sabato 11 febbraio 2023

Meditazione sul vangelo della Domenica


 

Per capire Gesù quando dice che non è venuto ad abolire la legge, ma a darle compimento, possiamo pensare all'apprendistato per qualsiasi tipo di professione. A come devono agire i principianti in qualsiasi percorso artistico e a come agisce l'artista. L'uno, l’apprendista, esegue gli esercizi secondo le regole dell'apprendistato, l'altro, il maestro, agisce più liberamente e, allo stesso tempo, in modo più perfetto.
Sono queste le due verità da tenere presenti: adempiere la legge come gli scribi e i farisei (i religiosi osservanti di tutti i riti), e cercare di essere migliori di questo, avendo capito che non basta dire le preghiere, anche se se ne dice molte, né basta non fare il male, sebbene sia già molto e assai lodevole.
Per questo Gesù dichiara che non basta non uccidere, perché chi litiga crudamente con il fratello, in qualche modo, è come se volesse ucciderlo. Se non fisicamente, moralmente, come quando chiamasse il fratello imbecille e buono a nulla e, nel suo cuore, lo considerasse tale con disprezzo. Non basta nemmeno non commettere adulterio, perché guardare una donna, non solo godendo legittimamente della sua bellezza, ma desiderando di possederla se possibile, è già adulterio nell'intenzione di sottrarla al marito. Non importa nemmeno che nessuno lo sappia, perché lo sa chi lo sta tramando. E, terzo avvertimento, non solo non si deve giurare falsamente, ma non si deve giurare affatto.
-Perché?
-Poiché ai figli di Dio dovrebbe bastare dire sì o no, in tutta verità e semplicità, come faceva Gesù.
Torniamo, tuttavia, a ciò che il Maestro intende quando dice che non è venuto ad abolire la Legge, ma a completarla. Gesù vuol dire che difende la legge ma, allo stesso tempo, afferma che, per essere suoi discepoli (siamo nel Discorso della Montagna), non basta fare ciò che è richiesto e non fare ciò che è proibito. Le leggi sono un aiuto necessario, ma dobbiamo diventare capaci di fare più delle semplici cose prescritte. Come i santi e gli artisti, come abbiamo appena detto.
I santi non solo sono buoni e non ostacolano nessuno, ma si muovono sempre più a favore degli altri e, come se avessero sempre fatto troppo poco, si sentono in debito con tutti e non si stancano mai di fare del bene. Lo stesso vale per gli artisti, che, pur conoscendo bene le regole, danno luogo a creazioni che, pur non rendendoli mai soddisfatti del tutto, le superano e le migliorano.
I discepoli di Gesù, artista non plus ultra del bene e dell’amore, devono considerarsi su questa strada della costante scoperta. Per continuare ad essere tali, devono considerarsi sempre in apprendimento e, quando hanno fatto tutto ciò che dovevano fare, pensare che, anche se è stato davvero utile a qualcuno, non devono aspettarsi alcuna ricompensa. Come il Figlio di Dio che è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita per tutti. Gratuitamente.