sabato 18 giugno 2022

Solo Dio Basta 3 - Il dono di sé

Spazio quindicinale di approfondimento spirituale, a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda

DA "VOGLIO VEDERE DIO"
di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD


Il Dono di 


S. Teresa riafferma molte volte la stretta relazione tra la contemplazione e il dono di sé; tutta l'ascesi da lei proposta nel Cammino di perfezione si riassume nella realizzazione perfetta del dono di sé. Ecco le sue parole: "Quando non ci diamo a sua Maestà così generosamente come egli si dà a noi, farà già molto lasciandoci l'orazione mentale e visitandoci di quando in quando, come servi della sua vigna. Gli altri invece sono figli diletti.(Cammino, c. XVI,9)

Ci sono in noi però molte reticenze e lentezze nella realizzazione di questo dono di sé: "Siamo così lenti nel darci totalmente a Dio che non giungiamo mai a disporci convenientemente a riceverlo(il vero amore)....Ci sembra di dare tutto, e in realtà offriamo a Dio la rendita e i frutti, e ci tratteniamo la proprietà e il capitale" (Vita, c. XI, 1-2).

Padrone assoluto di tutte le cose come creatore, Dio potrebbe usare i suoi diritti per costringere le creature a realizzare la sua volontà. "Egli non vuole forzare la nostra volontà” sottolinea s. Teresa. La cooperazione libera dell'uomo sarà infatti una condizione necessaria per la realizzazione degli eterni decreti della Divina Misericordia. Per unirsi perfettamente alle anime, Dio richiederà da ciascuna il suo consenso personale e la sua cooperazione attiva.

“Dio prende ciò che gli diamo, ma non si dà interamente a noi finché non ci diamo interamente a lui”(Cammino, c. XXVIII,12) L'unione perfetta esige come prima condizione il dono totale di sé. Il dono totale di sé è un bisogno dell'amore e il suo atto più perfetto; il dono di noi stessi è anche il sacrificio più perfetto che possiamo offrire a Dio. E' quest'offerta che realizza il dono di sé, che offre a Dio tutto quello che abbiamo e tutto quello che siamo, accettando in anticipo la sua volontà e il suo beneplacito.

Entrando nel mondo Cristo dice: "Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato "Allora ho detto: Ecco, io vengo, perché di me sta scritto nel rotolo del libro, per fare o Dio la tua volontà" (Eb 10, 5-7). Il Cristo con questo primo gesto della sua umanità, si offre totalmente al Padre. In quest'offerta continua di sé Gesù trova il suo cibo: "Ho da mangiare un cibo che voi non conoscete...Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. (Gv 4, 32,34) E' nella luce dell'offerta del Cristo che occorre condurre il dono di sé, atteggiamento fondamentalmente cristiano, per comprenderne la necessità e la fecondità. Per essere del Cristo bisogna abbandonarsi a lui come lui si è abbandonato a Dio, poiché noi siamo del Cristo e Cristo è di Dio. Come tutta la missione del Cristo poggia sulla sua offerta, così tutta la potenza della sua grazia si afferma nell'anima per mezzo del dono completo di sé.

Santa Teresa esige dal dono di sé questa sola qualità: che sia assoluto o totale. Il dono di sé è infatti una vera espropriazione per Dio. Il disegno di Dio deve essere cercato nell'oscurità. Qual è il nostro ruolo? Qual è il nostro posto nel suo disegno? Lui solo lo sa. Questo ruolo che dobbiamo svolgere, questo posto che dobbiamo occupare costituiscono la nostra perfezione. Perché il dono di sé produca tutti gli effetti occorre che sia non un atto momentaneo, ma una disposizione costante dell'anima. Potrà divenire tale solo a condizione d'essere rinnovato molto spesso. L'offerta di sé deve salire incessantemente dall'anima come l'espressione più perfetta dell'amore e come una sfida continua alla Misericordia divina. Gli avvenimenti, le illuminazioni interiori aprono molto spesso nuovi orizzonti a questo dono di sé che trova nuove forme di realizzazione.