormento dell'anima: un'oppressione, un'angoscia, una tristezza cosi profonda, un così accorato e disperato dolore, che non so come esprimerlo...Non c'era luce, ma tenebre fittissime.”
     In Santa Teresa questa visione dell'inferno produce una pietà immensa:”..Mi procurò anche una grandissima pena il pensiero delle molte anime che si dannano....per liberarne una sola sarei disposta ad affrontare mille morti...”(Vita, c. XXXII, 6)
A chi si trova nelle prime Mansioni occorre comprendere l'insegnamento della Santa e la necessità di entrare in una vita interiore più profonda..... eccoci così nelle seconde Mansioni.