mercoledì 26 ottobre 2022

Solo Dio Basta - 10


 


📕Al tempo della fondazione di S. Giuseppe d'Avila (1562) reggeva la Francia Carlo IX, il cui regno fu funestato dalle così dette” guerre di religione”.

A tale proposito s. Teresa scrive:

Cap.1 

“...ebbi notizia dei danni e delle stragi che i luterani facevano in Francia e dell'incremento che andava prendendo quella setta malaugurata....Mi pareva che pur di salvare un'anima sola delle molte che là si perdevano, avrei sacrificato mille volte la vita.
Ma vedendomi donna e tanto misera, impossibilitata a ciò che per la gloria di Dio avrei voluto, desideravo grandemente che avendo il Signore tanti nemici e così pochi amici, questi almeno gli fossero devoti. E così venni nella determinazione di fare il poco che dipendeva da me: osservare i consigli evangelici con ogni possibile perfezione....
Vorrei almeno che il numero dei reprobi non andasse aumentando. Mie sorelle in Cristo, unitevi con me nel domandare a Dio questa grazia. No, sorelle mie, i nostri affari non sono quelli del mondo!
Quando vengono a raccomandarci di pregare perché sua maestà conceda rendite e danari, io me la rido e affliggo...non sono queste le cose per cui si ha da pregare Iddio con tanto ardore.
Tutto il mondo è in fiamme, gli empi, per così dire, anelano di condannare ancora Gesù Cristo, sollevano contro di Lui un'infinità di calunnie e si adoperano in mille modi per distruggere la sua Chiesa...sembra che questi traditori lo vogliano crocifiggere un'altra volta, non lasciandogli luogo ove posare la testa.”

Cap.2 

Si tratta del disprezzo delle comodità corporali e del bene che si ha nella povertà religiosa. “….meno possediamo e meno abbiamo da preoccuparci....farci vedere povere ed esserlo soltanto nell'esterno, non nello spirito, sarebbe un ingannare il mondo. La povertà è un bene che racchiude in sé ogni bene, conferisce un dominio universale e ci rende padroni di tutti i beni della terra, perché ce li fa disprezzare.
Gli onori, secondo me, van sempre d'accordo con le ricchezze: chi desidera gli onori non aborrisce le ricchezze, mentre chi aborrisce le ricchezze poco si cura degli onori. La santa povertà è la nostra insegna. E giacché non si pratica più con tanta perfezione nell'esterno, procuriamo almeno, per amore di Dio di osservarla perfettamente nel nostro interno.
Diceva s. Chiara che forti mura sono quelle della povertà; e di povertà e umiltà voleva recinti i suoi monasteri. Il vostro monastero sia piccolo e modesto. Imitiamo almeno in qualche cosa il nostro Re, che ebbe per casa la capanna di Bethlem dove nacque, e la croce su cui morì.“