Ancora un intervento della tavola rotonda svoltasi lo scorso 30 maggio. Affronta il tema dell'Obbedienza. Relatrice Carla Tenuta presidente della Provincia ocds Veneta:
Vorrei iniziare questa riflessione con le parole del Vangelo di Giovanni della scorsa domenica: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola”. L’obbedienza al Signore si fonda sull’amore: tanto più amiamo il Signore e tanto più osserviamo la sua parola.
Con la Promessa noi carmelitani secolari ci impegniamo a vivere lo spirito dei Consigli evangelici di castità, povertà, obbedienza e delle Beatitudini, “strumenti per valutare noi stessi alla luce di Gesù”. (P. Deneey). In particolare per quanto riguarda la promessa di obbedienza, al n. 15 delle nostre Costituzioni leggiamo: “La promessa di obbedienza ci impegna a vivere aperti alla volontà di Dio «nel quale viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28), imitando Cristo che accettò la volontà del Padre e che si fece obbediente fino alla morte di croce (Fil 2,8)”.
Obbedire, deriva dalla parola latina oboedire→ ob-audire →ascoltare verso – prestare ascolto.
L’obbedienza nasce quindi dall’ascolto.
La nostra Regola ci chiede di meditare giorno e notte la Legge del Signore (Sal 1,2) per conoscere e fare la Sua volontà. È la Parola di Dio che ci illumina sulle scelte quotidiane, ma anche ci nutre e ci dà la forza per mettere in pratica la volontà di Dio.
Ecco perché come membri dell’Ordine Secolare abbiamo l’impegno di dedicare mezz’ora al giorno all’orazione mentale. La nostra prima obbedienza la dobbiamo al Signore, alla sua Parola.
Nella formazione iniziale è importante chiarire bene in cosa consiste la promessa di obbedienza, il suo valore e a chi dobbiamo obbedienza.
Per scaricare l'intervento Il valore dell’obbedienza per il Carmelitano Secolare clicca sul titolo.