domenica 9 dicembre 2012

I padri assistenti rispondono

Dieci quesiti e la sintesi delle risposte.



1) Qual è il tuo pensiero sull’OCDS in generale?
2) Conosci la Legislazione che guida la vita dell’attuale OCDS?
3) Ritieni che l’OCDS sia per i laici una via alla Santità ancora attuale?
4) Nel tuo apostolato, consiglieresti – ai laici in cerca di una “patria spirituale” – l’appartenenza all’esperienza spirituale proposta dall’attuale OCDS?
5) Ritieni necessaria e indispensabile una Formazione appropriata, come  spesso richiama anche il P. Generale (vedi Doc. Definitorio Generale Straordinario di Ariccia 2011),  da farsi nei Conventi coinvolgendo anche Padri più giovani in preparazione al delicato ruolo di P. Assistente dell’OCDS?
6) In tutta sincerità, tu Padre ritieni che la comune appartenenza alla  medesima famiglia (Costituzioni OCDS, 1) dell’OCD e dell’OCDS sia solo una  teorica enunciazione legislativa o sia una convinzione radicata nella  coscienza dei Padri Carmelitani Scalzi?
Tenendo conto della tua esperienza di P. Assistente dell’OCDS:
7) Quali difficoltà incontri nella tua attuale responsabilità di P. Assistente dell’OCDS?
8) Quali sono le tre cose più importanti che vorresti dire all’attuale OCDS?
9) Cosa noti nell’OCDS di diverso dai movimenti ecclesiali che frequenti con  gioia ed entusiasmo?
10) E’ auspicabile una crescita di consapevolezza del ruolo e del valore  dell’OCDS all’interno dell’Ordine da parte dei Padri Carmelitani Scalzi?  Quali concrete iniziative proporresti allo scopo?

Le risposte

  Circa le domande della prima sezione, i Padri presenti all’incontro hanno focalizzato la loro attenzione soprattutto sul primo, terzo e sesto quesito e hanno risposto, in sintesi, con le seguenti considerazioni:
· Il P. assistente dà garanzia della sua presenza, ma gli appartenenti ai gruppi OCDS dovrebbero anche camminare autonomamente, essere propositivi ed intraprendenti, pur nella non totale indipendenza. In realtà, si nota un poco coinvolgimento ed una certa passività, forse indotta, come alcuni hanno messo in evidenza, da una modalità troppo accentratrice e dottrinale del P. assistente. Emerge, anche se non in tutte le fraternità, una difficoltà nel comunicarsi i diversificati cammini di fede in modo anche da facilitare al P. assistente l’ accompagnamento spirituale dei membri per favorirne, in prima istanza, la comunione.
·  A partire dagli anni 60 l’OCDS sembra avere un po’ perso d’interesse: dovrebbe aprirsi ad espressioni laicali nuove; così com’è strutturato impedisce l’ingresso di nuovi giovani appartenenti. Per alcuni dei partecipanti l’OCDS potrebbe essere di grande attualità perché oggi si avverte una grande sete di spiritualità, perchè proposto dall’autorevolezza della Chiesa e perché di stimolo e crescita spirituale anche per gli stessi Padri, viste le numerose testimonianze di fede e carità autentica.
·  Bisogna lavorare perché ci sia una maggiore sensibilizzazione nelle Province e nelle Comunità religiose circa l’OCDS. Bisogna avere cura di queste fraternità, soprattutto se in difficoltà e trasmettere, coltivare un forte senso di appartenenza all’unico Ordine che custodisce un incomparabile tesoro di spiritualità sempre attuale. Circa la seconda sezione di domande, l’attenzione si è rivolta soprattutto sul settimo e ottavo quesito.
· Occorre che il P. assistente vigili ed educhi le fraternità ad uno spirito di povertà e carità nella gestione delle possibilità economiche. Si tengano presenti, in primo luogo, le necessità della Provincia. La gestione delle eredità e dei patrimoni dovrebbe essere di competenza della Provincia, poiché le fraternità sono prive di personalità giuridica.
         A questo riguardo sarebbe auspicabile una maggiore chiarezza legislativa e livello provinciale. Per gli appartenenti alle fraternità non dovrebbero apparire come un obbligo la partecipazione alla Liturgia, la meditazione e la conoscenza dei nostri santi, ma come un bisogno dato dall’importanza, dalla bellezza dell’appartenenza all’Ordine.
  Si fa fatica a portare avanti il programma indicato dal centro dell’Ordine perché emergono concezioni distorte circa la visione di Dio che non sarebbe Padre e di tutti, oppure circa la morale intesa come superficiale corrispondenza di delitto e castigo.                     
In alcune nostre comunità religiose si accolgono tutti i nuovi movimenti, ma l’OCDS viene indebitamente escluso. Si notano all’interno delle fraternità troppe reticenze e troppi problemi nella organizzazione delle iniziative.
· All’attuale OCDS si vorrebbe raccomandare una maggiore accoglienza e cordialità nei riguardi dei nuovi arrivati perché non siano lasciati soli, una maggiore apertura alle missioni, specialmente carmelitane e un maggiore equilibrio: non essere troppo rigidi o troppo elastici nei cambiamenti degli orari, non troppo pedanti, né troppo distanti dal P. assistente.
Infine, si raccomanda di non dividersi in gruppi dediti al pettegolezzo, ma per qualcosa di grande e bello e di utilità comune.