Santa Pasqua
Carissimi
fratelli, celebriamo solennemente oggi la Pasqua di Gesù. Vediamo subito
all’inizio del Vangelo una figura particolare, Maria Magdala. La protagonista
di questo evento meraviglioso è una donna. L’Evangelista poteva raccontare una
cronaca su come avveniva la risurrezione di Gesù ma non lo fa. Parla invece di
come incontrare il Risorto. Per noi che celebriamo questa festa a noi importa
comprendere come incontrare il Risorto, come accogliere nella nostra vita
questa grazia. Ed ecco in questo cammino che appare la figura di Maria Magdala
che va in cerca di Gesù alla tomba. Va incontrare il Risorto. Questo è il
motivo per qui celebriamo la Pasqua di Gesù.
L’indicazione
del tempo ci fa comprendere il senso di ciò che Maria cerca. Un giorno primo
dopo la settimana. Il sabato concludeva la settimana. Il primo dopo la
settimana è il numero otto. In Matteo 5 vediamo le otto beatitudini e che le
pratica sarà capace di superare la morte. La risurrezione di Gesù in quello
giorno indica una nuova creazione che si realizza nella risurrezione di Gesù.
Maria
Magdala viene di buon mattino alla tomba essendo ancora buio. Nel prologo di
Giovanni, l’Evangelista ci fa comprendere la difficoltà di chi vive nelle
tenebre di accogliere il messaggio di Gesù, la buona novella che Gesù ha
rivelato. Maria Magdala parla al plurale: “hanno portato via il Signore, non
sappiamo dove l’hanno messo”. Lei parla a nome della prima comunità che vive
ancora nelle tenebre.
Maria
vide la pietra tolta dal sepolcro. La pietra si usava per chiudere ogni
possibile comunicazione tra che sta nel regno dei morti e che sta tra i
viventi. In questo senso che si spiega l’atteggiamento di Maria. Maria va di
buon mattino ma è stata condizionata da quell’idea cioè impossibile relazione
tra i morti e i viventi. Sappiamo che i farisei non credono nella risurrezione
dei morti.
Vedendo
la pietra tolta Maria corre da Simon Pietro e l’altro discepolo anonimo. Dove
sono gli altri discepoli? Si sono dispersi per paura e per l’incertezza. Maria
Magdala che li raduna portando questa notizia. Chi va in creca del Risorto,
quando lo trova va a radunare i dispersi. Questo è il compito di ciascuno di
noi. È il messaggio di questa festa. La donna che era considerata inferiore
adesso tiene un ruolo importante, quello di radunare i dispersi. La fede nel
Risorto ci porta a realizzare questa missione.
I
due discepoli correvano ma l’altro è più veloce. Il discepolo che sta intimo
nell’ultima cena, disposto a morire con il Maestro è colui (anonimo cioè può
essere tutti noi che seguiamo Gesù) che ha l’esperienza dell’amore di Gesù.
Perciò corre veloce.
Fare il corso da gigante come dice Santa Teresina. La
spiritualità carmelitana ci invita proprio a fare questa esperienza. Lasciamoci
amare da Gesù, solo cosi possiamo correre veloce. Invece Pietro ha dei pesi (ha
rinnegato Gesù) che rallentano il suo cammino. Ha detto di essere pronto a dare
la vita per Gesù ma dopo lo ha rinnegato. Il fallimento non è la fine del cammino
ce l’ha insegnato Gesù quando è caduto per tre volte.
Il
credente non è colui che da la vita per il Maestro come lo desiderava Pietro ma
è Dio che offre la vita per gli uomini. Poi colui che è con Dio e come Dio dà
la vita per gli altri.
La
ricerca fervorosa di Maria Magdala alla tomba e la missione di radunare i
dispersi sia la nostra missione. E la grazia frutto della Pasqua di Gesù ci
sostiene sempre in questo cammino.
P Hervé Andianarisoa ocd