giovedì 30 marzo 2023

Solo Dio basta -15

 

Dal cammino di perfezione

 Cap. 34

    "Ora, per iniziare bene e non sbagliare sin dal principio il cammino di cui abbiamo parlato, parliamo un po’ del come occorre fare le prime mosse per affrontare questa impresa (l'orazione) perché è la cosa più importante: vi si gioca infatti il tutto per il tutto. Così l’individuo, anche ammesso che dopo non prosegua per la via imboccata, troverà che sarà sufficiente il breve tratto di strada già percorso a fargli luce per marciare bene su altre piste, e quanto più vi si sarà inoltrato, tanta più luce avrà. Infine, stia sicuro che l’aver iniziato tale cammino non gli porterà danno in alcun settore, anche nel caso in cui dopo lo abbandoni, perché il bene non fa mai male.
        Perciò, a tutte le persone che entrino in contatto con voi, se appena le vedete ben disposte e l’amicizia ve lo consente, cercate di far passare la paura di affrontare la ricerca di un bene così eccellente (l'orazione). E vi supplico per amor di Dio che la vostra conversazione sia sempre indirizzata al maggior bene di coloro con cui parlate, perché la vostra orazione deve servire al profitto delle anime. Sarà vostro impegno prospettare loro le ricchezze che si guadagnano cercando di apprenderla. Sarebbe una grazia non piccola che il Signore vi concedesse di riuscire a destare in qualche anima l’interesse per questo ideale.

Cap. 35

        Ora, per coloro che sono intenzionati a bere quest’acqua di vita e quindi vogliono camminare fino a raggiungere la sorgente, dico che importa molto, anzi è davvero tutto, partire bene. È pertanto indispensabile una risoluzione ferma e decisa di non arrestarsi prima di averla raggiunta, avvenga quello che vuole avvenire, succeda quel che deve succedere, si fatichi quel che si deve faticare, mormori chi vuole mormorare. Bisogna tendere alla meta, a costo di morire durante la marcia o di sentirsi mancare il cuore sotto sforzo per i travagli che vi si incontrano, a costo di vedere il mondo sprofondare.

Cap. 36

       Non mi addentro ora a discutere il problema se l’orazione debba essere mentale o vocale per tutti. Affermo però che voi avete bisogno dell’una e dell’altra.

Cap. 37
 
       La variante costitutiva dell’orazione mentale non sta nel tenere chiusa la bocca. In effetti, se pregando vocalmente sono perfettamente consapevole di star parlando con Dio, concentrandomi più su di Lui che sulle parole da me pronunciate, ottengo un’orazione mentale abbinata alla vocale. Dovete badare a chi state rivolgendovi e rammentate chi siete voi. Io insisterò sempre, ogni qualvolta mi ricorderò, sulla necessità di abbinare l’orazione mentale alla vocale. Chi potrebbe dire che sia un male se, cominciando a recitare le Ore o il rosario, cominciate a riflettere anche con chi state parlando e chi siete voi che parlate, per farvi un’idea del come dovete comportarvi con Lui? Ora io vi dico, che se questa riflessione si facesse con la profondità dovuta, prima ancora di cominciare l’orazione vocale ossia la recita delle Ore o del rosario, avreste già dedicato parecchie ore a quella mentale.

Cap. 38

       Sì, accostandovi a Lui, sforzatevi di pensare con chi vi accingete a parlare o con chi state già parlando. Neppure nel corso di mille vite delle vostre, arriverete a comprendere come meriti di essere trattato questo Signore, di fronte al quale tremano gli angeli. Egli comanda su tutto; il suo volere è operare. Sarà quindi logico che cerchiamo magari di intravedere qualche barlume delle Sue grandezze. Comprendere a fondo queste verità, figlie mie, è già fare orazione mentale. Però non mettetevi a parlare con Dio pensando ad altre cose, perché questo significherebbe non capire affatto cosa sia l’orazione mentale."