sabato 24 giugno 2023

Meditazioni sul Vangelo della Domenica

 





L'insegnamento del Vangelo di oggi non è facile. Non è semplice da spiegare e, tantomeno, per viverlo, poiché - per non avere paura di annunciare il regno di Dio ovunque - si richiede il coraggio e la motivazione di Gesù e dei martiri e, addirittura, a rischio della propria vita. Gesù e i martiri non hanno esitato a continuare a parlare e a fare il bene, anche quando si sono resi conto delle dure conseguenze di questo comportamento. A noi, invece, uomini e donne fragili, queste parole possono sembrare troppo esigenti. 

 Il discepolo, insegna Gesù ai suoi, deve proclamare verità che non sempre sono piacevoli da ascoltare. “Non abbiate paura di loro [dei possibili persecutori]", esordisce Gesù, " poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto”. Le opere del regno di Dio, iniziate su questa nostra terra da Gesù stesso e, subito dopo, dai primi discepoli, una volta rafforzati dallo Spirito Santo, devono essere annunciate e compiute ovunque.

 Quello che io vi dico nelle tenebre", continua il Signore, “voi ditelo nella luce". E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l'anima e il corpo". Il primo motivo per non temere, fornito da Gesù, è la distinzione tra corpo e anima. La vita in questo mondo (rappresentata dal corpo), è destinata a finire, mentre quella che inizia col discepolato (rappresentata dall'anima) non avrà mai fine. Quell'anima è, infatti, l'amore che può spingere perfino a dare la vita senza paura, come Gesù e i suoi veri discepoli.

 Le parole che seguono (abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l’anima e il corpo) sembrano parlare di un Dio diverso dal Dio Padre misericordioso che Gesù ha rivelato. Servono, però, come stimolo a svegliarsi e a scegliere la via del bene, l'unica che produce sempre qualcosa di positivo e che fa crescere come figli di Dio quali siamo. A dir il vero, infatti, Gesù non usa la parola inferno, ma la parola gehenna (la discarica nella valle di Ennon a sudovest di Gerusalemme) dove si gettavano le cose inutili. La perdizione fa parte di questa vita in cui siamo chiamati ad essere sale che, quando diventa insipido, viene gettato via. È questa la prima perdizione. Quella eterna (il possibile inferno) è sotto la protezione della misericordia che ha raggiunto anche il ladro crocifisso accanto a Gesù e, soprattutto, al riparo del perdono che Lui ha chiesto per tutti.

             Queste parole minacciose per i discepoli inutili sono seguite da parole molto positive e – pur tenendo conto che essere discepoli implica il coraggio e le opere di cui parla Gesù - è soprattutto su di esse che dobbiamo anzitutto concentrare la nostra attenzione. "Due passeri non si vendono forse per un soldo?  Eppure", continua Gesù facendoci alzare gli occhi al cielo dove volano gli uccelli, "nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro ". Dobbiamo guardare al cielo e ai rami dove si posano e nidificano gli uccelli. Quanto vale uno di loro, per quanto bello sia? Due passeri non si vendono per un soldo, ci chiede Gesù. Quanto a voi, aggiunge, "perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.  Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!".

 L'insegnamento è chiaro.

Gesù vuole che impariamo a comportarci come Lui ma, come Lui, anche noi dobbiamo sapere che il Padre ci ama e ci protegge. Come Lui, non dobbiamo annunciare il Vangelo con arroganza, ma con piena fiducia nella bontà del Padre e di tutti i nostri fratelli, uomini e donne, buoni o cattivi che siano, perché Dio ama tutti. Se poi, anche le ultime parole ["Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli"], ci spaventano, possiamo farvi scaturire una preghiera come questa:

 

Signore Gesù, ti chiediamo, dal profondo del nostro cuore,

di poter avere la forza di essere e di agire da tuoi discepoli,

e Tu ci possa riconoscere davanti al Padre.

Concedici di non rinnegarti davanti agli uomini

- come fece Pietro rispondendo a una serva nel cortile di Caifa –

e guardaci con gli stessi occhi di misericordia,

con gli occhi che guardarono lui,

se questo è accaduto e accade anche a noi.