sabato 19 febbraio 2022

Meditazioni sul Vangelo della Domenica

Siate misericordiosi, come il Padre vostro

27Ma a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. 29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. 31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. 36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. 37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio".  (Lc 6,27-38)

 "Padre perdonali perché non sanno quello che fanno!"          

Con questo passaggio del Vangelo di Luca, presente anche in quello di Matteo (5,38-48), si tocca il culmine di ciò che Gesù chiede ai suoi discepoli, ovviamente e soltanto perché è Lui stesso che dà loro l’esempio di come farlo. La sua autorità si esprime tutta nel crescendo di quattro esigenze: amare i nostri nemici, fare del bene a chi ci odia, benedire chi ci maledice, pregare per quelli che ci calunniano.

Quella di “amare” il proprio nemico, non c'è dubbio, è l’esigenza più grande che sia stata mai pronunciata. Anche se Luca, al contrario di Matteo, omette l’esplicito riferimento alla così detta “legge del taglione” (occhio per occhio, dente per dente), stabilita in alcuni testi dell’Antico Testamento (Es 21,24; Lv 24,20; Dt 19,21), il contrasto è lo stesso anche nel suo testo. La legge del taglione non era una cattiva legge, dato che tendeva a limitare al massimo le vendette che, come si sa, generalmente eccedono di molto il danno ricevuto. Gesù, tuttavia, venuto per assicurarci che siamo tutti figli del suo Padre celeste e, pertanto, fratelli, desidera che tutto si basi sulla legge dell’amore.

A Gesù interessa che i suoi discepoli siano perfetti come il Padre, nella versione di Matteo (5,48) o misericordiosi, in quella di Luca che leggiamo questa domenica: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (v. 36). Una perfezione e una misericordia che già si erano manifestate nella storia del popolo di Israele, ma che sono esplose in tutta evidenza in Gesù che è giunto a dare la vita per tutti.

È possibile essere misericordiosi come il Padre celeste?

I santi canonizzati, testimoniano che è possibile, dal momento che la dichiarazione ufficiale della loro santità si basa proprio sulla provata eroicità nell’amare anche i loro nemici e coloro che li opprimevano. Per tutti gli altri, compreso chi scrive (non dobbiamo aver paura di confessarlo!), è molto raro che avvenga, almeno a quel livello di perfezione. Come abbiamo detto, in un crescendo, Gesù chiede di amare i nemici, di fare il loro bene, di benedirli e di pregare per loro. Che ciò che ci chiede Gesù sia eccessivo, non c'è alcun dubbio, però dobbiamo ascoltarlo, almeno per non continuare a pensare che siamo brava gente solo perché ci comportiamo con grazia ed educazione.

Gesù parla molto chiaramente, non basta amare chi ci ama e ringraziare chi ci ha fatto del bene. C'è chi non fa neppure questo, ma Gesù non è venuto ad insegnarci semplicemente la cortesia o il fair play. È venuto per adempiere fino in fondo la solenne Legge del Sinai che, secondo Gesù, rimane valida, ma non deve condurci solo al semplice compimento di ciò che è stabilito.

Per farlo capire, Gesù arriva sino all’esagerazione: “A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Dà a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro” (vv. 29-30). Per non spaventarci troppo, un primo passo potrebbe essere, tuttavia, fare ciò che Gesù stesso ci chiede in Lc 10,27: “Amerai […] il tuo prossimo come te stesso”.

La novità del Vangelo sta nella versione positiva del vecchio detto (non fare agli altri ciò che non vorresti gli altri facciano a te): “E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro” (v. 31). Un atteggiamento nuovo che Giovanni della Croce interpreta con questo prezioso consiglio: “Dove non c'è amore, metti amore e troverai amore” (Detti di Luce e di Amore). Sì, perché l’atteggiamento del proprio cuore può cambiare solo attraverso la dinamica dell’amore. Una dinamica nella quale possiamo esercitarci meditando ripetutamente ciò che scrive Paolo ai Romani: “Dio dimostra il suo amore verso di noi nel fatto che mentre eravamo ancora peccatori (suoi nemici), Cristo è morto per noi” (Rm 5,8).