lunedì 24 ottobre 2022

Piccole storie per l'anima - 67





 Si racconta che in un passato assai remoto esistesse un re semi-barbaro che amministrava la giustizia in modo allo stesso tempo spettacolare e bizzarro. Per punire i crimini particolarmente gravi aveva concepito una singolare ordalia. 

L'ordalia è un'antica pratica giuridica, secondo la quale l'innocenza o la colpevolezza dell'accusato venivano determinate sottoponendolo ad una prova dolorosa o a un duello.
       L'accusato veniva condotto, in un certo giorno, nell'arena di un circo, sulle cui gradinate si affollava il popolo riunito. Davanti a lui vi erano due porte: dietro una di esse, vi era una tigre affamata, la più feroce che si fosse riusciti a trovare per l'occasione; dietro l'altra, si trovava invece una bella fanciulla, seducente e verginale. 
       Solo il re sapeva chi fosse in attesa dietro ciascuna porta. Il reo era costretto a scegliere immediatamente fra le due porte. In entrambi i casi, la sua sorte era segnata: se compariva la fiera, moriva dilaniato in pochi secondi; se usciva la dama, doveva sposarla seduta stante e con grandi festeggiamenti, con il monarca in persona come testimone delle nozze, annullando qualunque matrimonio o impegno eventualmente contratto in precedenza.
       Una volta si presentò il caso di un criminale accusato di un delitto molto grave: povero plebeo, aveva avuto l'ardire di corteggiare in segreto l'unica figlia del re, la quale aveva corrisposto appassionatamente, seppure di nascosto, il suo amore.
       Per il suo giudizio nella fatidica arena, quel barbaro re cercò accuratamente la tigre più vorace, ma scelse anche la più deliziosa delle fanciulle come alternativa. Sconvolta, la principessa innamorata si vide lacerata da una doppia angoscia: da un lato, vedere quel corpo amato e accarezzato fatto a pezzi dagli artigli della bestia, dall'altro assistere al matrimonio del proprio innamorato con una bella ragazza, alle cui attrattive ella sapeva bene che il giovane colpevole non era del tutto indifferente. 
      Con astuzia di donna e arroganza di principessa, riuscì a sapere quale fosse la porta che, nell'arena, corrispondeva a ognuno degli indesiderati destini.
Solo, al centro del circo, il giovane sembrava confuso, incalzato dalle aspettative della moltitudine. Anch'egli conosceva l'intimo dilemma dell'amata e dall'arena le lanciò uno sguardo supplichevole: «Solo tu puoi salvarmi!».
Con un gesto discreto, ma inequivocabile, la principessa indicò la porta di destra.
E il condannato la scelse senza esitare.
Chi uscì dalla porta aperta ... la dama o la tigre?
 

In realtà, questa piccola storia ci dice che anche noi;
come la giovane principessa e il giovane condannato,
quasi tutti i giorni e a ogni passo,
giungiamo al momento incerto e fatale della decisione.
E non è mai facile.
Siamo condannati a scegliere e ogni scelta può avere
come conseguenza una perdita irreparabile.
Solo compiendo ciò che il Signore ci chiede le
nostre decisioni non ci potranno mai deludere…


"Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena".
(Vangelo di Giovanni 15,11)


  Che sistemi Dio tutte le cose secondo il suo beneplacito,
non voglio che quello che lui vuole, non desidero che quello che lui desidera.
(S. Elisabetta della Trinità)