PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda
Dicono che il lupo, quando attacca una pecora, non si lancia
sulle zampe per impedirle di fuggire, ma afferra con le sue potenti mandibole
il collo della vittima, così che non possa gridare e chiedere aiuto.
Molte volte la tattica del demonio consiste nel bloccare la
gola dell'uomo in difficoltà, in modo che non possa chiedere aiuto a nessuno.
Quanti errori si compiono nella vita per
non aver avuto
l'umiltà di chiedere aiuto e aver preteso
superbamente di
"volersela cavare da solo..."
Spesso il Signore permette una caduta per tenere l'anima in
più profonda umiltà.
Se essa si riconosce e torna a lui sinceramente,
va maggiormente progredendo, come sappiamo di molti santi
(S.Teresa D'Avila)
Da" VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù
Bambino, OCD
LE PRIME ORAZIONI seconda parte
E' proprio
l'orazione ciò che il principiante vuol imparare a fare e un mezzo suggerito da
s.Teresa e da lei stessa abbondantemente usato è la lettura meditata: ”La
lettura, per breve che sia, è di grande aiuto per il raccoglimento. Anzi, è
necessario leggere almeno, al posto dell'orazione mentale che non si può fare.
Se si è costretti a stare gran tempo in orazione senza questo aiuto, sarà
impossibile rimanervi a lungo”.(Vita, c. IV,8)
Una semplice
lettura non sarebbe una lettura meditata. La lettura meditata dev'essere
interrotta per riflettere davanti a Dio, per esprimergli sentimenti, per
intrattenersi con Lui. La lettura è solo un mezzo destinato a facilitare
l'orazione. Il suo compito esclusivo è quello di fornire un argomento di
incontro con Dio, di assicurare un sostegno per unirsi a Lui; essa è al
servizio di questo rapporto d'amicizia con Dio è l'atto essenziale
dell'orazione. S. Teresa ci dice:”Io sono stata più di quattordici anni senza
poter neanche meditare se non con l'aiuto di una lettura”(Cammino, c. XVII, 3)
e ancora: ”l'aridità non era il mio stato ordinario, ma sopravveniva sempre
quando mi mancava un libro”(Vita, c. IV,9)
La meditazione
consiste invece nel fare, su un soggetto scelto in precedenza, riflessioni o
considerazioni per creare in se stessi una convinzione feconda o una ferma
risoluzione. Un pericolo, d'altronde, minaccia coloro che hanno l'intelletto
troppo vivo;”Ritornando a quelli che discorrono con l'intelletto,....immaginino
di essere alla presenza di Cristo e, senza stancare l'intelletto, restino a
parlargli e a godere di Lui, senza affaticarsi, ripeto, a far ragionamenti, ma
esponendogli i loro bisogni spirituali, consapevoli di essere indegni che egli
sopporti di farli stare alla sua presenza”(Vita,c. XIII, 11)
Coloro che
argomentano con l'intelletto, devono ricordare l'insegnamento del Castello
Interiore”Per fare grandi progressi in questo cammino e salire alle Mansioni
alle quali aspiriamo, il nodo della questione non sta nel pensare molto, ma
nell'amare molto”(IV Mansioni, c. I,7).