sabato 22 luglio 2023

Meditazione sul Vangelo della Domenica

 












Questa volta le parabole o le similitudini per parlare del regno di Dio sono tre (quella del grano e la zizzania, quella del granello di senapa e quella del lievito). Per quanto si riferisce alla prima, mi limito a precisare che la zizzania è una pianta con foglie strette e spighe larghe e piatte i cui chicchi contengono un principio tossico. Anche se qui Gesù attribuisce a un nemico la sua comparsa, cresce spontaneamente nei campi ed è molto difficile da estirpare. Riferito a una persona, l’appellativo zizzania indica la sua attitudine a danneggiare, ostacolare o rovinare gli altri, quasi avesse un demonio dentro di sé. Detto della presenza nel “campo” del regno di Dio, indica tutte le inevitabili opposizioni tra il bene e il male, contrarietà che non cesseranno sino alla fine e che bisogna affrontare con pazienza per non pregiudicare la parte buona.

Nella seconda, “Il regno dei cieli – disse Gesù – è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell'orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami”. Il “regno dei cieli”, o “regno di Dio” è questa realtà, apparentemente fragile, iniziata da Gesù sulla nostra terra e portata avanti dai suoi discepoli, vale a dire, da coloro che operano come lo stesso Figlio di Dio fatto uomo nel seno di Maria, per amore e solo per amore.

Il Regno di Dio non si trova in un luogo particolare (una regione o una nazione), ma ovunque si opera il bene e si vive come fratelli, amandosi mutuamente e amando persino i nemici. Questo piccolo seme che va crescendo senza rumore è l’amore che, quando è vero, è capace di trasformare il mondo dal di dentro. Un Amore che cresce e può scaldare molti altri come l’albero di senape chiama i passeri e permette loro di nidificare tra i suoi rami, fragili, ma accoglienti. I discepoli di Gesù possono sembrare insignificanti come il piccolo seme di senape e i modesti arbusti che produce, ma hanno quella capacità di accogliere e stimolare tutti. Con le grandi gesta dei martiri, ma anche con i piccoli gesti di ogni giorno, compiuti con lo stesso amore e dedizione.

“Il regno dei cieli – aggiunge Gesù – è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata”. Un’immagine, quella del lievito, da cui si possono trarre almeno tre osservazioni relative al regno di Dio di cui è anch’essa figura. Che la sua crescita è necessaria per il mondo, come il lievito per il pane. Che, anche se nascosto, è presente tra la moltitudine degli uomini come il lievito nella massa di farina. E, terzo, che il bene non fa rumore, ma, come l’amore, gratifica e cattura.

Attira più mosche un cucchiaino di miele, dice un proverbio, che un barile di aceto. L’amore penetra in modo soave, riservato. Per la potenza dello Spirito Santo rigenera la parte interiore di una persona che inizia a vivere secondo l’Amore che è Dio stesso. Nascosto e silenzioso, il lievito si espande in favore di tutta la massa della farina che, come l’amore, nascosto e silenzioso, feconda l’umanità intera.

Con questi semplici paragoni, Gesù vuole animarci a compiere il bene, non solo per noi stessi, ma in favore del mondo intero. Anche se rimane nascosto, ogni nostro atto di generosità, piccolo o grande che sia, va a beneficio di tutti.

Le similitudini del granello di senape e del lievito simbolizzano l’habitat reale dei discepoli di Gesù. Sono e saranno pochi, ma, essendo lievito, possono impregnare una grande quantità di pasta ancora non lievitata e far sì che si converta, anche se non sembra evidente, in molto pane. All’inizio del cristianesimo un piccolo pugno di credenti fermentò gran parte del mondo. Tra poco, in un mondo sempre più secolarizzato, i cristiani saranno, forse, nuovamente pochi, ma la loro natura di lievito missionario, rimane forte, se si tengono uniti allo stesso Signore Gesù e forti della forza dello Spirito Santo.