lunedì 14 marzo 2022

CONVEGNO DELLA PROVINCIA VENETA

Come rispondiamo alla Parola di Dio nel nostro vivere personale e quotidiano”




Domenica 6 marzo, prima domenica di Quaresima, le Comunità della Provincia Veneta si sono ritrovate in presenza a Verona - San Fidenzio per vivere un tempo di meditazione scandito in quattro momenti: 1. Relazione del Delegato Provinciale P. Aldo Formentin ocd; 2. Lavori di gruppo stimolati da domande inerenti il tema; 3. Santa Messa presieduta dal Padre Provinciale P. Fabio Silvestri e concelebrata con i Padri Assistenti; 4. Dopo pranzo: condivisione dei lavori di gruppo e sintesi dei lavori.

Il saluto della Presidente Provinciale Carla Tenuta ci ha introdotti nel tema citando San Giovanni della Croce: "A che serve che tu dia al Signore una cosa quando da te ne chiede un’altra? Rifletti su quello che Dio vuole e compilo; per questa via il tuo cuore sarà soddisfatto più che con quelle cose alle quali ti porta la tua inclinazione",  
La relazione di P. Aldo si è articolata su tre punti e un corollario:

In principio c’è il DONO della Parola di Dio: noi carmelitani siamo eredi del carisma dei primi eremiti del monte Carmelo che meditavano la Parla di Dio notte e giorno. La nostra vita è un palpito, un desiderio di Dio per ciascuno di noi e sentirci “pensati” da Qualcuno accende in noi il desiderio di conoscere Colui che ha immaginato la nostra vita con Lui. Il Signore ci ha fatto Dono della Sua Parola incarnata nel seno di Maria: Gesù Cristo, nostro fondamento.

Dal DONO come possiamo passare all’ASCOLTO? Santa Teresa di Gesù risponde dicendo che possiamo ascoltare nell’intimo la voce del Signore: non siamo forse un Castello abitato da Dio? Prendiamone coscienza e l’orazione, come porta del Castello, ci permetterà di arrivare alla relazione amorevole con un TU!

Il Carmelo è il luogo dove viene custodito l’uomo e il suo senso della vita. Nel Carmelo, seguendo l’esempio dei nostri Santi, s’impara e si scopre che l’ascolto profondo e orante della Parola  e delle creature ci conduce a vivere nell’unione con Dio. San Giovanni della Croce dice: "Noi ascoltiamo Dio attraverso le sue creature." Si passa dall’orazione alla vita: si passa dal Tu al “noi”, cioè alla dimensione comunitaria.

La nostra vita è permeata da un afflato missionario, perché la santità non è autoreferenziale; tutto questo DONO di Dio, la Parola, deve produrre effetto: siamo qui per servire gli altri. P. Aldo ha concluso leggendo uno stralcio dalla favola “Il tavolo del Padreterno” che ha avuto un riscontro positivo in tutti.

Nei quattro gruppi che si sono formati per riflettere sull’importanza che ha l’OCDS per ciascuno e come se ne parlerebbe per farlo conoscere agli altri, i partecipanti hanno espresso la loro esperienza vocazionale, di orazione e di comunità.

Alcuni esempi: la vocazione all’OCDS è stata avvertita come una direzione interiore che ha comportato un cambiamento di vita, una conversione a vivere intensamente il proprio Battesimo cercando il Signore attraverso la preghiera e che tuttora spinge per far vivere Dio in sé.

Per qualcun altro il Carmelo è il luogo dove si conosce se stessi in Dio: e si giunge a scoprire nel dialogo interiore col Signore che si è figli in Gesù Cristo, figli di Dio, amati. La preghiera disciplina la giornata e la meditazione quotidiana della Parola di Dio, un po’ alla volta, trasforma se stessi e il proprio rapporto con gli altri: si impara a conoscere se stessi e gli altri nell’interiorità e a dare un senso a ciò che ci accade.

Il Carisma carmelitano con l’orazione mentale è un vivere continuamente alla presenza di Dio e questa disposizione cambia l’aspetto di tutto ciò che capita perché il Signore insegna, istruisce e in Lui anche le offese diventano relative e provocano meno dolore.

La Comunità è molto importante, è una famiglia: innanzitutto è il luogo dove si parla di Dio e si  sperimenta la Sua presenza; è il luogo dove ci si aiuta nell’amor di Dio e a condividere la nostra vita in un’accoglienza non giudicante; inoltre in Comunità si ricevono gli insegnamenti dei nostri santi e soprattutto di Maria che ci attirano verso l’umiltà e l’ascolto.

               Nella sintesi finale P. Aldo ha dato rilievo ad un punto fondamentale: tutti noi insieme siamo Chiesa, cioè quel Corpo di cui Cristo è il capo e dal quale attingiamo linfa vitale come i tralci dalla vite. Questa è la nostra ricchezza e fonte della nostra gioia che possiamo distribuire a piene mani.