PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda
Ben prima di diventare un sapiente e stimato maestro di
spiritualità e brillante consigliere di nobildonne dell'alta società romana,
Girolamo aveva tentato un periodo di vita da eremita in una grotta del deserto
di Giuda. Con la presunzione tipica dell'età, il giovane Girolamo si era
dedicato con ardore alle molteplici forme di ascesi allora in uso tra i monaci.
Ma i risultati
si facevano attendere: il tempo gli avrebbe fatto presto capire che la sua vera
vocazione era altrove nella Chiesa e che il suo soggiorno tra i monaci della
Palestina ne costituiva solo il preludio. Tuttavia Girolamo doveva ancora
imparare molte cose e intanto, da giovane novizio si trovava immerso nella
disperazione: nonostante i suoi sforzi generosi, non riceveva alcuna risposta
dal cielo.
Andava alla
deriva, senza timone, in mezzo alle tempeste interiori, al punto che le vecchie
tentazioni, già così familiari, non tardarono a rialzare la cresta. Girolamo
era scoraggiato: cosa aveva fatto di male? Dov'era la causa di questo
cortocircuito tra Dio e lui?
Come ristabilire
il contatto con la grazia? Mentre Girolamo si arrovellava il cervello, notò
all'improvviso un crocifisso che era comparso tra i rami secchi di un albero.
Girolamo si gettò a terra e si percosse il petto con gesto solenne e vigoroso.
E' in questa posizione umile e supplicante che lo raffigura la maggior parte
dei pittori.
Subito Gesù
rompe il silenzio e si rivolge a Girolamo dall'alto della croce: « Girolamo -
gli dice - cos'hai da darmi? Cosa riceverò da te?». Girolamo non esita un
attimo. Certo che aveva un sacco di cose da offrire a Gesù: «Naturalmente,
Signore: i miei digiuni, la fame, la sete. Mangio solo al tramonto del sole!»
Di nuovo Gesù risponde: «Ottimo Girolamo, ti ringrazio. Lo so, hai fatto del
tuo meglio. Ma hai ancora altro da darmi?» Girolamo ripensa a cosa potrebbe
ancora offrire a Gesù.
Ecco allora le
veglie, la lunga recita dei salmi, lo studio assiduo giorno e notte della
Bibbia, il celibato nel quale si impegnava con più o meno successo, la mancanza
di comodità, la povertà, gli imprevisti che si sforzava di accogliere senza
brontolare e infine il caldo di giorno e il freddo di notte. Ad ogni offerta,
Gesù si complimenta e lo ringrazia. Lo sapeva da tempo: Girolamo ci tiene così
tanto a fare del suo meglio!
Ma ad ogni
offerta, Gesù, con un sorriso dolce sulle labbra, lo incalza ancora e gli
chiede: «Girolamo, hai qualcos'altro da darmi?» Alla fine, dopo che Girolamo ha
enumerato tutte le cose buone che ricorda e siccome Gesù gli pone per
l'ennesima volta la stessa domanda, un po' scoraggiato e non sapendo più a che
santo votarsi, finisce per balbettare: «Signore, ti ho dato già tutto, non mi
resta davvero più niente!».
Questi giorni sono forse le ultime occasioni che abbiamo per
liberarci dai peccati che ci pesano sul
cuore. Confessiamoci. Diamo a Gesù la possibilità di liberarci con il suo
perdono che sana e fa diventare nuova la nostra persona e la nostra vita.
Approfittiamo di questo tempo di Grazia. Il tempo sta per scadere...
(Vangelo di Luca
18,8)
DA "VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD
LA DIREZIONE
SPIRITUALE
prima parte
L'anima
in cammino verso Dio trova nelle amicizie spirituali un conforto e nel
direttore spirituale la luce per avanzare nelle vie di Dio. Il ruolo del
direttore assicura dunque il progresso spirituale della persona ed è distinto
da quello del confessore, che come un medico guarisce e preserva la vita della
grazia dagli attacchi del peccato.
La cura
che s.Teresa poneva nel cercare l'aiuto della direzione spirituale basta a
mostrarci l'importanza che vi attribuiva. Non iniziava nulla senza consultare
teologi e persone spirituali. Tra i sacerdoti,secolari e i religiosi di ogni
Ordine che consulta ad Avila e nelle città dove la conducono i viaggi per le
fondazioni, si trovano i più grandi teologi del suo tempo, come i domenicani
Ibanez, Bartolomeo di Medina,il grande Banez suo teologo abituale, i primi
gesuiti di Avila, tra cui il P. Baldassarre Alvarez e quattro santi canonizzati
come s. Pietro d'Alcantara, francescano, s.Luigi Bertrand, domenicano, s.
Francesco Borgia, commissario generale della Compagnia di Gesù e s. Giovanni
della Croce, primo carmelitano scalzo.
Teresa
scrive:” La mia opinione è sempre stata, come sempre lo sarà, che ogni
cristiano cerchi possibilmente di trattare con chi sia ben fornito (di
scienza), e quanto più, tanto meglio; quelli che seguono il cammino
dell'orazione ne hanno maggior bisogno degli altri, e più spirituali essi sono,
più aumenta tale necessità.
La direzione
è necessaria fin dagli inizi della vita spirituale; il bisogno di un direttore
si farà sentire in modo particolare nei periodi di oscurità. La Santa insiste
nelle sue raccomandazioni sottolineando le difficoltà del guidarsi da sé nelle
vie spirituali. Nel Prologo della”Salita del Monte Carmelo” s: Giovanni della
Croce dichiara di aver cominciato a scrivere “ dato il bisogno in cui si
trovavano molte persone” che dopo aver intrapreso la strada della virtù, non
vanno più avanti”perchè non comprendono o perchè mancano di guide adatte e capaci
di condurle sino alla vetta (del Monte).”(Salita, Prologo,3)
Il direttore del resto è più che una
guida. Egli è, secondo s. Bernardo, un padre che nutre, che deve istruire,
consolare, incoraggiare. Spetta a lui discernere la grazia particolare
dell'anima e farla trionfare usando tutte le sue energie. Continua....