lunedì 4 aprile 2022

Piccole storie per l'anima - 45

PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda

In una Chiesa, quattro candele bruciavano e si consumavano lentamente.

 Il luogo era talmente silenzioso, che si poteva addirittura ascoltare la loro conversazione.

            La prima diceva: "Io sono la candela della pace, ma gli uomini non riescono a mantenermi accesa: penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi!" Così fu, e a poco a poco, la candela si lasciò spegnere completamente.

           La seconda diceva: "Io sono la candela della fede, purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono sapere di me, e per questo motivo non ha senso che io resti accesa." Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense.

           Triste triste, la terza candela, a sua volta disse: "Io sono la candela dell'amore, ma non ho la forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza.

Essi odiano perfino coloro che più li amano, i loro familiari." E senza attendere oltre, la candela si lasciò spegnere.

          Ma inaspettatamente... un bimbo in quel momento entrò nella Chiesa e vide le tre candele spente. Impaurito per la semioscurità disse: "Ma cosa fate! Voi dovete rimanere accese, io ho paura del buio!".

E così dicendo scoppiò in lacrime.

         Allora la quarta candela impietositasi disse: "Non temere, non piangere, bambino mio: finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele: io sono la candela della speranza."

Con gli occhi lucidi e gonfi di lacrime, il bimbo prese la candela della speranza e riaccese tutte le altre e non ebbe più paura.

Che non si spenga mai la speranza dentro il nostro cuore e che ciascuno di noi possa essere lo strumento, come quel bimbo, capace in ogni momento di riaccendere con la sua speranza, nel cuore di ogni uomo, la fede, l'amore e la pace. Il mondo disilluso di oggi ha un disperato bisogno della speranza…

 



Poiché è l'amore che unisce l'anima a Dio, più intenso è l'amore,

più essa entra profondamente in Dio e si concentra in lui.

S. Elisabetta della Trinità

 

 

Da" VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD

 

 LE AMICIZIE SPIRITUALI seconda parte

           L'amore spirituale trabocca dal cuore materno di Teresa più ardente e più potente che mai. Va alle anime e se in esse scopre doni per lavorare per il regno di Dio, non può fare a meno di amarle fortemente e desiderare di vederle tutte di Dio.

          Tra le sue figlie le sono care in particolare Maria de Salazar, che diventerà Maria di s. Giuseppe, priora di Siviglia; Anna di Gesù, sua gioia e sua corona; Anna di s. Bartolomeo, la compagna dei suoi viaggi, sua segretaria, sua confidente e spesso sua consigliera.

          A queste anime privilegiate santa Teresa dimostra un affetto molto puro e fecondo. Alla Madre Maria di san Giuseppe scrive:” Se lei mi vuol bene, gliene voglio pure io e godo che me lo dica. D'altra parte bramare di essere corrisposti è un bisogno di natura e non deve esservi alcun male, perché lo vuole anche Nostro Signore”.(Lettera a Madre Maria di s. Giuseppe, Avila 8 novembre 1581).

        La vita di s. Teresa ci rivela l'influsso decisivo delle amicizie su di essa. Tutte le grandi decisioni della Santa sono state ispirate o almeno efficacemente sostenute dalle amicizie.

       Santa Teresa sa che il principiante normalmente sarà più sensibile all'influsso delle amicizie:  “Perciò consiglierei a coloro che praticano l'orazione, specialmente al principio, di cercare l'amicizia e la conversazione di quelle persone che attendono allo stesso esercizio.

       E' cosa di grande importanza, anche se non si trattasse d'altro che di aiutarsi scambievolmente....E' una forma di umiltà non fidarsi di sé e credere che Dio ci aiuterà per mezzo di coloro con i quali conversiamo.”(Vita, c. VII, 20-22)

Continua…