La vostra
liberazione è vicina
I Domenica di Avvento C
25Vi saranno segni nel
sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per
il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò
che dovrà accadere sulla terra. Le
potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube
con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e
alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". 34State attenti a voi
stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e
affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; 35come un laccio
infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta
la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di
sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio
dell'uomo". (Lc 21,25-28.34-36)
Si dice che affinché sia efficace, un’immagine deve essere
più concreta di una pietra e più viva di un serpente. Ma le immagini di tipo
apocalittico come quelle riprese dai Sinottici nei rispettivi capitoli
“escatologici” (Mt
24, Mc 13 e Lc 21) e nel libro della Rivelazione (l’Apocalisse), possono giungere
a spaventare, se non si guarda alle parole chiave che, qui ad esempio, sono queste:
“Quando
cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la
vostra liberazione è vicina”.
Dio,
in Cristo, ha vinto una volta per sempre e i mali che continuano, purtroppo, ad
accompagnarci, resteranno sino alla fine, ma, sono trionfi relativi, dal
momento che la vittoria di Cristo salva a dispetto di qualsiasi cosa accada. Lo
ha scritto San Paolo nel capitolo 8 della lettera ai Romani, perché non
perdiamo mai, nemmeno nei tempi più duri, la pace del cuore.
“Se Dio è per noi”, ci
sta domandando, “chi sarà contro di noi?
Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti
noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro
coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo
Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi
ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la
persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?” […] E conclude, “Io sono
infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né
avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà
mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm
8,31-38).
La stessa cosa vuol dirci Gesù, assicurandoci che quando questi
eventuali eventi (gli sconvolgimenti della natura) cominceranno ad accadere non
dobbiamo aver paura, ma, alzare il capo, perché la nostra liberazione è vicina. Al di sopra, infatti, di qualsiasi
evento c’è Lui, sebbene all’apparenza, non sembri. Figlio di Dio e nostro
fratello, ha il controllo delle forze del male, siano esse guerre o pericoli
che vengono dal cielo e dal mare. Alzare il capo è un’immagine di coraggio e di
speranza che invita i credenti a guardare avanti,
non solo senza paura, ma con la speranza di vedere, vittorioso per noi, “il Figlio dell'uomo venire su una nube con
grande potenza e gloria”.
Certo non fu così che il Figlio di Dio
apparve nascendo in una stalla a Betlemme e morendo condannato tra due ladri
sul Calvario, ma la sua gloria, per coloro che credono in Lui, è questa.
Apparirà
glorioso alla fine dei tempi?
Nei
discorsi escatologici ci si apre anche il tema della seconda venuta del Signore
che la comunità dei credenti invoca alla fine del libro dell’Apocalisse con
queste parole: “Vieni, Signore Gesù!”.
Un’invocazione alla quale, nell’anima dei credenti, risuona questa risposta
rassicurante: “Sì, vengo presto” (Ap
22.20). Un “presto” che, tuttavia,
non bisogna prendere nel senso letterale, ma qualitativo (Certo, che vengo!).
Infatti,
pensando che il Signore sarebbe tornato a breve, si sbagliò anche San Paolo e
la prima generazione di cristiani, ma Pietro, nella sua seconda Lettera, parla
chiaramente sul modo di intendere la promessa della sua venuta. “Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al
Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il
Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di
lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si
perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2Pt
3,7-9).
Per questo
Gesù stesso aveva terminato dicendo: “Vegliate
in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che
sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo” (v. 36). Ciò che, dunque,
importa è stare svegli in ogni tempo, sia nei giorni sereni che avversi,
perché, come ha scritto il grande scrittore José Luis Borges (1899-1986), “non c'è un istante che non possa essere il
cratere dell’inferno. Non c'è un istante che non possa essere l’acqua del Paradiso.
Non c'è un istante che non sia carico come un’arma. In ogni istante puoi essere
Caino o Siddhartha, la maschera o il viso”.
Svegli,
allora, bisogna stare, e invocare lo Spirito per non cadere nella tentazione di
scegliere il nostro male invece del nostro bene.