lunedì 31 gennaio 2022

Piccole storie per l'anima - 36

 PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO

 a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda


Dicono che il lupo, quando attacca una pecora, non si lancia sulle zampe per impedirle di fuggire, ma afferra con le sue potenti mandibole il collo della vittima, così che non possa gridare e chiedere aiuto.

Molte volte la tattica del demonio consiste nel bloccare la gola dell'uomo in difficoltà, in modo che non possa chiedere aiuto a nessuno.

  

Quanti errori  si compiono nella vita per

non aver avuto l'umiltà di chiedere aiuto e aver preteso

superbamente di "volersela cavare da solo..."

        

 

Spesso il Signore permette una caduta per tenere l'anima in più profonda umiltà.

Se essa si riconosce e torna a lui sinceramente,

va maggiormente progredendo, come sappiamo di molti santi

(S.Teresa D'Avila)

 

 

Da" VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD

LE PRIME ORAZIONI seconda parte

 

        E' proprio l'orazione ciò che il principiante vuol imparare a fare e un mezzo suggerito da s.Teresa e da lei stessa abbondantemente usato è la lettura meditata: ”La lettura, per breve che sia, è di grande aiuto per il raccoglimento. Anzi, è necessario leggere almeno, al posto dell'orazione mentale che non si può fare. Se si è costretti a stare gran tempo in orazione senza questo aiuto, sarà impossibile rimanervi a lungo”.(Vita, c. IV,8)

       Una semplice lettura non sarebbe una lettura meditata. La lettura meditata dev'essere interrotta per riflettere davanti a Dio, per esprimergli sentimenti, per intrattenersi con Lui. La lettura è solo un mezzo destinato a facilitare l'orazione. Il suo compito esclusivo è quello di fornire un argomento di incontro con Dio, di assicurare un sostegno per unirsi a Lui; essa è al servizio di questo rapporto d'amicizia con Dio è l'atto essenziale dell'orazione. S. Teresa ci dice:”Io sono stata più di quattordici anni senza poter neanche meditare se non con l'aiuto di una lettura”(Cammino, c. XVII, 3) e ancora: ”l'aridità non era il mio stato ordinario, ma sopravveniva sempre quando mi mancava un libro”(Vita, c. IV,9)

        La meditazione consiste invece nel fare, su un soggetto scelto in precedenza, riflessioni o considerazioni per creare in se stessi una convinzione feconda o una ferma risoluzione. Un pericolo, d'altronde, minaccia coloro che hanno l'intelletto troppo vivo;”Ritornando a quelli che discorrono con l'intelletto,....immaginino di essere alla presenza di Cristo e, senza stancare l'intelletto, restino a parlargli e a godere di Lui, senza affaticarsi, ripeto, a far ragionamenti, ma esponendogli i loro bisogni spirituali, consapevoli di essere indegni che egli sopporti di farli stare alla sua presenza”(Vita,c. XIII, 11)

        Coloro che argomentano con l'intelletto, devono ricordare l'insegnamento del Castello Interiore”Per fare grandi progressi in questo cammino e salire alle Mansioni alle quali aspiriamo, il nodo della questione non sta nel pensare molto, ma nell'amare molto”(IV Mansioni, c. I,7).