Dal 10 al 13 novembre i Carmelitani Secolari della Provincia Ligure si sono incontrati a Bocca di Magra per i loro esercizi spirituali annuali.
In questa casa di spiritualità,
un’oasi tra mare e cielo voluta dal Cardinale Anastasio Ballestrero, ci riuniamo da anni per
un bisogno di fermarci, meditare e pregare. Un bisogno di vivere un tempo per
Dio e con Dio, lontani dai nostri impegni quotidiani. In questi quattro giorni ci capita spesso di
ritrovarci, raccolti in preghiera davanti al Crocifisso del “Cristo Nero” nella
cappella a picco sul mare.
In questo scorcio straordinario
di Liguria, un vero e proprio angolo di paradiso, fede e natura convivono; qui
sentiamo forte il “non abbiate paura “ di Gesù camminando nel silenzio tra gli
alberi secolari.
Il tema degli esercizi è stato
quest’anno l’ORAZIONE e P. Bruno Moriconi ci ha condotto, giorno dopo giorno a
conoscere in profondità la preghiera di Gesù, di Maria, di S. Teresa, di S.
Teresina e di S. Giuseppe. Ci ha aiutato a comprendere che cosa ha voluto dire in
loro pregare, cioè vivere lo spirito della preghiera come un atteggiamento
interiore nei confronti di Dio. Ci ha comunicato il significato del verbo
STARE: la preghiera come incontro, lo stare spesso, come dice la nostra Santa
Madre Teresa, in compagnia di Colui dal quale sappiamo di essere amati.
Ci ha colpito fino alla
commozione la preghiera di Gesù. Gesù pregava il Padre per essere capace di
portare fino al compimento la Sua Missione salvifica e dall’intimità col Padre
riceveva la forza di vivere in pienezza il progetto di amare fino alla fine;
cioè il suo dare la vita.
“Nessuno mi toglie la vita, io la do” “
p. Bruno ci ha trasmesso poi
l’importanza di comprendere il giusto atteggiamento interiore di Maria per poterlo
assumere e vivere. Lei rimaneva sempre nella verità, verità che non riguardava
lei, ma sempre Dio l’Altissimo. “Grande è Colui che ha guardato la piccolezza
della sua serva “
L’umiltà, come dice la nostra
Santa Madre Teresa , è camminare nella verità. E’ prendere coscienza di essere
sotto lo sguardo amorevole di Dio. “ Mi ha guardato, per questo tutte le
generazioni mi chiameranno beata “ Da Lei impariamo a metterci a disposizione
di Dio perché possa realizzare il Suo misterioso progetto di amore. “ Vuoi tu
darmi la tua natura umana per il mio progetto di divinizzare l’umanità?” Tutte
queste cose Maria le conservava meditandole nel suo cuore, cioè soppesandole,
comparandole con la certezza di fede che Dio le aveva messo dentro e che Lei
coltivava.
E ancora P. Bruno ci ha aiutato
ad avvicinarci all’esperienza reale, non ideale, di s. Teresa d’Avila e di s.
Teresina di Lisieux; la prima come maestra di preghiera, la seconda nell’esercizio
della misericordia. Ha sottolineato le loro fatiche e le loro storie personali
di crescita. E’ il percorso per arrivare a un atteggiamento non più ascetico,
ma mistico nel quale le fatiche e le mortificazioni non sono più tali, ma
diventano offerte di persone innamorate. Allora tutto quello che si fa diventa
preghiera. La preghiera è sicuramente un dono, ma è anche una continua ricerca,
un percorso che passa dalla meditazione alla relazione. S. Teresa ci aiuta
insegnandoci questo: stare con Gesù così come Gesù stava con il Padre Suo. La
preghiera come profondo e sempre più forte convincimento dell’Amore che Dio
riversa su di noi, nonostante le nostre fragilità e i nostri limiti. E’ un Dio
che si abbassa, che fa sempre il primo passo.
E ancora abbiamo scoperto quanta
fatica S. Teresina viveva nell’esercizio della preghiera comunitaria per il suo
problema del sonno. Lei ci insegna a non affliggerci per le nostre incapacità,
ma ad offrirle al Signore perché possa servirsene per i suoi fini aiutandoci ad
operare sempre nel migliore dei modi. La sua “strategia” è questa offerta come la migliore delle
preghiere. Pochi anni dopo la sua morte, S. Pio X afferma che si tratta della
più grande Santa dei Santi moderni. Ancora P. Bruno nell’ultima giornata di esercizi
ci ha trasmesso la devozione che la nostra Santa Madre Teresa aveva per S.
Giuseppe.
“Chi non trovasse un maestro che gli insegni la preghiera,
prenda questo glorioso Santo per maestro e non perderà tempo a cercare
altrove.”
E’ la differenza tra pregare S.
Giuseppe e trovare in Lui un maestro di preghiera contemplativa. Guardiamo a Lui
nella nostra vita di laici. Giuseppe era un uomo giusto perché cercava la cosa
giusta in ogni momento, la migliore, quella che può danneggiare di meno il
prossimo, quella più adeguata alla carità. Giuseppe capisce che in questo suo
disegno umano con Maria, Dio gli chiede qualcosa di incredibile e si rende
disponibile ogni volta ad adeguarsi: a Betlemme, in Egitto, a Nazareth. Questo
suo atteggiamento ci comunica che cosa è la contemplazione.
Contemplazione come fonte di vita che deve realizzarsi nel
nostro vissuto. In Giuseppe più che la preghiera ci è facile immaginare la
fatica di collaborare con Dio per portare avanti il progetto che la Provvidenza
gli aveva affidato. Questa è contemplazione. S. Teresa la conosce bene, infatti
non ci parla mai di un metodo, ma dell’essenziale di essa.
“STARE spesso in compagnia di Gesù dal quale sappiamo di essere amati “
Chi più di Maria e Giuseppe hanno vissuto questa intimità
con Lui! Come Carmelitani Secolari questa preghiera è la forza per vivere la
nostra vocazione nella realtà della vita di ciascuno di noi. Un continuo
desiderio e ricerca di conformarci alla Volontà di Dio, accettandola con la
gioia interiore che solo Lui sa donare.
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