Proponiamo una sintesi preparata da una nostra consorella per il blog (e gli audio) degli Esercizi Spirituali della Provincia Lombarda svoltosi all'eremo di S.Salvatore di Erba (Co) è stato padre Bruno Moriconi, ocd
Sulla parete alle spalle della cattedra del relatore c’era proiettata questa frase: UN RITIRO SPIRITUALE È QUESTIONE D’AMORE TI METTI SOTTO LO SGUARDO DI DIO E VEDI COME TI AMA -così come sei - personalmente - chiunque tu sia - al punto in cui sei - Dio è così è amore - il suo amore per te non dipende dal tuo amore per lui - EGLI CERCA IL TUO CUORE
Fare una sintesi delle meditazioni tenute dal relatore padre Bruno Moriconi OCD durante i giorni di di ritiro non è semplice perché abbiamo sentito le sue riflessioni scivolare nel nostro cuore prima ancora che nella nostra mente. Il titolo del tema avrebbe spaventato chiunque ma siamo stati aiutati a riconoscere la chiamata alla santità che il Signore fa ad ogni uno di noi.
Le parole di Gesù: “Voi chi dite che io sia?” tratte dal Vangelo secondo Marco (8,29) sono state l’argomento che il padre ha usato per introdurre gli esercizi. Poi a seguire, negli altri giorni, le riflessioni sono state divise in 2 parti. La prima dedicata a 4 temi dedotti dal suo ultimo libro (Il Prigioniero di Toledo - Juan de la Cruz poeta di Dio) e la seconda, ad altrettanti argomenti inerenti alla “crescita spirituale”. Anche l’Esortazione di Papa Francesco, Gaudete et Exultate (del 10 marzo 2018), sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo è stata oggetto di meditazione e padre Bruno Moriconi ne ha ripercorso il contenuto attraverso interessanti riflessioni. Ne è emerso che nulla è più illuminante che ritornare alle parole di Gesù. Il Maestro, infatti, “ha spiegato con tutta semplicità che cos’è essere santi, e lo ha fatto quando ci ha lasciato le Beatitudini”. Esse, infatti, costituiscono la “carta d’identità del cristiano”, perché in esse si delinea il volto del Maestro che il cristiano è chiamato a far trasparire nella quotidianità della sua vita. La santità è, dunque, questa: reagire con umile mitezza; saper piangere con gli altri; avere fame e sete di giustizia; guardare e agire con misericordia; mantenere il cuore pulito da tutto ciò che sporca l’amore; seminare pace nelle varie circostanze della vita e accettare ogni giorno la via del Vangelo nonostante procuri “inciampi”.
Papa Francesco non ha paura neppure di parlare della “santità della porta accanto” e ci è di stimolo nell’indicare la nostra quotidianità come luogo ordinario dove Dio ci ha messi e che per noi è il luogo della nostra beatitudine e dobbiamo credere che nulla di necessario ci manca. Perché, come scriveva Madeleine Delbrêl (una delle personalità spirituali più significative del XX secolo), “se questo necessario ci mancasse Dio c’è lo avrebbe già dato.”
In conclusione padre Bruno ci ha ricordato che Gesù è un Rabbi. Un Maestro che insegna solo ciò che ha praticato con il distacco interiore dalle cose e questo rende liberi. Il Figlio di Dio è vissuto 30 anni a Nazaret e nessuno se ne è accorto. Era conosciuto come “figlio del falegname” o “il falegname” e questo deve darci coraggio. Questo silenzio di Gesù, dice più di tutto il Vangelo. Lo ha fatto perché vedessimo che veramente si è fatto come noi e nato da donna.
I grandi dottori e testimoni mistici come lo sono una Teresa d’Avila, una Caterina da Siena, un Francesco d’Assisi o un Giovanni della Croce si possono considerare a tutti gli effetti dei geni! Hanno avuto delle intuizioni che hanno illuminato le nostre vite. Sono i Mozart, i Michelangelo della santità e continueranno a essere preziosi e a brillare come le stelle ma gli artigiani (che siamo noi), rispetto ai geni, sono la maggioranza, ed è necessario dare valore anche al loro tipo di impegno. E allora dobbiamo diventare bravi artigiani, i santi della porta accanto!
Sono state giornate intense, impegnative ma anche molto felici! Le giornate erano articolate in modo da permettere momenti di preghiera, silenzio, vita in comune vissute in un clima di allegria, soprattutto durante i pasti. Le due meditazioni, una al mattino e una nel pomeriggio costituivano i momenti più importanti.
Nei momenti di pausa si poteva visitare l’esposizione di bellissimi lavori manufatti che alcuni membri OCDS avevano allestito per aiutare le missioni oppure dedicare un po’ di tempo alla libreria in fondo al salone. È infatti bello curiosare tra le nuove edizioni e scambiare opinioni con chi ha già letto quel libro oppure semplicemente farlo girare tra le mani ingolositi dal titolo, sfogliando qualche pagina ed individuare velocemente la frase che ci svelerà se è veramente quello il “nostro” libro! In bella mostra c’erano anche parecchie copie dei saggi di padre Bruno Moriconi: Volti del Carmelo, Il prigioniero di Toledo, Padre nostro della Misericordia, Rallegrati Maria.
Tutte le sere, dopo cena, ci è stato proposto un ricco programma iniziato con un Consiglio Provinciale allargato dove sono emerse nuove realtà che stanno pian paino maturando nelle nostre comunità con scambi di opinioni e fermento di idee. Giovedì sera nel parco ci siamo raccolti in preghiera sotto la statua della Beata Vergine Maria che, illuminata lei sola nella notte, si stagliava con la sua bianca aurea come uscita da un sogno e abbiamo recitato il santo Rosario aiutati dai testi di San Giovanni della Croce.
La giornata di venerdì caratterizzata da un clima di silenzio e raccoglimento particolare, si è poi conclusa con la via Crucis sotto il porticato del Chiostro. Il luogo e i bassorilievi in terracotta delle Stazioni, memoria della passione di Cristo, hanno contribuito a dare una risonanza “speciale” a tutta la preghiera.
Quasi giunti a conclusione dei lavori, sabato sera, è esplosa la creatività e l’allegria sotto forma di giochi organizzati a squadre che ci hanno coinvolti tutti permettendoci di esternare il nostro modo di essere e di gioire dei bei giorni passati insieme.
Non tutti i membri OCDS della provincia lombarda hanno potuto partecipare ai 5 giorni completi di ritiro chi per motivi di lavoro chi per problemi familiari ma in certi momenti abbiamo raggiunto le 70 presenze e alla nostra provincia si è aggregato anche chi veniva dalla Sardegna!
Dobbiamo riconoscere che tutto si è armonizzato al meglio e complice di questo è senza dubbio la pace che ci avvolgeva all’Eremo San Salvatore di Erba così ben isolato dai rumori della città, immerso nel verde e abitato da decine e decine di farfalle di tutti i colori.
Mai viste così tante farfalle tutte insieme! Ogni tanto il silenzio del luogo si mescolava con le melodie di voci e di strumenti delle prove del nostro fantastico coro che poi durante le celebrazioni ci ha regalato esecuzioni perfette. Grazie anche di questo!
Confidando nel fatto che padre Bruno - con tutto quello che ha da fare - non leggerà questo articolo, vogliamo parlare della grazia che il Buon Dio ci ha fatto donandoci, per i nostri esercizi spirituali, questo carmelitano toscano e il suo sapere mistico.
Ci siamo resi conto che la sua umiltà e il suo mettersi sempre alla nostra “altezza” molte volte ci ha fatto dimenticare di essere davanti a un professore universitario, docente di Sacra Scrittura e e Teologia Spirituale al Teresianum di Roma, che si è messo in ascolto ancora prima di insegnare e le sue giornate sono risultate piene quanto le nostre anzi forse di più perché non si è mai negato anche per colloqui privati, confessioni e celebrazioni. Insomma si è “moltiplicato” per noi come il pane che ha sfamato le folle stanche accorse per ascoltare Gesù. E ne abbiamo raccolto tante ceste avanzate che abbiamo portato a casa.
Grazie padre Bruno, perché come fanno i nostri cari santi, ci hai indicato che dobbiamo guardare sempre alla Croce perché lì c’è colui che non solo ci ha insegnato le parole per pregare il Padre Nostro ma ci ha soprattutto donato il Suo Spirito di Fratello buono.