PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda
Un mattino, la segretaria stava vendendo i biglietti per l'ultima serata dello spettacolo allestito dalla scuola. La sera prima aveva fatto il tutto esaurito. La prima della fila di quel giorno era una madre. «Penso che sia terribile dover pagare per vedere recitare mio figlio» annunciò, estraendo il borsellino dalla borsa.
«La scuola
chiede una donazione volontaria per contribuire alle spese per la scenografia e
i costumi», spiegò la segretaria, «ma nessuno deve pagare. Lei può avere tutti
i biglietti di cui ha bisogno». «Oh, pagherò» borbottò. «Due adulti e un
bambino». E fece cadere un biglietto da dieci.La segretaria le diede il resto.
In quel momento il ragazzo dietro di lei svuotò sul tavolo la tasca
piena di monete. «Quanti biglietti?» chiese la segretaria. «Non mi servono i
biglietti per vedere lo spettacolo stasera» disse. «Voglio solo pagare», e
spinse verso di lei le monete. «Ma devi avere il biglietto per vedere lo
spettacolo di stasera». Scosse la testa. «L'ho già visto». La segretaria spinse
indietro la pila di monetine. «Se vuoi vedere lo spettacolo con la tua classe
non devi pagare» gli disse. È gratis». «No» insistette il ragazzo. «lo l'ho
visto ieri sera. lo e mio fratello siamo arrivati tardi. Non abbiamo trovato
nessuno per comprare i biglietti, così siamo entrati». Un sacco di gente in
mezzo a quella folla era probabilmente «entrata». I pochi volontari presenti
non potevano controllare che tutti avessero il biglietto. Lui spinse nuovamente
avanti il denaro. «Pago adesso per ieri sera».
Quel ragazzo e suo fratello dovevano
essere rimasti in fondo. Ed essendo arrivati quando il botteghino era già
chiuso, probabilmente non avevano nemmeno visto tutto lo spettacolo. Alla
segretaria dispiaceva prendere quei soldi. Una pila di monetine nelle mani di
un ragazzino è di solito il risultato di paghette risparmiate con cura. «Se il
banco dei biglietti era chiuso quando siete arrivati, non potevate pagare»
argomentò. «Questo è quello che ha detto mio fratello»
«Nessuno si
accorgerà della differenza» gli assicurò la segretaria.
«Non
preoccuparti». Pensando che la questione fosse chiusa, spinse di nuovo indietro
le monete.
Lui pose la
sua mano sulla sua. «lo però conosco la differenza!».
Per un
istante le loro mani si unirono in silenzio al di sopra del mucchietto di
monete. Poi la segretaria, disse: «Due biglietti costano sei euro». Le monete
vennero contate fino alla cifra corretta «Grazie» dissero insieme. Il ragazzino
sorrise, si voltò e se ne andò.
Tra bene e male, tra giusto e ingiusto,
tra buono e cattivo, tra onesto e disonesto esiste la
differenza.
Ma l'uomo d'oggi sembra non curarsene.
Il mondo ne soffre e adesso ne paghiamo le conseguenze…
Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». (Matteo 7, 21-26)
DA "VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD
L'ORAZIONE
DI RACCOGLIMENTO prima parte
“Le persone che sapranno rinchiudersi in questo piccolo cielo della loro anima seguono un cammino sicuro”(Cammino,c. XXVIII, 5).
“Si chiama questa
orazione, orazione di raccoglimento, perchè l'anima raccoglie tutte le potenze
e si ritira in se stessa con il suo Dio”(Cammino, c. XXVIII, 4).
E' un ritirarsi dei sensi dalle cose esteriori, un
disprezzarle a tal punto che gli occhi si chiudono spontaneamente per non
vederle..Ecco perchè chi va per questo cammino tiene quasi sempre gli occhi ciusi..”(Cammino,c.
XXVIII, 6).
Occorre rilevare che non si tratta di un raccoglimento
passivo, ma di un raccoglimento realizzato con uno sforzo della volontà. Il
raccoglimento ha come unico scopo quello di condurre l'anima nel tempio più
intimo del Signore. Allo sforzo del raccoglimento deve seguire normalmente uno
sforzo di ricerca attiva di Dio. Non c'è nulla di meglio che cercare la
compagnia di Gesù e intrattenersi con Lui. “Trattate con lui come con un padre,
con un fratello, con un maestro, con uno sposo, a volte in un modo, a volte in
un altro, perchè Egli vi insegnerà che cosa dobbiate fare per
contentarlo”(Cammino, c. XXVIII, 3).
“Se vi sentite
disposte alla gioia contemplatelo resuscitato. Il solo immaginare come uscì
vittorioso dal sepolcro vi riempirà di allegrezza....se siete afflitte o
tristi, pensate a quando si reca per l'orazione all'orto degli ulivi...che
profonda afflizione doveva avere nel cuore..o anche pensatelo legato alla
colonna o sotto il peso della croce. Egli vi guarderà con quei suoi occhi tanto
belli, compassionevoli, pieni di lacrime, e dimenticherà i suoi dolori per
consolare i vostri...”(Cammino, c. XXVI, 4, 5, 6).
Questa intimità con Gesù introduce nella Trinità, poiché
Gesù è il nostro mediatore e realizzata durante le ore di orazione deve
proseguire nel corso della giornata. Ai nostri sforzi perseveranti Dio
risponderà con la sua grazia. Non ha forse detto: “Se uno mi ama, noi verremo a
lui e prenderemo dimora presso di lui”?(Gv. 14, 23) L'orazione di raccoglimento
mira dunque all'unione costante.