“Come rispondiamo alla Parola di Dio nel nostro vivere personale e quotidiano”
Il saluto della Presidente Provinciale Carla Tenuta ci ha introdotti nel tema citando San Giovanni della Croce: "A che serve che tu dia al Signore una cosa quando da te ne chiede un’altra? Rifletti su quello che Dio vuole e compilo; per questa via il tuo cuore sarà soddisfatto più che con quelle cose alle quali ti porta la tua inclinazione",
In principio c’è il DONO della Parola di Dio: noi carmelitani siamo eredi
del carisma dei primi eremiti del monte Carmelo che meditavano la Parla di Dio
notte e giorno. La nostra vita è un palpito, un desiderio di Dio per ciascuno
di noi e sentirci “pensati” da Qualcuno accende in noi il desiderio di
conoscere Colui che ha immaginato la nostra vita con Lui. Il Signore ci ha
fatto Dono della Sua Parola incarnata nel seno di Maria: Gesù Cristo, nostro
fondamento.
Dal DONO come possiamo passare all’ASCOLTO? Santa Teresa di Gesù risponde
dicendo che possiamo ascoltare nell’intimo la voce del Signore: non siamo forse
un Castello abitato da Dio? Prendiamone coscienza e l’orazione, come porta del
Castello, ci permetterà di arrivare alla relazione amorevole con un TU!
Il Carmelo è il luogo dove viene custodito l’uomo e il suo senso della
vita. Nel Carmelo, seguendo l’esempio dei nostri Santi, s’impara e si scopre
che l’ascolto profondo e orante della Parola
e delle creature ci conduce a vivere nell’unione con Dio. San Giovanni
della Croce dice: "Noi ascoltiamo Dio attraverso le sue
creature." Si passa dall’orazione alla vita: si passa dal Tu al “noi”,
cioè alla dimensione comunitaria.
La nostra vita è permeata da un afflato missionario, perché la santità non
è autoreferenziale; tutto questo DONO di Dio, la Parola, deve produrre effetto:
siamo qui per servire gli altri. P. Aldo ha concluso leggendo uno stralcio
dalla favola “Il tavolo del Padreterno” che ha avuto un riscontro positivo in
tutti.
Nei quattro gruppi che si sono formati per
riflettere sull’importanza che ha l’OCDS per ciascuno e come se ne parlerebbe
per farlo conoscere agli altri, i partecipanti hanno espresso la loro
esperienza vocazionale, di orazione e di comunità.
Alcuni esempi: la vocazione all’OCDS è stata avvertita come una direzione
interiore che ha comportato un cambiamento di vita, una conversione a vivere
intensamente il proprio Battesimo cercando il Signore attraverso la preghiera e
che tuttora spinge per far vivere Dio in sé.
Per qualcun altro il Carmelo è il luogo dove si conosce se stessi in Dio: e
si giunge a scoprire nel dialogo interiore col Signore che si è figli in Gesù
Cristo, figli di Dio, amati. La preghiera disciplina la giornata e la
meditazione quotidiana della Parola di Dio, un po’ alla volta, trasforma se
stessi e il proprio rapporto con gli altri: si impara a conoscere se stessi e
gli altri nell’interiorità e a dare un senso a ciò che ci accade.
Il Carisma carmelitano con l’orazione mentale è un vivere continuamente
alla presenza di Dio e questa disposizione cambia l’aspetto di tutto ciò che
capita perché il Signore insegna, istruisce e in Lui anche le offese diventano
relative e provocano meno dolore.
Nella sintesi finale P.
Aldo ha dato rilievo ad un punto fondamentale: tutti noi insieme siamo Chiesa,
cioè quel Corpo di cui Cristo è il capo e dal quale attingiamo linfa vitale
come i tralci dalla vite. Questa è la nostra ricchezza e fonte della nostra
gioia che possiamo distribuire a piene mani.