PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda
In una Chiesa, quattro candele
bruciavano e si consumavano lentamente.
Il luogo era talmente silenzioso, che si
poteva addirittura ascoltare la loro conversazione.
La seconda diceva: "Io sono la
candela della fede, purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono
sapere di me, e per questo motivo non ha senso che io resti accesa."
Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la
spense.
Triste triste, la terza
candela, a sua volta disse: "Io sono la candela dell'amore, ma non ho la
forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non
comprendono la mia importanza.
Essi odiano perfino coloro che più li
amano, i loro familiari." E senza attendere oltre, la candela si lasciò
spegnere.
Ma inaspettatamente... un bimbo in
quel momento entrò nella Chiesa e vide le tre candele spente. Impaurito per la
semioscurità disse: "Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese, io ho paura
del buio!".
E così dicendo scoppiò in lacrime.
Allora la quarta candela impietositasi
disse: "Non temere, non piangere, bambino mio: finché io sarò accesa,
potremo sempre riaccendere le altre tre candele: io sono la candela della
speranza."
Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre e non ebbe più paura.
Che non si spenga mai la speranza
dentro il nostro cuore e che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come
quel bimbo, capace in ogni momento di riaccendere con la sua speranza, nel
cuore di ogni uomo, la fede, l'amore e la pace. Il mondo disilluso di oggi ha
un disperato bisogno della speranza…
Poiché è l'amore che unisce l'anima a
Dio, più intenso è l'amore,
più essa entra profondamente in Dio e
si concentra in lui.
S. Elisabetta della Trinità
Da" VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD
LE AMICIZIE SPIRITUALI seconda parte
L'amore spirituale trabocca dal cuore materno di Teresa più ardente e
più potente che mai. Va alle anime e se in esse scopre doni per lavorare per il
regno di Dio, non può fare a meno di amarle fortemente e desiderare di vederle
tutte di Dio.
Tra le sue figlie le sono
care in particolare Maria de Salazar, che diventerà Maria di s. Giuseppe,
priora di Siviglia; Anna di Gesù, sua gioia e sua corona; Anna di s.
Bartolomeo, la compagna dei suoi viaggi, sua segretaria, sua confidente e
spesso sua consigliera.
A queste anime privilegiate santa
Teresa dimostra un affetto molto puro e fecondo. Alla Madre Maria di san
Giuseppe scrive:” Se lei mi vuol bene, gliene voglio pure io e godo che me lo
dica. D'altra parte bramare di essere corrisposti è un bisogno di natura e non
deve esservi alcun male, perché lo vuole anche Nostro Signore”.(Lettera a Madre
Maria di s. Giuseppe, Avila 8 novembre 1581).
La vita di s. Teresa ci rivela
l'influsso decisivo delle amicizie su di essa. Tutte le grandi decisioni della
Santa sono state ispirate o almeno efficacemente sostenute dalle amicizie.
Santa Teresa sa che il principiante normalmente sarà più sensibile
all'influsso delle amicizie: “Perciò
consiglierei a coloro che praticano l'orazione, specialmente al principio, di
cercare l'amicizia e la conversazione di quelle persone che attendono allo
stesso esercizio.
E' cosa di grande importanza, anche se non si trattasse d'altro che di
aiutarsi scambievolmente....E' una forma di umiltà non fidarsi di sé e credere
che Dio ci aiuterà per mezzo di coloro con i quali conversiamo.”(Vita, c. VII,
20-22)
Continua…